Come chiamarli? Innamorati delle poltrone. O dei gettoni. O di entrambi. Difficile a dirsi. In Piemonte è scivolata via senza lasciare la minima traccia tutta la polemica sui privilegi e sui costi della casta e cioè del ceto politico italiano. Dalle nostre parti la malattia è ancora più grave e si allunga ogni giorno l’elenco di parlamentari, consiglieri regionali e titolari di altre cariche che siedono contemporaneamente su due o tre poltrone e non fanno nulla per nascondere la loro bramosia di incarichi e relativi stipendi. Nell’accaparramento delle cariche il centrodestra non ha rivali e distanzia di molte lunghezze sia i rappresentanti del centrosinistra che gli alleati della Lega.
Incominciamo dai deputati del Pdl Osvaldo Napoli, Maria Teresa Armosino e Marco Zacchera. Napoli siede in Parlamento dopo aver lasciato in eredità, come fosse un feudo personale, il Comune di Giaveno alla ex compagna Daniela Ruffino, che indossa anche i panni di consigliera provinciale (e ambisce a un incarico nel sottogoverno regionale) ed essersi fatto eleggere primo cittadino di Valgioie, carica quest’ultima che gli ha consentito di diventare vicepresidente dell’Anci (un posticino di potere discreto ma parecchio influente). Maria Teresa Armosino, una volta la piemontese preferita dall’ex potente ministro Claudio Scajola, divide la sua settimana tra le presenze a Montecitorio e la carica di presidente della Provincia di Asti. Marco Zacchera, un tempo fedelissimo di Gianfranco Fini è deputato da 5 legislature: recentemente ha pensato bene di farsi eleggere anche sindaco di Verbania, la sua città. Ma forse tra i parlamentari il caso più clamoroso di cumulo delle cariche è quello che vede protagonista l’ex missino diventato leghista Gianluca Buonanno, che ha lasciato la Regione per restare onorevole e simultaneamente è sindaco di Varallo, vicesindaco di Borgosesia e come se non bastasse fino al giugno 2009, poco prima del commissariamento, era anche il numero due dell’amministrazione provinciale di Vercelli.
Italia
Primarie fai date con il Fatto Quotidiano
Ci risiamo. Quando le elezioni si avvicinano davvero, a destra come a sinistra, i proclami delle segreterie di partito si rivelano per quello che sono: dei bluff. Tutti parlano di democrazia e di volontà degli elettori, ma alla fine nei comuni, come in Parlamento, ci finiscono quasi esclusivamente uomini e donne scelti dalla Casta. E anche quando scattano le primarie, le consultazioni dei cittadini diventano spesso una corsa pilotata per “dare la forza del mandato popolare” a candidati di fatto selezionati dai soliti noti.
Da oggi però vogliamo tornare noi a scegliere chi ci amministra. Grazie alla Rete. Per questo il Fatto Quotidiano lancia le primarie sul web. Per trovare nuovi candidati e nuovi programmi. Per spingere i cittadini a rimettersi in gioco suggerendo nomi o, magari, proponendosi essi stessi.
Famiglia comunista (pardon cristiana): Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Stupisce la mancata indignazione della gente
Via Famiglia Cristiana La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè – undici anni prima di Mani pulite – l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo. La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre … Leggi tutto
Spettabile Aldo Brancher ci consenta: si dimetta
Le scriviamo a nome di cittadini di destra, di sinistra, di centro, al di là delle posizioni partitiche. Chiediamo Le Sue dimissioni. E di seguito Le spieghiamo perché. Ci sentiamo presi in giro da un ministro di non si sa cosa, che nasce all’improvviso senza deleghe, il cui ministero cambia nome nell’arco di due giorni. Ci sentiamo umiliati e sentiamo che insieme a noi si umiliano, in un tentativo di raggiro delle regole, le Istituzioni e la nostra Democrazia.
Subito dopo la Sua nomina a Ministro si è avvalso del legittimo impedimento in un processo nel quale è accusato di ricettazione e appropriazione indebita. Il Capo dello Stato ha subito sconfessato il Suo legittimo impedimento, motivo per il quale Lei si è permesso di insinuare che il Presidente della Repubblica sia stato manovrato da qualcuno contro la Sua persona. Questa gravissima insinuazione, già da sola, fornisce una causa più che legittima per rassegnare le dimissioni.
Il laptop rubato di Ghedini
Sarebbe bello capire che cosa si trova nel portatile (via Corriere) Il computer portatile di Nicolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, è sparito. Rubato lunedì sera a Milano dall’auto blindata su cui viaggia il deputato del Pdl. L’episodio è riportato dal quotidiano Libero ed è stato confermato dalla questura. L’auto era parcheggiata vicino al Jolly … Leggi tutto
Il metodo Anemone e Robin Hood
Mentre si aspetta la lista completa dei Vip ristruttrati da Anemone, Robin Hood manifesta sotto la casa vista Colosseo di Scajola.
Politici a equo canone
Via Enrica Ieri a Ballarò D’Alema ha reagito maluccio alle provocazioni di Alessandro Sallusti, vicedirettore de Il Giornale, per un suo appartamento prestigioso che pagava a l’equo canone. Appena venuta a Milano, più di 13 anni fa, ho visto degli appartamenti stupendi con le finestre affacciate in Galleria Vittorio Emanuele, su in alto (vedere l’immagine). … Leggi tutto
Come è cambiata la classe dirigente del Piemonte
I nuovi padroni del Pdl vantano nei loro blasoni uno straordinario raccolto di preferenze. Sono in parte nomi nuovi e in parte volti già conosciuti ma destinati adesso a giocare la partita dei protagonisti abbandonando una volta per tutte la casacca dei gregari. Il recordman delle preferenze lo ha conquistato l’albese Alberto Cirio che con il suo exploit elettorale fatto di oltre 14 mila preferenze provoca un piccolo terremoto nella Granda mandando in pensione dopo averlo ampiamente doppiato in termini di referenze l’ex ministro liberarle Raffaele Costa per il quale adesso si spalancano definitivamente le porte dell’uscita dalla scena politica. E all’ex ministro liberale viene tolta anche la corona di uomo politico più popolare del Cuneese. La seconda conseguenza del primato battuto da Cirio e l’abbandono definitivo della tutela che sul consigliere albese ha sempre esercitato il sottosegretario Guido Crosetto. Cirio può giocare senza padrini imboccando una strada che è destinata presto a mettere in discussione anche la carica di coordinatore provinciale del Pdl adesso occupata da Enrico Costa forse per motivi più dinastici, che politici. Adesso Cirio guarda alla poltrona occupata da Costa junior come tassello fondamentale della politica di alleanze che deve cercare di costruire se vuol diventare il nuovo leader moderato della Granda.
Massaggiatrici con happy ending
Chissà mai perchè questo video fa pensare a un certo mondo politico italiano
Il tappo sta per saltare
E’ una delle frasi profetiche della puntata di Anno Zero di ieri sera riferita al rapporto fa il sistema dei partiti e troppe cose. Qualche segno che qualcosa si sta muovendo Una sana lettura dell’ordinanza di custodia cautelare del giudice sul caso Bortolaso – g8 – La Maddalena L’arresto in flagranza di reato del consigliere … Leggi tutto