Ieri in serata un sms di Enrica mi ha comunicato la notizia della morte di Fabio Metitieri. Immediatamente mi sono buttato in rete per capire se era vero, se non si trattava di uno scherzo di cattivo gusto. Piano piano a partire dalle prime notizie frammentarie, altri hanno confermato la morte probabilmente per infarto di Fabio pare proprio nel giorno di uscita del suo nuovo libro.
Avevo conosciuto Fabio nella prima metà degli anni ’90 quando faceva parte della direzione atenei del CSI Piemonte con Dario Deiaco, Massimo Delcorso ed Eleonora Pantò. Questo dream team seppe portare con passione e intelligenza internet all’interno delle università torinesi e non solo. Era l’internet dei modem gracchianti, del telnet, della mail se andava bene. Dopo un po’ arrivò gopher, poi il www, poi sappiamo come è andata. Fabio iniziò una sua attività da divulgatore e giornalista che riuscì da subito a dargli visibilità al di fuori della realtà locale.
A quel punto verso la fine degli anni ’90 si trovò davanti a un bivio. Scegliere di rimanere nel suo posto di lavoro e rischiare di essere comandato da un rampante burocrate politicizzato, peggio se paraculato, che conosceva la tecnologia e la rete 100 volte meno di lui. Oppure fare un salto e diventare un uomo libero. Ovviamente Metitieri scelse la seconda soluzione abbandonando Torino per trasferirsi a Milano dove iniziò a collaborare con molte testate, importanti o meno, di informatica e dintorni, e a scrivere diversi libri dedicati alla rete, al suo uso nel contesto bibliografico, alle comunità virtuali e dintorni.