Contro il decreto Alfano sulle intercettazioni.

Difendere la libertà di stampa è un dovere di tutti. Il Festival Internazionale del Giornalismo è pronto ad impegnarsi in prima linea: intanto aderisce all’appello per fermare il decreto Alfano sulle intercettazioni. Serve una mobilitazione trasversale, la questione riguarda tutti i cittadini, riguarda la nostra democrazia, la nostra libertà, il nostro diritto ad essere informati.

Intercettami Se Ci Riesci

Sotto La Panca propone una nuova interessante serata Le intercettazioni di comunicazioni tra tutela della privacy e necessità d’inchiesta Quanto, in passato, le intercettazioni sono state utilizzate? In quali situazioni si sono dimostrate cruciali? Come cambierebbe la legislazione vigente? In che modo la proposta di legge può tutelare la privacy del cittadino ed al contempo … Leggi tutto

Breaking Borders Award

Via Globalvoices Si sono aperte il 29 Dicembre le candidature per il Breaking Borders Award , iniziativa lanciata in partnership da Google e Global Voices Online per onorare i migliori progetti sul web avviati da singoli o gruppi che dimostrino coraggio, energia e capacità nell’uso di Internet per promuovere la libertà d’espressione. Il premio ha anche … Leggi tutto

Filtri non casuali per la navigazione dei dipendenti CSI

Via LoSpiffero Le nostre (sempre documentatissime) fonti interne ci hanno riferito che “qualcuno” dei vertici di corso Unione Sovietica ha pensato di bloccare l’accesso dai pc interni al nostro sito. Sarebbe per noi comodo fare le vittime e urlare alla censura. Evidentemente le alte sfere non hanno gradito le nostre inchieste, ma questo era scontato … Leggi tutto

Un 2010 ancora con la legge Pisanu

L’onnicomprensivo decreto milleproroghe proroga anche per il 2010 la legge Pisanu Via Sergio Maistrello Giusto per chiudere una questione aperta qualche mese fa e portata avanti insieme a un bel po’ di amici, oggi è uscito in Gazzetta Ufficiale il decreto milleproroghe che proroga di un altro anno l’articolo 7 della legge Pisanu (sì, quello … Leggi tutto

La Costituzione e il Web 2.0

Via Corriere della Sera La Carta offre già tutte le risposte. Occorre seguire la strada del dialogo con i fornitori di servizi e con gli utenti. Libertà di comunicazione e Costituzione – La “libertà di comunicazione” è disciplinata nella nostra Costituzione in due norme: l’art. 15 e l’art. 21. La prima norma costituzionale – l’art. … Leggi tutto

Una gita a Radio Flash per parlare di privacy

Via Vittorio Bertola

Tuttavia, non mi era mai successo di andare nei loro studi, anzi i loro studi avevano un che di misterioso, perché ogni volta che capitavo a Hiroshima Mon Amour mi chiedevo sempre dove diavolo fossero, visto che nei dintorni del locale non si vedeva alcun ingresso della radio.

La risposta è facile: si entra sul retro, da via Pio VII – e sottolineo che via Pio VII non va confusa con via San Pio V, cari confusori di papi! Comunque, l’ingresso in codesta antica scuola media che il Comune generosamente concesse alla Hiroshima holding non è niente di impressionante, se non per un oggetto a noi tutti caro, ovvero la Vespa nera di Dario Castelletti parcheggiata fuori. Entrando con una lacrimuccia di commozione ecco la seconda sorpresa: pensavo di essere lì per una riunione e vengo invece (peraltro con grande piacere) proiettato direttamente nello studio, dove Fabio Malagnino con Gianluca Gobbi, tutti i giovedì dalle 13,30 alle 14, si occupano di Internet: e così una coppia di blogger torinesi, VB e VP, si sono messi a commentare in diretta e senza preavviso le nefandezze maroniane contro la rete… e di questo storico evento non è rimasta traccia! (Ndb ecco la registrazione)

