La giunta Cota tiene famiglia. E fa di tutto per piazzarla in Regione. Senza escludere nessuno: fratelli, figli, mariti e mogli. parenti di esponenti sia PdL che Lega, indistintamente. C’è un po’ di tutto nella “parentopoli” che prende corpo nelle stanze della Regione Piemonte, raccontata stamane da Tommaso Labate de Il Riformista: “La figlia del capogruppo che lavora col presdiente, la moglie dell’assessore assunta alle dipendenze di un altro assessore, la sorella di un onorevole che ha un contratto col gruppo consiliare“. Gli organigrammi consiliari sembrano davvero un gigantesco stato di famiglia. Ed è divertente scorrere l’elenco dei fortunati familiari dei politici eletti in Piemonte assunti con contratti a tempo determinato, contratti di collaborazione e consulenze.
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La doppia sede romana della Regione Piemonte
Via Lospiffero Da ieri il presidente Roberto Cota può servirsi per i suoi soggiorni nella Capitale di un nuovo elegante ufficio situato nella centralissima via della Scrofa, a due passi dal quartier generale del Pdl. Una sede scelta direttamente dal governatore, volutamente più sobria e con meno stanze della precedente dimora in uso da Mercedes … Leggi tutto
I grillini propongono di pagare il riconteggio con i loro rimborsi
Via Lastampa.it Si potrebbe definire «beneficenza democratica». I grillini del Movimento 5 Stelle, di fronte allo stallo del riconteggio delle schede elettorali per mancanza di fondi, hanno deciso di lanciare una provocazione mettendo a disposizione i propri rimborsi elettorali per dare il via alle operazioni. «Siamo per la legalità – scrive il gruppo consiliare composto … Leggi tutto
Gli sdoppiati
Come chiamarli? Innamorati delle poltrone. O dei gettoni. O di entrambi. Difficile a dirsi. In Piemonte è scivolata via senza lasciare la minima traccia tutta la polemica sui privilegi e sui costi della casta e cioè del ceto politico italiano. Dalle nostre parti la malattia è ancora più grave e si allunga ogni giorno l’elenco di parlamentari, consiglieri regionali e titolari di altre cariche che siedono contemporaneamente su due o tre poltrone e non fanno nulla per nascondere la loro bramosia di incarichi e relativi stipendi. Nell’accaparramento delle cariche il centrodestra non ha rivali e distanzia di molte lunghezze sia i rappresentanti del centrosinistra che gli alleati della Lega.
Incominciamo dai deputati del Pdl Osvaldo Napoli, Maria Teresa Armosino e Marco Zacchera. Napoli siede in Parlamento dopo aver lasciato in eredità, come fosse un feudo personale, il Comune di Giaveno alla ex compagna Daniela Ruffino, che indossa anche i panni di consigliera provinciale (e ambisce a un incarico nel sottogoverno regionale) ed essersi fatto eleggere primo cittadino di Valgioie, carica quest’ultima che gli ha consentito di diventare vicepresidente dell’Anci (un posticino di potere discreto ma parecchio influente). Maria Teresa Armosino, una volta la piemontese preferita dall’ex potente ministro Claudio Scajola, divide la sua settimana tra le presenze a Montecitorio e la carica di presidente della Provincia di Asti. Marco Zacchera, un tempo fedelissimo di Gianfranco Fini è deputato da 5 legislature: recentemente ha pensato bene di farsi eleggere anche sindaco di Verbania, la sua città. Ma forse tra i parlamentari il caso più clamoroso di cumulo delle cariche è quello che vede protagonista l’ex missino diventato leghista Gianluca Buonanno, che ha lasciato la Regione per restare onorevole e simultaneamente è sindaco di Varallo, vicesindaco di Borgosesia e come se non bastasse fino al giugno 2009, poco prima del commissariamento, era anche il numero due dell’amministrazione provinciale di Vercelli.
Il Piemonte tira la cinghia
Via lo Spiffero Calano i consumi nel Mezzogiorno, ma la crisi si fa sentire anche al Nord. Ed è proprio il Piemonte a registrare, tra le regioni settentrionali, la contrazione più marcata: meno 5%. È quanto emerge dal Rapporto dell’Ufficio studi di Confcommercio. In particolare, nel lungo periodo, è in continuo ridimensionamento la quota di … Leggi tutto
Nuova organizzazione per il CSI Piemonte
Il CSI-Piemonte adotta una nuova organizzazione a rete per essere più dinamico e favorire lo sviluppo delle imprese del settore, con la collaborazione del Sistema Confindustriale Piemontese. Partire da una nuova organizzazione aziendale interna per favorire la creazione di un distretto ICT piemontese altamente qualificato, in grado di aumentare la competitività delle imprese del comparto e permettere loro di muoversi efficacemente sul mercato nazionale e internazionale. È questo il principale obiettivo della nuova strategia adottata dal CSI-Piemonte per rivitalizzare e potenziare il settore dell’Information and Communication Technology regionale, con la collaborazione e il sostegno di Confindustria Piemonte.
