Uno scandaloso Giorgio Napolitano

Giorgio Napolitano ha invitato i giornalisti a non fare il loro mestiere: indagare e informare Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano torna a parlare del caso Monte dei Paschi e lancia un nuovo invito a raffreddare il clima intorno allo scandalo della Banca senese. Dopo essersi schierato ieri in difesa della Banca d’Italia e delle … Leggi tutto

Un passo importante per la democrazia italiana: l’immunità è dei re ! E Napolitano non è un re, ma un presidente della Repubblica

Via il Fatto Quotidiano

Se immune da ogni responsabilità il Capo dello Stato diventa un sovrano. E’ questa la tesi sostenuta dalla procura di Palermo nel costituzione in giudizio presentata questa mattina di fronte ai giudici della Consulta nel conflitto di attribuzione sollevato dal Capo dello Stato. “Un’immunità assoluta” – si legge nel testo – può essere ipotizzata per il Capo dello Stato “solo se, contraddicendo i principi dello Stato democratico-costituzionale, gli si riconoscesse una totale irreponsabilità giuridica anche per i reati extrafunzionali”. E una tale “irresponsabilità finirebbe per coincidere con la qualifica di ‘inviolabile’ che caratterizza il Sovrano nelle monarchie ancorché limitate”.

Come effetto, scrivono i magistrati di palermo, una “vistosa serie di gravi conseguenze” potrebbe derivare da una “eventuale decisione di accoglimento” del ricorso del Quirinale. “Ci si deve chiedere – prosegue il testo – se una garanzia dell’immunità presidenziale – si legge nel documento firmato dai professori Pace, Serges e Serio – così irrazionalmente dilatata al di là dei limiti segnati per le intercettazioni legittime” da altre sentenze della Corte (n.390/2007; n.113 e n.114 del 2010) “non finisca per costituire una violazione dell’obbligatorietà dell’azione penale” (articolo 112 Costituzione) e “ciò per motivi privi di fondamento in Costituzione ed anzi contrari alla giurisprudenza di codesta Corte e tutt’affatto irrazionali”.

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Presidente Napolitano, ci consenta

Michele Fusco su Linkiesta

Per chi non è mai stato comunista, non è comunista adesso e neppure ha intenzione di diventarlo in futuro, a meno di improbabili sbandamenti cerebrali, il dibattito che si è innestato intorno alla figura del presidente Napolitano è semplicemente lunare. Nel senso che appare così distante da una ragionevole comprensibilità da sembrare paradossalmente un corpo estraneo allo Stato. Eppure niente di così materialmente istituzionale si sta consumando come in questi giorni, in attesa che l’Alta Corte si esprima sul conflitto di attribuzione sollevato dal Quirinale.

Ai cittadini qualcosa però andrà spiegato. Anche perché non capiscono, non ne hanno gli strumenti, meno che mai leggendo le quattrocento righe quotidiane che i protagonisti di questa disfida propinano ai lettori dei loro giornali (Scalfari, Zagrebelsky, Bonsanti, Macaluso, Violante e altri comunisti e non). Sembra esattamente roba loro. Solo roba loro. 

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Affanculo la ragion di stato o la paura di crollo del regime: vogliamo chiarezza nei rapporti fra stato e mafia

In questi giorni sta crescendo in me l’inquietudine per il tentativo di ostruzionismo o di silenziamento da parte del sistema omogeneo dei giornali tradizionali e dei partiti sulla vicenda trattative stato-mafia, sulle telefonate fra Mancino e Napolitano e sull’azione di pestaggio morale nei confronti dei giudici  di Palermo e Caltanissetta.  Per questo al Fatto Quotidiano stiamo facendo una raccolta di firme per uscire dal silenzio e ridare verità e dignità all’Italia e alla sua informazione.