[audio:http://www.invisigot.com/archivio/senzarete/senzarete_puntata171209.mp3]

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I cattivi maestri di Facebook

Per quanto da queste parti non si ami per niente Facebook,  Schifani pare non conoscere troppo la Rete. In effetti da tempo l’idea che uno come Schifani sia la seconda carica dello Stato fa venire i brividi. A dare un’idea di quel potrebbe essere il “limite” da imporre ai contenuti che viaggiano in Rete è … Leggi tutto

Ci si muove per la libertà di rete in Italia

Via Enzo di Frenna Piace la mia  idea di usare il corpo fermo e in silenzio, come risposta al golpe digitale pensato dal Governo piduista per imbavagliare la Internet italiana. Ieri ne parlava Repubblica on line qui. Con Alessandro Gilioli, Pippo Civati, l’avvocato Guido Scorza e Luisa Capelli (Meltemi editore) ci stiamo coordinando per una … Leggi tutto

Noi stiamo sempre di più con gli eretici digitali per la libertà in rete

La siuazione della libertà di internet in Italia si va incubendo, noi nel caso stiamo preparando souvenir torinesi per difendere l’espressione in rete.
La parola agli eretici digitali Massimo Russo e Vittorio Zambardino.

Bisogna dirlo con chiarezza: con questi propositi l’Italia si candida a raggiungere il lotto degli Ahmadinejad e dei Castro in fatto di politica della rete. Come  ha detto Casini, le leggi sulla responsabilità personale già esistono e  in una democrazia liberale non verrebbe in mente a nessuno di mettere le mani – in modo preventivo – sulla libertà di espressione delle persone. Anche se non escludiamo che, nel delirio generalizzato di questi anni, possa capitare ad altri governanti democratici. Ma la strada è quella: si toglie alle persone uno strumento di espressione libera a priori, in nome di un “lato oscuro” della rete che viene enfatizzato, equivocato e di cui si ignora la grave responsabilità del potere nella sua nascita. Perché è vero che in altri paesi gli utenti internet sono più pacati. Ma è altrettanto vero che i loro  governanti (e alcuni oppositori) tedeschi o francesi non si sono mai promessi “palle a 300 lire l’una”, non hanno mai invitato  a buttare a mare o torturare gli immigrati, non hanno mai detto di voler strozzare con le loro mani gli autori di una fiction televisiva. La rete, in fondo, da questo punto di vista non è che un ventilatore che rispara in giro il fango che hai buttato dentro.

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10, 100, 1000 souvenir della Mole Antonelliana

La paura che il mondo della rete si pone è di tipo politico, etico e sociale, ma praticamente risolvibile in poco tempo utlizzando server dove la giuristizione birmano – italiana non abbia effetto. Ma i timori e le paure che si cerchi davvero di imbavagliare la rete italiana. Via l’Unità Con buona probabilità al prossimo … Leggi tutto

Lottare via internet per il proprio lavoro funziona

quarto-statoI risultati recenti di molti casi di  singoli o di casi aziendali sono l’ennesimo successo della difesa in rete dei lavoratori.  Attraverso la  lotta in rete gestita da siti che  fanno attivismo e informazione che non riusciva a passare attraverso i filtri perbenisti o anche solo annoiati della stampa old media si ottengono straordinari risultati di tutela dei propri diritti calpestati. La rete, i network sociali, i media fuori da un controllo bottom up sono una straordinaria arma per difendere il proprio lavoro, la dignità del proprio lavoro, la prosecuzione del proprio lavoro da sopprusi e ingiustizie o, se il caso, da datori di lavoro banalmente delinquenziali.

Le informazioni circolano veloci in rete e si è competenti e bravi per gestire la rete e il flusso informativo i risultati sono straordinari. Una volta se un singolo o un gruppo di lavoratori subivano delle vessazioni dovevano subire, rivolgersi ai sindacati, ricorrere alla giustizia ordinaria, cercare spazi non facili sui media. Spesso si doveva subire in silenzio vessati e presi per i fondelli.

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