Francesco Russo su Repubblica.it
E’ una di quelle notizie a prima vista in bianco e nero, in cui dovrebbe essere facile distinguere buoni e cattivi. Dunque, Google – come annunciato la settimana scorsa – ha smesso di censurare i risultati del proprio sito in cinese Google.cn, redirigendo il dominio su Hong Kong, che fornisce risultati senza censura.
Formalmente il motore di ricerca non abbandona la Cina, lasciando al governo di Pechino il compito di oscurare il sito. Ma di fatto, aver rinunciato all’impegno all’autocensura che – come chiunque voglia operare su internet in Cina – anche big G aveva adottato quattro anni fa, equivale alla decisione di lasciare. “Speriamo”, afferma David Drummond, vicepresidente e responsabile dell’ufficio legale di Google – che il governo rispetti la nostra decisione, anche se siamo ben consapevoli che da un momento all’altro potrebbe bloccare l’accesso ai nostri servizi”. A questo proposito Google ha addirittura creato un cruscotto dal quale è possibile vedere giorno per giorno lo stato dei propri siti, quali siano in funzione e quali invece siano stati bloccati.