Con 309 voti contrari e 298 favorevoli su 607 votanti, la Camera a scrutinio segreto ha respinto la richiesta di autorizzazione all’arresto nei confronti del deputato del Pdl ed ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino. Così il deputato classe 1959, nato a Casal di Principe e secondo il boss pentito Carmine Schiavone punto di riferimento politico dei Casalesi continuerà ad essere il coordinatore Pdl per la Campania, anche se lo stesso Cosentino ha annunciato le sue intenzioni a dimettersi, purchè siano i vertici di partito a deciderlo. Insomma le cose non cambiano o comunque non si vogliono cambiare, tant’è che ben 22 deputati non hanno neppure partecipato al voto, quattro dei quali erano in missione, mentre i sei radicali si sono opposti all’arresto pronunciando il loro “no”.
Ancora una volta la giustizia, i magistrati napoletani che hanno indagato escono sconfitti da un epilogo per tanti versi scontato. La Casta Politica salva ancora il “collega” di turno per il quale non si potrà procedere penalmente, almeno finchè ricoprirà il suo ruolo istituzionale. Eppure le accuse rivolte a Cosentino non sono proprio all’acqua di rose; partono dal 2008, anno in cui sempre Schiavone parlò di un patto elettorale tra camorra e l’esponente politico, che una volta eletto avrebbe svolto un ruolo decisivo per la “famiglia”.
Un politico con i coglioni (in testa)
Via Giornalettismo Mi piace la caccia. Anche la caccia grossa, la pesca, i tori e tante altre sane tradizioni che piacciono agli spagnoli. Non caccio tutto quello che vorrei. Quelle foto sono state scattate insieme a un gruppo di amici di Mallorca, sono immagini colte in un momento vissuto tra amici e sbattute sui quotidiani. … Leggi tutto