Via Massimo Melica. Per completezza informativa la risposta del direttore di Wired a un precedente post sul tema.
Ci sono aspetti che reputo importanti e che non vanno mischiati con altre azioni. Da pochi minuti ho scoperto che la campagna finalizzata alla candidatura di Internet al premio Nobel per la Pace, altro non era che una campagna di marketing, commissionata da Wired Italia ad un’agenzia di comunicazione. Non c’è nulla di male in tutto questo, ci mancherebbe altro ma allora perchè non dichiararlo?
Il mio motivo di doglianza nasce dal fatto che se avessi saputo che “Internet for Peace Nobel 2010 candidate” era una campagna di marketing non avrei aderito mettendoci la mia faccia, come riportato nella foto, che per alcuni mesi è stata nel mio profilo di Facebook.
Rimango deluso nel vedere la pagina del “57° International Advertising Festival” Cannes 2010 che riporta la partecipazione della rivista Wired alla categoria: “Best Use of Social Media Marketing” dove deduco che la finalità sociale altro non è stato che “un espediente” per garantire alla rivista promotrice ampio risalto e notorietà.