Il Tar sul voto in Piemonte: rinviato il ricorso sulle irregolarità, si ricontano i voti di due liste
Il Tar del Piemonte ha rinviato la sentenza per il ricorso sulle presunte irregolarità della lista Pensionati per Cota. Il tribunale ha sospeso il giudizio permettere ai ricorrenti di presentare querela per falso entro 60 giorni. E’ stato accolto parzialmente uno dei ricorsi presentati che determina il riconteggio dei voti delle due liste Consumatori e … Leggi tutto
Donne in rete
Mercoledì 30 giugno, alle 20.30, nella Sala Roccati al Circolo della Stampa in corso Stati Uniti 27 a Torino, è in programma Donne in rete, incontro delle giornaliste del Piemonte. Confronti tra professione e vita privata: come uscirne vive? L’altra metà del cielo del giornalismo si interroga e propone strategie.
Rete richiama i concetti di relazione, stare insieme, incontrarsi e condividere risposte ai problemi. Le condizioni di lavoro delle giornaliste sono molto diverse dal punto di vista economico, contrattuale, della posizione professionale, ma restano difficoltà comuni. Sempre più donne entrano nella professione: tuttavia, resta profondamente “maschile” per i tempi, totalizzanti e sregolati, per organizzazione del lavoro e per il persistere di pregiudizi discriminatori.
La versione Rai del blackout del digitale terrestre in Piemonte
Mentre molti di noi seguivano la partita dell’Italia, ieri pomeriggio, su internet sono cominciate a circolare isolate (isolate in Piemonte) grida di allarme: aiuto, dicevano, a Torino la partita non si vede più. Ma stava finendo il primo tempo, eravamo sull’uno a uno, e il resto del paese non se ne è accorto. Quelli che invece erano rimasti collegati anche mentre seguivano la partita hanno visto balenare sui social network gli allarmi piemontesi ma hanno risposto al massimo con un “non rompete, c’è la partita”.
Oggi il disastro Rai di ieri pomeriggio sta assumendo dimensioni più vistose e visibili: ci sono articoli di giornale, interrogazioni parlamentari e agitate polemiche. E meno male che la partita è stata mediocre. Però non si capisce ancora esattamente cosa sia successo, o perché sia successo. Questo è quello che si ricostruisce in Rai.
La lista nera delle aziende partecipate della Regione Piemonte
Serve un piano industriale per la valorizzazione delle partecipazioni anche tramite dismissioni, fusione o liquidazione di alcune di esse». La richiesta di Mariella Enoc, presidente di Confindustria Piemonte, è contenuta in un dossier consegnato alla giunta Cota che analizza cinque anni di conti di 26 società oggi controllate da Finpiemonte partecipazioni. I risultati? Ci sono 11 società che dal 2004 al 2009 hanno accumulato deficit su deficit (alcune con brevi intervalli di pareggio o di utile) e di queste ce ne sono sette che secondo Confindustria richiedono «una maggiore attenzione». La stessa attenzione che deve essere posta su Sito, la società che gestisce l’Interporto di Orbassano, che registra utili ma che necessita di una profonda revisione delle sua mission anche in seguito alla realizzazione della Torino-Lione.
Nel dossier di Confindustria si sottolinea come una delle criticità maggiori di questo sistema sia legata alla «modesta redditività del portafoglio partecipazioni». Il motivo? «Le scarse efficienze nella struttura organizzativa delle partecipate e un’inefficiente razionalizzazione dei servizi», spiega Paolo Ballistreri, segretario generale di Confindustria. Per cercare di capire che cosa è successo è necessario analizzare i risultati di bilancio di quelle sette società che potrebbero rientrare in un’ipotetica «black list».
E l’Italia sparisce da mezzo Piemonte servito dal digitale terrestre
E’ buffo pensare che si dice che lo switchoff al digitale è stato posticipato per evitate che gli italiani rischiassero di non vedere i mondiali. Poi verso la metà del primo tempo di Italia – Nuova Zelanda è sparito il segnale digitale da mezzo Piemonte. Non che calcisticamente sia stata una grande perdita. (via Repubblica) … Leggi tutto