Nel mondo della carta stampata sotto assedio per il calo dei lettori e delle entrate pubblicitarie, il critico cinematografico diventa una figura di cui si può fare a meno, un lusso superfluo. E mentre la categoria rischia di ridursi a una specie in via di estinzione, c’è chi reagisce con indifferenza, come si trattasse solo di uno dei tanti mestieri in difficoltà, e c’è invece chi teme che la vera vittima diventi il cinema di qualità, quello che arriva nelle sale senza avere dietro la forza di grandi star e di generosi budget pubblicitari. Ansen è preoccupato: «È un po’ come tornare indietro ai giorni in cui io ero giovane: chiunque poteva essere un critico cinematografico e andava a finire che si prendeva qualcuno dalle redazioni sportive. Tutto questo è una profonda offesa alla conoscenza e all’esperienza di molti critici».
Sovversivi del gusto
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