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Una pacata analisi del voto al primo turno delle elezione dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte
Per fare un’analisi del voto del primo turno delle elezioni 2013 dell’Ordine dei Giornalisti in Piemonte occorre andare ai risultati delle stesse elezioni nel 2010. Tre anni fa si presentarono tre liste: le classiche storiche rappresentanze dei giornalisti piemontesi. Per essere schematici si trattava di due fazioni prevalentemente legate al mondo dei professionisti (definirle di sinistra e centro sono parole forti) e una rappresentante principalmente i pubblicisti, che tradizionalmente fa riferimento allo storico vice presidente Ezio Ercole. Le tre liste però avevano deciso di fronteggiarsi apertamente nelle due sezioni dei pubblicisti e professionisti. Al primo turno tre anni fa la “lista Ercole” fece l’en plein tra i pubblicisti aggiudicandosi i tre consiglieri regionali e i sei consiglieri nazionali. Per i professionisti si dovette andare al ballottaggio. Il ballottaggio portò a livello regionale a una situazione apparentemente ingovernabile con 3 seggi per ogni lista citata. A quel punto a urne chiuse gli accordi politici hanno portato all’elezione di Alberto Sinigaglia e alla costruzione di una maggioranza quasi bulgara che ha gestito le cose in questi anni.
La mia candidatura per le prossime elezioni per l’Ordine dei giornalisti del 19 e 26 maggio 2013
Ho deciso di metterci la faccia, l’impengo e le competenze per le prossime elezioni dell’Ordine dei Giornalisti in Piemonte. Tutto è nato in un incontro di giornalisti in cui tutti sostenevano che non era più possibile, a maggior ragione con i tempi che corrono, una gestione del genere dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. In cui tutti i presenti con cui mi intrattenevo sostenevano che era necessario dal basso cercare di cambiare le cose per salvare la dignità del mestiere e la qualità dell’informazione in questa regione dopo l’azione per anni di persone che hanno solo difeso prevalentemente i loro interessi e le loro posizioni dietro belle parole e molti discorsi vuoti: pavidi con i potenti e prepotenti con i deboli.
Da tempo avevo deciso di non occuparmi di quello che succede in questo campo in Piemonte dopo aver visto cose vergognose, dopo aver cercato di difendere per quello che mi riguardava la legalità e la correttezza ricevedendo dall’Ordine piemontese non risposte e prese in giro, buona ultima la vicenda del Master in Giornalismo per cui aspettavo la nuova gestione per avere giustizia.
Ma ho capito che eravano in un buo numero … non eravamo soli tra soli. Così ho pensato che era il caso di provarci a fare qualcosa di diverso che non avesse le facce, le metodologie da conventicole, il braccino corto, l’amore per il potere e il dominio visto in questi anni.
L’ordine della Toscana contro le decisioni a capocchia dell’ODG nazionale
L’Ordine dei Giornalisti della Toscana esprime il proprio disappunto per come negli ultimi mesi si è voluto accelerare da parte dell’esecutivo del Consiglio Nazionale su tematiche di fondamentale importanza quali la disciplina, la formazione, l’accesso al professionismo.
Siamo consapevoli di essere di fronte ad un passaggio storico fondamentale per la professione che sta vivendo una profonda crisi di cambiamento nel quale le certezze di un tempo vengono meno. Ma riteniamo non corretto procedere per accelerazioni improvvise e dettate forse da eccessiva fretta di tipo elettorale.
Non sembra opportuno, infatti, che a poche settimane dal rinnovo del Cnog e dei principali Consigli Regionali si approvino regolamenti e ordini del giorno che rischiano di minare le basi stesse della professione, se non precedute da un’ampia condivisione in un rapporto tra Ordine nazionale e Ordini regionali che è ancora tutto da costruire.
L’ordine dei giornalisti manda una lettera agli ordini regionali sullo sfruttamento e la discriminazione dei giornalisti
Dopo anni di porcate fatte in certi ordini regionali regolarmente denunciate ora l’ODG nazionale manda lettera aglio ordini regionali denuncianodo “che il male esiste”
Accertate le violazioni della Carta di Firenze». Contro lo sfruttamento e la discriminazione dei giornalisti. E’ il senso di una lettera-esposto inviata dal presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino e dal gruppo di lavoro sul precariato del Cnog a tutti i presidenti degli Ordini regionali, a un anno esatto dall’approvazione del documento deontologico.
