Il Giornalista Fantasma e la fine di un modello di informare

Diclaimer: Carlo Felice Dalla Pasqua è un caro amico e un giornalista e un uomo che stimo moltissimo per cui potrebbe essere che dopo la lettura dell’e-libro Il Giornalista Fantasma mi esibisca in giudizi eccessivamente positivi: me ne scuso con i miei lettori

Via LSDI

Fino a dieci anni fa nelle redazioni c’era chi si vantava di non saper usare un computer. Ora – spiega una nota dell’ editore – senza conoscere la grammatica del digitale, un giornalista rischia di non poterci più stare, nelle redazioni. Il mestiere è cambiato, sono cambiati i tempi e gli strumenti. Sono cambiati pure i lettori: sempre più capaci di cercare e verificare da soli le notizie in rete. E se il giornalista non si adegua, rischia di diventare come quei fantasmi che vagano per la realtà senza abitarla davvero.

Da tempo penso che le redazioni siano – quando va bene – luoghi nei quali vivono persone competenti e preparate che però non hanno un futuro. Non per colpa loro, ma perché il mondo sta trascinando in un buco nero l’ informazione tradizionale (non a caso è sempre più difficile trovare modelli di business che stiano in piedi). Non è la fine di una colonna della democrazia contemporanea, è soltanto la fine di un modello recente di informare: sia che vogliamo farlo risalire ai canards francesi del ’200 sia che, più fondatamente, vogliamo partire dalla Relation aller Fürnemmen und gedenckwürdigen Historien di Johann Carolus, la storia del giornalismo, così come lo conosciamo, è una storia recente ed è legata a due fattori: la riproducibilità del giornale (o delle notizie via etere) e la possibilità di diffonderlo con una certa velocità.

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La fine dell’era del buon senso e la tecnologia

Il nuovo ebook di Stefano Maruzzi Come comprendere il cambiamento in atto in questi anni caratterizzato da una costante, continua e massiccia adozione di tecnologia da parte di un numero sempre crescente di abitanti del pianeta? Come capire cosa sia più conveniente, utile e interessante per singoli, famiglie, organizzazioni e aziende dell’innovazione che permea la … Leggi tutto

La lenta inarrestabile marcia degli ebook in Italia

Via Aie Triplicano i numeri dell’ebook. Questa nuova edizione del Salone internazionale del Libro di Torino, al via domani al Lingotto e dedicata alla “Primavera digitale”, apre forte di dati che, pur piccoli, segnalano un chiaro consolidamento del segmento ebook nel panorama dell’editoria italiana (in allegato lo studio dell’Ufficio studio AIE). Triplicano infatti i titoli … Leggi tutto

Noi stiamo con gli autori del libro sui Casalesi

Via Corriere del Mezzogiorno Alla Cento Autori, editrice del libro collettivo Il Casalese su Nicola Cosentino, è stato chiesto un milione e 200mila euro di risarcimento per la presunta diffamazione contenuta nei capitoli scritti da Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Vincenzo Senatore, Peppe Papa. Querela intentata non dal deputato Pdl Cosentino (il «casalese» del titolo) bensì … Leggi tutto

Come pesci nella rete

Via Il Fatto Quotidiano

Stiamo bene nella rete. Se sappiamo comportarci adeguatamente online e ridere di noi. Chi ha dimestichezza con internet non interpreti “Come pesci nella rete” (Armando Editore) di Marika Borrelli e Januaria Piromallo alla stregua di un saggio serioso. Si tratta, semmai, di un manuale di sopravvivenza e di comportamento per internauti del mondo online e dei social media.

Raccontato da autrici appassionate di società e di costume, il libro descrive le relazioni che si intrecciano scrivendo un blog, aggiornando una pagina di Facebook, postando compulsivamente cinguettii di 140 caratteri. Un saggio semi-serio per chiunque, per apocalittici e per integrati, per born digital e per imbranati, per baby-boomers e pantere grigie, dove si parla anche di un programma di Intel, ad esempio, chiamato “The museum of me”, che raccoglie alcune informazioni statistiche dal nostro profilo su Facebook e le trasforma in un video di un paio di minuti.

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La speranza non è in vendita: corresponsabilità, continuità, condivisione

Il nuovo libro di Don Luigi Ciotti. L’introduzione del libro è una summa da portare appresso

Finché c’è vita c’è speranza. Il detto è molto antico ma vero solo per metà. Non basta infatti essere vivi, per sperare: bisogna anche credere nella giustizia e impegnarsi a costruirla. Non c’è speranza, senza speranza di giustizia. In un mondo d’ingiustizie sempre più intollerabili, la speranza rischia di diventare un bene alla portata di pochi. Vogliamo dire no a questa “falsa” speranza,esclusiva, fondata sulla disperazione degli esclusi. Ma soprattutto vogliamo esortare a costruire la speranza vera, la speranza di tutti. È un compito che richiede molto impegno. Non è sufficiente indignarsi, riempire le piazze, esibire mani pulite, un profilo morale trasparente. L’etica individualeè la base di tutto, la premessa per non perdere la stima di sé. Ma per fermare il mercato delle “false” speranze bisogna trasformare la denuncia dell’ingiustizia in impegno per costruire giustizia. Quarantacinque anni di faccia a faccia con le persone mi hanno insegnato che la strada dell’impegno è scandita da tre parole: corresponsabilità, continuità, condivisione.

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Il carnevale dei libri di scienza

Via  ScienzaExpress Da qualche tempo c’è molto movimento dalle parti dei carnevali scientifici. Che si tratti di matematica, fisica, chimica o altro, la formula del carnevale è molto interessante perché pone i partecipanti tutti sullo stesso piano, quello del dialogo e, a rotazione (volontaria), affida a ciascuno il compito di valutatore degli scritti altrui. Il … Leggi tutto