Dopo tentennamenti e rinvii a marzo del 2011 il quotidiano newyorkino ha introdotto quello che personalmente ho definito come un “soft paywall” per la possibilità offerta di leggere sino a 20 articoli senza pagare, così come altrettanto avviene se si approda sul sito del NYT arrivando da un social network e/o da un motore di ricerca. La formula si è rivelata vincente e già a metà dell’anno scorso appariva chiaroche l’obiettivo di raggiungere 300mila abbonamenti digitali nei primi 12 mesi sarebbe stato raggiunto.
Arrivano ora i risultati dell’ultimo trimestre a confermare che effettivamente la meta non solo è stata raggiunta ma addirittura superata. Secondo i dati diffusi alla fine della scorsa settimana, a fine dicembre 2011 sarebbero stati effettuati ben 406mila abbonamenti a pagamento dei quali 390mila sono direttamente riferibili al New York Times. Se già la settimana scorsa è stato approfondito il significato ed il valore, soprattutto, del successo del Mail Online proprio a discapito del giornale statunitense, anche in questo caso vale la pena di andare oltre le apparenze e qualificare meglio i termini del successo.
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Perchè il NYT è un giornale straordinario
Perchè pensa in maniera innovativa: un esempio …
More and more journalists use blogging platforms to write and edit stories, but those text editors are pretty basic: It’s not easy to see what changes others have made to a post. And two people can open the same post, overwriting one another’s edits.
The New York Times has solved those problems for online journalists by building a tool that will track changes in a browser-based text editor. The tool, called ICE (for Integrated Content Editor) was built so that it will work with a variety of text editors; the Times has already built plugins for WordPress and TinyMCE, a common text editor used in blogging platforms. (The New York Times Company is an investor in Automattic, the company that develops the WordPress blogging platform.) In effect, the Times has combined the ubiquity and ease-of-use of brower-based text editors with the accountability and scale of newspaper word processing systems.
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Beta 620 il laboratorio del NYT
Via Beta620 At The New York Times, our software engineers, journalists, product managers and designers are constantly striving to create new and innovative ways to present news and information and interact with our readers. Yet it’s often difficult to try out new inventions on the world’s largest newspaper Web site. That’s why we created beta620, … Leggi tutto
Hacking The New York Times
Via Wittgestein Il nuovo “paywall” del sito del New York Times stia funzionando o no, è presto per dirlo. Però ha ragione Arianna Huffington a dire che il “muro” è pieno di buchi ed eccezioni, forse in parte voluti. Io so che tutte le pagine a cui si accede dalla homepage e che mostrano il … Leggi tutto
Dominique Strauss-Kahn arrestato a NY per molestie sessuali
Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Kahn, è stato arrestato sabato sera a New York con l’accusa di molestie sessuali ai danni della cameriera di un hotel. Lo ha riferito il New York Times nel suo sito on line e in seguito la notizia è stata confermata da un portavoce della polizia della metropoli americana. Strauss-Kahn, 62 anni, è sotto interrogatorio, ha aggiunto il portavoce, in relazione a un episodio di molestia sessuale ai danni di una cameriera 32enne che dopo il fatto è fuggita dalla camera che il direttore del Fmi occupava al Sofitel Hotel di New York nella 44 strada Ovest, vicino a Times Square. Strauss-Kahn, possibile candidato socialista alle elezioni presidenziali francesi dell’aprile 2012, dopo l’episodio ha lasciato l’albergo e si è imbarcato su un volo Air France in partenza per Parigi dall’aeroporto Jfk. Ma l’aereo non è stato fatto decollare e in seguito gli agenti della polizia aeroportuale sono saliti a bordo, hanno arrestato il direttore generale dell’Fmi e lo hanno consegnato ai detective della polizia di New York che alle ore 3 del mattino di domenica (ora italiana) lo tenevano ancora sotto custodia.
Il New York Times online passa a pagamento dal 28 marzo
Il New York Times passa a pagamento dal 28 marzo prossimo negli Stati Uniti e a livello globale e a partire da oggi in Canada. Tre diversi tipi di abbonamento, a partire da 15 dollari al mese. I non abbonati potranno consultare gratuitamente un massimo 20 articoli al mese. Beginning March 28, visitors to NYTimes.com … Leggi tutto
Come hanno fatto a spegnere l’internet egiziana
Qualche giorno dopo il blackout dell’Internet egiziana John Markoff insieme a James Glanz cercano di spiegare sul NYT come è andata la vicenda The blackout was lifted after just five days, and it did not save President Hosni Mubarak. But it has mesmerized the worldwide technical community and raised concerns that with unrest coursing through … Leggi tutto
Al NYT i migliori cervelli del giornale vanno all’online
Maurizio Molinari su LaStampa.it Il direttore del New York Times, Bill Keller, ha deciso di riorganizzare il lavoro interno alla redazione per adoperare i «migliori cervelli del giornale» al fine di progettare come proiettare l’informazione sul web 24 ore su 24. Ecco cosa avverrà: alle riunioni redazionali del mattino e del pomeriggio verrà chiesto ai … Leggi tutto
Il Sole 24 Ore anticipa il NYT
Via Pandemia Il Sole 24 Ore anticipa il New York Times e da qualche giorno, senza aver effettuato nessuna comunicazione ufficiale, ha attivato un limite di 20 articoli/pagine visibili per utente al mese, superato il quale compare l’immagine che segue. Per continuare a leggere è necessario pagare un abbonamento mensile. Funzionerà?
Il vero social network continuerà a chiamarsi WWW
Sognavamo il “web sociale” (almeno io), e Facebook lo fa! Ma somiglia più a un neonato bruttino che a un bel bambino. Lanciandosi alla conquista del web attraverso la monetizzazione con gli inserzionisti dei nostri dati personali recuperati ormai dovunque li lasciamo con la nostra navigazione, Facebook sta ormai per diventare un problema ancora più grande di quanto non sia mai stato Google.
E questa evoluzione ha il profilo di un web che non evolve affatto verso il meglio, come potevamo sperare.
Avrei voluto che questo web sociale emergesse di più dal lato della blogosfera, da una costruzione spontanea originalissima e autogestita di blog interconnessi, che avrebbe prodotto la sua agenda dell’ informazione.
Ma quest’ ultima oggi è moribonda, sotto gli assalti incrociati delle reti sociali che la svuotano della sua sostanza e dei media mainstream che tentano di recuperare alcuni blogger e marginalizzarne altri, per soffocare l’ emergere di quella che essi vedono solo come una concorrenza.