Oltre un milione di firme contro la corruzione e per il bene comune. Un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché promuova l’adeguamento del nostro codice alle leggi internazionali anticorruzione. E perché venga finalmente data piena attuazione alla norma, già introdotta nella Finanziaria 2007, che prevede la confisca e il riutilizzo sociale dei beni dei corrotti. Questi i contenuti della campagna promossa da Libera e Avviso pubblico, presentata oggi in conferenza stampa a Roma.
Una raccolta di firme, per mettere freno a un fenomeno dilagante che ammala il nostro Paese: in Italia, la corruzione è sistema. Lo dice la Corte dei Conti, ne sono convinti gli italiani, lo provano i dati. È una tassa occulta che costa agli italiani circa 50/60 miliardi di euro l’anno, quasi mille euro a testa, dalla culla alla pensione. Un furto al bene comune con cifre da capogiro, basti pensare che il valore di tutti i beni sequestrati e confiscati alla mafia negli ultimi due anni e mezzo (18 miliardi) non sono sufficienti a coprire neppure un quinto di quanto è stato contemporaneamente sottratto ai cittadini come costo della corruzione.