Um marzo magico per gli accessi ai siti online di informazione, ma c’è qualche trucchetto

Via Blitzquotidiano

Dagospia.com, con 104 mila utenti unici nel giorno medio e 743 mila nel mese, è stato, nel febbraio 2013, il sito d’informazione più letto in Italia. Il primato riguarda i siti che hanno solo l’online, escludendo cioè i siti collegati a testate cartacee, dove invece domina la gerarchia dettata dalla diffusione nazionale, con in testa Repubblica e Corriere della Sera, e territoriale (la Stampa) .

Nel febbraio 2013 ottimi risultati di crescita ci sono stati anche per il Post e Blitzquotidiano, come rilevano i dati di Audiweb, che monitora il traffico dei siti internet italiani e che sono stati pubblicati dal quotidiano Italia Oggi. Dati incoraggianti in un mese segnato da eventi particolari (dalle dimissioni del Papa alle elezioni) che hanno fatto registrare un generale aumento della fruizione di informazione online da parte degli utenti. Il Post, con 80 mila utenti unici nel giorno medio, “ha più che raddoppiato”, rispetto a gennaio, mentre Blitzquotidiano è passato a 58 mila utenti unici a febbraio (un milione nel mese) dai 31 mila di dicembre.

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Che cosa sta succedendo a Linkiesta ?

Gli infiniti impegni di questi giorni mi aveano distratto da una serie di eventi che sono successi in sequenza rapida.

Prima il licenziamento del condirettore Massimiliano Gallo, poi le dimissioni del diretttore Jacopo Tondelli

Poi arriva un giorno, e ti accorgi che è il giorno in cui devi – non hai altra scelta, devi – andare via. Quel giorno per me è arrivato oggi in seguito a una decisione degli organi di gestione de Linkiesta.it che non doveva essere presa sopra la mia testa. Succede invece che, a cose fatte e decise, mi viene comunicata verbalmente la decisione “già presa” del licenziamento del condirettore Massimiliano Gallo. Non solo già presa, ma materialmente già irrevocabile. Figurarsi.
Senza neanche entrare, qui, nel percorso decisionale e nell’impianto motivazionale della scelta, mi è parso evidente quale fosse il mio dovere e dove stesse la mia dignità personale e professionale: nelle dimissioni. Perché non si può fondare un giornale come Linkiesta aderendo anche come socio all’iniziativa; non si può pretendere di fare le pulci al potere, ai suoi tic, alle sue arroganze, ai suoi errori di valutazione e gestione, per poi annuire e magari anche ringraziare di fronte a un gesto che sa, palesemente, di esautorazione. Qualunque altra mia scelta, avrebbe voluto dire accettare e anzi istituzionalizzare, dentro al giornale che ho diretto sin dalla sua fondazione e di cui sono socio, il germe di ciò che più accesamente abbiamo criticato nelle società degli altri.

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Nativi digitali: il libro

Un nuovo libro di Paolo Ferri Media digitali e comunicazione interattiva sono i fenomeni più eclatanti del mutamento sociale e dell’industria culturale all’inizio del nuovo millennio. Oggi gli iPad, gli eBook, così come gli smartphone, e i Tablet Pc, sempre connessi a Internet, assediano ogni giorno più da presso il regno della carta stampata gutenberghiana. … Leggi tutto