I furbetti del giornalismo italiano non sono riusciti a capovolgere la volontà del Parlamento: la deontologia passa ai consigli di disciplina. Verso una fine delle porcate degli ordini delle regioni vergongose
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (Cnog), con una maggioranza strettissima (38 sì, 28 no e 18 astenuti), ha deciso che la vigilanza sul comportamento degli iscritti sarà gestita e governata unicamente dai Consigli territoriali di disciplina istituiti dal dl 138/2011 (convertito con la legge 148/2011) come www.francoabruzzo.it aveva sostenuto ieri e avantieri (leggi in coda). Dice la norma approvata dal Cnog: “Il procedimento disciplinare è iniziato dal Consiglio territoriale di disciplina a seguito di segnalazioni o esposti di terzi o del Consiglio dell’Ordine, nonché su richiesta del Procuratore generale della Repubblica o del procuratore della Repubblica competenti”. Le funzioni dei Consigli di disciplina sono specifiche e abbracciano, afferma la legge 148/11, sia l’istruzione sia la decisione degli affari deontologici. E’ pacifico che i nuovi Consigli possano agire anche d’ufficio come si legge nell’articolo 48 della legge 69/1963 sull’ordinamento della professione di giornalista in quanto “eredi” delle funzioni finora esercitate dai Consigli storici dell’Ordine nati nel 1963 e attivi dal 1965.
Ordine dei Giornalisti: tutto cambia, pardon poco cambia di sostanziale
Il sito dell’Ordine dei giornalisti tempestivamente informa che Il governo ha approvato venerdì 3 agosto quello che è il DPR sulla riforma delle professioni, come con enfasi viene definito. Sono contenute in esso alcune norme che riguardano l’Ordine dei giornalisti e penso sia utile fornire ai colleghi una sintesi e una spiegazione del contenuto delle stesse. … Leggi tutto
Continuano le perplessità della Fornero sull’equo compenso
Continua il minuetto fra enti giornalistici italiani e Elsa Fornero Con un comunicato ufficiale, il Ministero del Lavoro fa chiarezza sulle intenzioni del ministro a proposito dell’equo compenso e sgombra il campo da un equivoco che era nato durante la sua audizione davanti alla commissione Lavoro del Senato che potrà, così, riprendere in maniera più … Leggi tutto
Il Tg1 dei pannoloni viene assolto dall’Ordine dei Giornalisti
Una vergogna per l’Italia e per l’Ordine dei Giornalisti: vogliamo nomi e cognomi dei consiglieri nazionali che hanno votato per l’assoluzione di Franco Di Mare, conduttore di Uno Mattina
La storia della pubblicità della Fater Spa e di Franco Di Mare, conduttore di Uno Mattina che la lanciava come se fosse un servizio del Tg1, finisce con un’assoluzione. La storia la racconta oggi “Il Fatto”, che l’aveva portata alla luce qualche tempo fa.
Che cosa cambia nel concreto per i giornalisti iscritti all’Ordine
L’Ordine dei Giornalisti ha pubblicato delle indicazioni su cosa potrà cambiare o non cambiare con le riforme degli ordini professionali per i giornalisti
CHE COSA CAMBIA. Nell’immediato nulla. In prospettiva più o meno vicina, le funzioni disciplinari verranno tolte ai Consigli (regionali e nazionale) e affidati a collegi.
Quelli “territoriali” saranno composti da cinque persone, scelte tra i membri del “consiglio viciniore”, dal presidente dello stesso, seguendo una “gabbia di competenze” già utilizzata per i magistrati. Per intenderci il presidente del Consiglio dell’Odg dell’Umbria sceglierà tra gli altri 8 membri del suo Consiglio i cinque che diventeranno i “giudici” degli iscritti all’Odg del Lazio. Non sono stati fissati criteri per la scelta, né è chiaro in quale sede avverranno i procedimenti. Cioè saranno ”i giudici” a spostarsi nella regione vicina o a doverlo fare saranno chiamati i colleghi sottoposti a procedimento disciplinare?
Il collegio nazionale sarà composto da 9 membri titolari e tre supplenti: tutti giornalisti. Così come è concepito lo schema di D.P.R. è impossibile per l’Odg formarlo perché le nostre elezioni per il consiglio nazionale avvengono su base regionale e non esistono, quindi, i primi degli esclusi. Il ministro sta cercando una soluzione, valutando anche una proposta dell’Odg, per consentire all’Ordine dei giornalisti di formare il collegio. La strada ipotizzata è di chiarire l’esclusione di questo sistema per quanti non hanno elezioni su base nazionali.
La situazione della riforma dell’Ordine dei Giornalisti non si chiarisce
Via GiornaleIlRferendum E’ realtà, quindi, lo schema per il decreto legge sulla riforma delle professioni, che sarà emanato a breve dal Governo. Nessuno spostamento in avanti della scadenza del 13 agosto, come ipotizzato inizialmente: le nuove norme saranno effettive a partire da quella data. C’è solo un “piccolo” particolare: lo schema del ddl non tratta … Leggi tutto
Al via il dpr per la riforma degli Ordini
Via Sole24Ore Ha fatto tesoro della normativa comunitaria la definizione di professione regolamentata da cui cui prende le mosse il Dpr che potrebbe mettere la parola fine alla lunghissima querelle sulla riforma degli Ordini. Il punto fermo del Dpr, approvato in prima lettura dal Consiglio dei ministri, è il seguente: «per professione regolamentata si intende … Leggi tutto