Formaggini e delikatessen nei social network

Vittorio Zambardino commenta l’acquisizione di Friendfeed da parte di Facebook. Blogger disperati tenteranno suicidi di massa ?

C’è in giro una grande agitazione e curiosità per l’acquisizione di Friendfeed da parte di Facebook, mentre io la considero una mossa quasi “naturale”. Finalmente qualcosa che chiunque, non solo gli specializzati e gli impallinati di tecnologia, possono capire. Purtroppo sono lontano dai miei attrezzi di scrittura consueti, quindi sarò schematico, ma possiamo schematizzare così:

Delikatessen e supermercati. Facebook è ormai al di là di ogni punto di non ritorno. Ha più di 200 milioni (c’è chi dice 300) di utenti. E’ un “ambiente” che in certi momenti si sovrappone al web, come se sostituisse un mondo di libera navigazione solitaria e fortemente conoscitiva con una “città telematica”, molto caotica e affollata, ma sicuramente più facile da usare (ma sregolata da un autoritarismo privo di diritti). Abusato il paragone della 500 del web, forse una 126 direi, che però mette a disposizione di tutti, senza chieder loro una competenza aggiuntiva,  forme di comunicazione interattiva.

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Per non uscire dalla conversazione in rete

Il maestro Vittorio (Zambardino) analizza lo stato dell’arte dell’editoria dopo la proposta di Murdoch di mettere i contenuti digitali a pagamento

Bisogna leggerlo dal fondo

La dura verità è che il senso del passaggio al regime “pay” non è commerciale. E’ culturale. I giornali usciranno dalla “conversazione”, e riducendo la rete a pura piattaforma distributiva, si isoleranno dalle persone che in rete si informano e vivono. Se si sceglie di essere quelli che si fanno pagare, si smette di essere soggetti attivi della rete e fonte accreditata delle sue notizie. Che poi è l’unica battaglia vinta dai giornali negli ultimi 20 anni, l’unico traguardo raggiunto con successo.

Poi ripartire con il resto

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Missing in Facebook

Via Repubblica

La foto su Facebook, tratta da un precoce e memorabile book da modella, è sparita insieme al suo nome, al profilo, a tutto il resto. La casa di via Libertà è disabitata da alcune ore. E la voce maschile, sbrigativa, che arriva infine a sera, al cellulare dopo numerosi tentativi, spezza via ogni richiesta di chiarimento: “Dimenticate Noemi”.

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Dell’inutilità di una nuova internet

Vittorio Zambardino risponde a John Markoff sul NYT

Mi riferisco a questo pezzo, in cui si parla dell’idea di costruire una nuova rete da zero, per ovviare ai problemi ed agli inconvenienti di quella attuale, in modo se non esplicitamente apologetico perlomeno piuttosto comprensivo e sostanzialmente favorevole.

Bisogna dire che non è la prima volta che vengono fatte affermazioni del genere. E bisogna anche dire che simili “alternative” ad Internet sono effettivamente esistite: chi sta nel giro da tempo sufficientemente lungo sa benissimo che Internet non è nata per decreto, ma si è affermata sul campo come sistema efficace e funzionante, contro altri che evidentemente erano meno efficaci e meno funzionanti. L’emergere di Internet come unica rete informatica non è stata nemmeno una scelta consapevole, ma il naturale risultato di una evoluzione dettata dalle leggi di mercato.

Il primo consiste nel pensare che i problemi di sicurezza siano della rete: al 90% almeno non sono problemi di sicurezza della rete, ma dei dispositivi che alla rete colleghiamo. Per parlare chiaro, il baco non è in TCP/IP, è in Windows, MacOS, Symbian, o qualunque altra diavoleria giri sul nostro attrezzo che ad Internet si collega; questo è un fatto talmente ovvio (tant’è che virus e compagnia bella esistevano ben prima della diffusione di Internet!) che non riesco a capacitarmi come qualcuno che conosca la storia della cosa non se ne possa accorgere.

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Obamapoteosi

Vittorio Zambardino in Netmonitor

Il cambio della guardia c’è stato anche al sito della Casa Bianca, che ha un blog nel quale la giornata dell’inaugurazione è raccontata punto per punto. Nel sito WhiteHouse.gov c’è anche la presentazione del nuovo capo dello staff internet, Maicon Philips che riassume in tre parole chiave l’attività del suo sito e dell’amministrazione: “Comunicazione, Trasparenza, Partecipazione“.

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