Massimo Mantellini analizza la pagliacciata politica delle nomine Agcom e non solo
3) Che il PDL sia allergico ad ogni decenza in fatto di nomine e nominati è storia nota, se vogliamo dedurne qualcosa di attuale possiamo dire che la nomina di Martusciello e quella di Preto (i due nuovi membri Agcom in quota PDL) non ha fatto eccezione ad uno schema secondo il quale la fedeltà sopravanza di gran lunga ogni richiesta competenza. Ma qualsiasi sottolineatura al riguardo rischia di scatenare un ping-pong imbarazzante: per dirne una, il nuovo Presidente dell’Autorità per la privacy è un dermatologo del PD. Manca solo che faccia irruzione Beppe Grillo urlando “sono tutti uguali” e il cerchio si chiude.
4) Che il PD sia un partito perduto è invece uno dei piccoli colpi di scena di questo giro di nomine: il fatto è che dimostra fragorosamente di esserlo in uno dei pochi campi davvero rilevanti per la crescita del paese. Lasciamo perdere Maurizio Decina che è persona degna e competente, ma tutto il resto del teatrino andato in onda nei giorni scorsi, con ogni piccolo capetto che combatteva la fiera battaglia per sponsorizzare il proprio candidato incompetente (fino alle fantozziane “primarie interne per Agcom” ) e con il successivo mercato delle vacche con Casini (acrobaticamente trasversale fra poltrone di Autorità differenti) ha chiarito definitivamente quello che molti sospettavano: inutile annunciare fieramente molto ipotetici passi indietro in Rai e altre questioni simili, Bersani, D’Alema e compagnia ragionano oggi esattamente come dieci anni fa, sono un altro specchio della decadenza del paese mentre se ne proclamano i salvatori.