La fabbrica che sembra sul punto di spegnersi non è uguale dappertutto. Alle Presse, per esempio, si lavora poco, ma non così poco come altrove, visto che si continuano a produrre pezzi anche per altri stabilimenti, per esempio quelli del Ducato firmato Iveco (che, bene o male, si continua a vendere). La desolazione più grande è quella delle Carrozzerie. Si lavora due, massimo tre giorni a settimana, e non sempre gli stessi. E ai nuovi modelli ormai credono in pochi: “Per montare una catena di montaggio partendo da zero non basta un giorno, ci vuole qualche mese. Se poi di nuovo si vogliono fare anche degli stampi è ancora peggio, sono macchine che vanno progettate e costruite apposta, neanche Mandrake può deciderlo senza molto, molto anticipo. E, nel frattempo, questa fabbrica non è diventata né più nuova né più efficiente”. Perfino gli spogliatoi hanno un’aria dismessa, grigiastra, come lo sgabuzzino di una casa dove non ci si decide a dare il bianco perché forse si sta per traslocare.
In sei anni, dai tempi della “luna di miele”, quando l’arrivo di Marchionne aveva fatto respirare perfino ai più scettici un’aria diversa (ricordate? Era l’epoca dei “collaboratori” diventati “lavoratori”, dei ristoranti tirati a lustro, dei murales dipinti dagli operai e degli internet point gratuiti ai quali accedere durante la pausa) è cambiato tutto, o quasi. “Sono cambiate la facce – racconta Antonio – e non solo perché sono più vecchie le persone. Tutti capiamo che questa fabbrica non potrà più risuscitare. La differenza è che qualcuno ancora si incazza, altri preferiscono lasciar perdere e concentrarsi su qualche lavoretto da fare fuori, nell’attesa”.
Piemonte
La crisi delle TV locali piemontesi e i linguaggi per parlare ai giovani
Calo degli ascolti, crollo degli introiti pubblicitari, società al collasso, debiti con i fornitori, stipendi non pagati, giornalisti in fuga. Questo è lo scenario da Armageddon dell’emittenza televisiva piemontese dopo il passaggio al digitale terrestre. La storica “fabbrica dell’etere” nata alla fine degli anni 70 attorno alla pioniera Tele Torino International, è oggi un settore senza ossigeno che ha sofferto la «rivoluzione» in maniera drammatica; tanto che, come è accaduto in Sardegna, potrebbe presto chiedere lo stato di crisi. «Ci sono almeno tre casi di emittenti in grave difficoltà sul territorio», spiega il fiduciario per il Piemonte della Frt, la Federazione Radio Televisioni, Mauro Lazzarino, presidente di Grp. Valuteremo con la Regione se sia il caso di aprire formalmente un tavolo di crisi”.
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E alla fine hanno venduto Loquendo
Via Repubblica La principale azienda italiana di telecomunicazioni ha venduto la propria partecipazione, pari al 99,98 per cento, ad un gruppo americano. Nell’accordo anche l’impegno contrattuale a mantenere la sede a Torino Telecom Italia ha ceduto al gruppo statunitense Nuance Communications la propria partecipazione, pari al 99,98 per cento, nel capitale sociale di Loquendo, in … Leggi tutto
Online l’applicazione di Tobike per Android
E’ online l’applicazione per Android di Tobike che consente di consultare in tempo reale le informazioni per conoscere con uno smartphone la stazione ToBike più vicina e verificare sempre se ci sono bici o posti liberi disponibili.
Fassino e le sfide per il futuro di Torino
Via Spazio Aperto Secondo Piero Fassino Torino per cambiare dovrà affrontare dieci sfide che utilizzeranno quattro motori Le sfide 1.restituire dignità e certezze al lavoro, insidiato dalla precarizzazione e investito da un’accelerata trasformazione delle relazioni sindacali e dal venire meno dei sistemi di garanzia del welfare; 2.l’allungamento dei tempi di vita, l’innalzamento dell’età media della … Leggi tutto
Una campagna per la Biennale del Digitale a Torino
Via Testo Libero A Torino c’è già la Biennale Democrazia, su cui ammettiamo avere dei dubbi. ma anche la Biennale della Legalità in una città in cui ad esempio Libera e Gruppo Abele mostrano già ogni giorno le vie della legalità e i modi di combattere la legalità ci sembra troppo ? E pensare invece … Leggi tutto
Un viaggio allucinante in treno
Una avventura vissuta da Torino a Milano
Partiamo, è il solito treno del pomeriggio pieno di studenti o lavoratori, quasi tutti pendolari abituali. Molti dormono, altri leggono o sentono musica in cuffia, altri ancora con occhi stanchi lavorano al laptop. Nessuno bada allo scorrere delle stazioni, salvo che dopo un quarto d’ora il treno si ferma in un luogo ignoto in mezzo a un grosso temporale. Strano … i treni vanno anche in mezzo ai temporali peggiori. Passa il tempo e nessuno ci dice niente. Che succede ? Problemi tecnici ? Il maltempo ? Nulla. I viaggiatori iniziano a telefonare a parenti e amici per annunciare il ritardo. I più informati sostengono che ci troviamo a Vittuone, comune ignoto a buona parte dei viaggiatori. Il tempo passa e non succede niente. Qualcuno va su e giù per il treno a raccogliere informazioni. Dopo una buona mezz’ora il tam tam sul treno dice che bisogna scendere per prendere un altro treno per arrivare a Novara … “poi si vedrà”. Pare ci sia un treno fermo nella stazione di Magenta che blocca tutta la linea verso Torino. Fuori diluvia. La processione dei viaggiatori – bestie scende dal treno stoppato, si infilza nel sottopassaggio, qualcuno un po’ folle attraversa direttamente i binari. Ovviamente i nervi diventano sempre più tesi. Iniziano insulti fra i viaggiatori e il personale delle ferrovie. Saliamo sulla tradotta Vittuone – Novara.
Il pezzo mancante degli Agnelli
Esce nei cinema il documentario di Giovanni Piperno dal titolo Il pezzo mancante, che racconta le vicende della famiglia Agnelli.
Ma di che cosa si lagna Marchionne ?
Un combattivo Luciano Gallino su Repubblica via Dagospia
Marchionne ha affermato che l´Italia deve cambiare atteggiamento nei confronti di Fiat Auto. L´Italia dovrebbe diventare più comprensiva nei confronti delle sue strategie. Più aperta al nuovo che esse rappresentano in tema di relazioni industriali e di piani produttivi. Da ciò si dovrebbe anzitutto dedurre che i suoi uffici gli passano da tempo una rassegna stampa largamente incompleta.
Una pur rapida scorsa agli articoli pubblicati nell´ultimo anno o due, alle dichiarazioni dei politici, ai comportamenti di due dei maggiori sindacati su tre, porta a concludere che nove articoli su dieci dei maggiori quotidiani, quattro quinti degli accademici, l´intero governo, e perfino gran parte dei politici di opposizione si sono espressi con fervore dalla parte delle strategie di Fiat. Tutti d´accordo: chi critica Fiat si oppone al nuovo che avanza, ai dettami della globalizzazione, allo sviluppo industriale del paese.
Bike Pride 2001 a Torino
Domani domenica, temporali permettendo, dovrebbe svolgersi il Bike Pride torinese. Un 5-6 mila torinesi con relativa bicicletta con il bloggante in pole position in ciro per la città … sempre maltempo permettendo. Una piccola riflessione: anni fa quando mi vedevano in bici per Torino, la città in cui tutto doveva essere a 4 ruote e … Leggi tutto