Il punto sulla situazione da Marco Travaglio

Il regime dei Cinque dell’Apocalisse (Quirinale, Avvocatura dello Stato, Procura della Cassazione, Csm e Governo) che assedia la Procura di Palermo può ritenersi soddisfatto. La notizia anticipata dal Fatto sul procedimento disciplinare contro i pm Messineo e Di Matteo, rei del terribile delitto di intervista, ha raccolto l’audience mediatica auspicata: omertà assoluta di politici, giornali e tg. Fa eccezione il Foglio che, per quanto clandestino, fa il suo sporco mestiere: plaude al Pg della Cassazione e lo esorta a radere al suolo la Procura, “luogo di mille abusi”, anche con processi penali per “violazione del segreto istruttorio”.

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Italia – Spagna: comunque sia sarà un successo

Il presidente Napolitano ha invitato a Palazzo Chigi in ogni caso gli azzuri del calcio per domani

Il Presidente Napolitano ha invitato la Nazionale di calcio lunedì al Quirinale: “Caro Prandelli, desidero ringraziarla – ha scritto il Capo dello Stato, sabato 30 giugno alla vigilia della finale degli Europei, al Commissario Tecnico – per le così calorose parole augurali che mi ha rivolto – anche a nome dell’intera Nazionale – in occasione del mio compleanno e all’indomani della splendida vittoria di Varsavia.

Quello che ho trovato molto bello in tutte le vostre prestazioni agli Europei e’ stato l’affiatamento tra “vecchi e nuovi”, lo spirito di squadra, la comune determinazione e generosità. Impossibile fare graduatorie: non c’è stato nessuno che non abbia condiviso l’impegno e lo sforzo, che non abbia dato il meglio di se. E aver creato quel clima, aver saldato quella compagine e’ stato suo merito.

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Un Napolitano a Torino

Il Presidente della Repubblica Napolitano oggi e domani è a Torino. Oggi pomeriggio lo incontriamo qui La visita torinese del Capo dello Stato vivrà il primo atto venerdì, quando in mattinata al Teatro Regio presenzierà a un cerimonia alla presenza delle Autorità. Subito dopo si sposterà a Palazzo Madama dove, nella sala del Parlamento, è … Leggi tutto

Uno scontro istituzionale durissimo con minacce dal Premier

Via il Messaggero (per ricorsi storici rileggere qui). Se Napolitano è stato minacciato deve fare solo una cosa: dirlo pubblicamente per salvare l’Italia ! Update: la vicenda raccontata dal Corriere

«Non ho bisogno della tua firma». Duro, durissimo Silvio Berlusconi al Capo dello Stato è arrivato a prospettare non solo l’inutilità della sua firma sotto al decreto legge, ma anche l’uso della piazza per contestare «una decisione che priva del diritto di voto milioni di cittadini».  La tensione con Giorgio Napolitano della sera precedente è stato di una durezza tale che solo ieri mattina è stato – forse soltanto in parte – recuperato il rapporto tra i due grazie alla telefonata che ieri mattina Gianni Letta ha imposto al Cavaliere: «Chiama Napolitano altrimenti non ne usciamo». Il consiglio del sottosegretario e di qualche ministro è stato raccolto dal presidente del Consiglio solo nella tarda mattinata.

Ripristinato un clima di «confronto istituzionale», come ieri sostenevano alcuni deputati del Pdl, è ripresa una trattativa difficile e complicata dalla voglia del Cavaliere di ”mettere una pezza” anche sul pasticcio compiuto a Roma, mentre leghisti ed ex An mostravano qualche cautela in più nei confronti del presidente della Repubblica e si sarebbero accontentati di sanare le irregolarità milanesi.

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Anche la CEI contro il decreto salvaliste

Via corriere.it ; UPDATE; la CEI ha precisato che “le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica” Il decreto “salvaliste” non è passato inosservato anche in Vaticano. E monsignor Domenico Mogavero, responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, ai microfoni della Radio Vaticana ha osservato che «cambiare le regole del gioco mentre … Leggi tutto