Emilio Fede secondo Filippo Facci

Via Macchianera Emilio Fede non mi fa più ridere. Da anni. Non me ne frega niente che sia un sagoma, un personaggio, un elemento imprescindibile del paesaggio: non è imprescindibile, e il paesaggio ormai fa schifo. Un quotidiano come Libero non l’attaccherà mai, figurarsi il Foglio, figurarsi al Giornale: direbbero subito che qualcuno vuol soffiargli il … Leggi tutto

La Coda Lunga degli Eventi Bloggaroli

Via Pendodeliri

codaeventibloggaroli

Non credo sia sano nè utile unirmi al coro dei blogger che (presenti o assenti, per qualsiasi motivo) si sono scagliati contro la BlogFest di Riva del Garda, descrivendola – pur con diverse sfumature – come la più inconcludente sagra dell’autoreferenzialità. In questo post non intendo infatti parlare del merito, ma del metodo.

E parlando del metodo, dai resoconti risulta indubbio che – da punto di vista dell’affluenza e del rumore di fondo generato – l’evento BlogFest sia stato un grande successo.

Potremmo spingerci fino a dire si sia trattato della più efficace applicazione della cultura degli “hit” (VIP + Blogstar) in un mondo – quello dei social media – che dovrebbe spingerci esattamente nella direzione opposta, e cioè quella delle nicchie.

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Sarkò hacked

Le Journal du Dimanche ha rivelato una truffa ai danni del presidente francese Nicolas Sarkozy messa a segno da anonimi pirati informatici, che sono riusciti a procurarsi le coordinate bancarie del suo conto personale e ad effettuare dei prelievi pare non ingenti. L’Eliseo ha confermato al settimanale che il presidente francese ha presentato una denuncia … Leggi tutto

L’Opa su Mediaset

Via Beppe Grillo L’Offerta Pubblica di Acquisto, o OPA, è un’offerta finalizzata all’acquisto di prodotti finanziari. Se l’azione di una società vale poco o nulla, lanciare un’OPA è conveniente, si offre una cifra superiore alla quotazione e si rastrellano le azioni sul mercato fino a raggiungere la maggioranza. L’azionista che preferisce l’uovo oggi alla (possibile) … Leggi tutto

Who is Joe the Plumber ?

Via Techcrunch Right after each Presidential Debate both sides and all the big news organizations immediately conduct polls to determine how each candidate did and which issues resonated the most with voters. It is an expensive process that keeps an entire cottage industry of pollsters in business. But one of the best forms of instant … Leggi tutto

Giornalisti online: un primo identikit

Via LSDI

Età media 37 anni, da sei al lavoro sull’ online – Nei siti delle testate tradizionali prevalgono i redattori professionisti, mentre nelle testate “native” pubblicisti e non iscritti toccano quota 85,71% – I primi risultati della Ricerca “Giornalismo online, questo sconosciuto”, curata da Lsdi e presentata ieri mattina nella sede della Federazione nazionale della stampa – Il lavoro di approfondimento andrà avanti con l’ appoggio delle associazioni regionali di stampa e dei Cdr a livello territoriale

Ha un’ età media di 37 anni e da oltre sei anni lavora per testate digitali. Prevalentemente in redazione, secondo modalità di lavoro “tradizionali” (56,76%) e solo in seconda in telelavoro (40,54%). Prevale largamente il lavoro al desk (78,38%), mentre solo il 16,22% lavora in esterno. Nei siti online “nazionali” o diretta emanazione di testate tradizionali prevalgono i giornalisti professionisti (57,14%), mentre nelle testate nate direttamente per il web dominano i giornalisti pubblicisti e le figure non iscritte all’Ordine (assieme toccano quota 85,71%).

Per quanto riguarda la produzione di notizie, al top della classifica troviamo la cronaca locale (14,94%) e la cultura (12,67%), seguite da politica (10,49%) ed economia (10,13%).

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Giornalismo online sconosciuto Ansa

Via Ansa
C’è chi come Robin Good (italianissimo nonostante il nome) ha creato un utile e redditizio sito su tutto ”quello che ogni esperto di comunicazione deve sapere”; chi come Marco Mazzei, direttore dei contenuti online della Mondadori, parla di ”latitanza” e ritardo dell’Ordine dei giornalisti e del sindacato sui temi della comunicazione sul web; Francesco Magnocavallo dirige Blogo.it, società editoriale indipendente (la cosiddetta nanopublisher) che riunisce 300 blogger professionisti, annuncia la prima Carta dei diritti e dei doveri dei blogger: è accaduto oggi durante il convegno ‘Giornalismo online, questo sconosciuto’, organizzato dalla Fnsi. Un’occasione per presentare i primi dati di una ricerca sul giornalismo digitale avviata da Lsdi (Libertà di Stampa e Diritto all’Informazione),
secondo cui oltre il 58% di chi lavora in testate online non ha contratto giornalistico (contro il 41,67 che invece lo ha); il 78,38% svolge lavoro di desk (contro il 16,22% che lavora ‘in esterno’). Per quanto riguarda la produzione di notizie, al top della classifica troviamo la cronaca locale (14,94%) e la cultura (12,67%), seguite da politica (10,49%) ed economia (10,13%).

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La carta dei diritti doveri del blogger

Francesco Magnocavallo di Blogo.it ha regalato una vera primizia all’incontro in FNSI presentando la Carta dei diritti e dei doveri dei blogger di Blogo.it un utile tentativo dal basso di darsi e descrivere delle comuni regole di buon senso per tutelare il lettori e i blogger che scrivono per la leader del settore nanopubblishing italiano.

Dalle premesse della Carta:

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Ma chi pagherà

Mario Deaglio su Lastampa.it

Come terapia d’urgenza, niente male. I punti sensibili del mercato finanziario saranno stretti con dei lacci per evitare ulteriori emorragie; le ossa rotte delle banche saranno accuratamente ingessate; e ci vorrà molto tempo (minimo un anno, si dice, ma possiamo tranquillamente prevedere tempi superiori) perché il paziente torni a camminare con le sue gambe. Se il paziente collaborerà (ossia se, a cominciare da questa mattina, risparmiatori e operatori finanziari smetteranno di vendere in preda al panico), i tempi della sua ripresa si accorceranno.

Detto tutto questo, è doveroso elencare quattro interrogativi che pesano su questa cura.

Il primo è legato precisamente alla collaborazione del paziente: gli esborsi di denaro necessari per sostenere le banche fino a tutto il 2009 saranno minori se la gente darà retta ai governi e scompariranno le vendite dettate dal panico. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli dei capi di governo alla calma o addirittura, più esplicitamente, a non vendere le azioni. Il successo dipende quindi dalla fiducia del pubblico in questi appelli.

Ma quale fiducia hanno davvero i cittadini dei Paesi ricchi nei loro rappresentanti politici?

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