Secondo il Centro europeo per la libertà e il pluralismo dei media, l’Ordine dei Giornalisti è un ostacolo alla professione

L’ultimo rapporto del Centro europeo per la libertà e il pluralismo dei media, diffuso dalla Commissione europea, afferma che in Italia l’Ordine dei giornalisti il sistema dell’iscrizione all’Albo dei Giornalisti può essere interpretato, sulla base degli standard internazionali, come un ostacolo ingiustificato da superare per accedere alla professione”.

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Strategie dei grandi gruppi e libertà di stampa

La notizia ferale della settimana è stata la condanna da parte della giudice torinese Maura Sabbioni di Corrado Formigli e della Rai

a pagare 5 milioni di euro alla Fiat, più due milioni di euro per pagare la pubblicazione della sentenza su quattro giornali per diffamazione intentata dal Lingotto contro conduttore, giornalista e azienda dopo il servizio di “Annozero” del 2 dicembre 2010 “Forse Italia”. L’informazione, ha scritto il magistrato – “era incompleta e parziale e, come tale, atta a indurre nel telespettatore medio una percezione errata del confronto tra le autovetture” e procurare un danno al “sub-brand” MiTo, l’autovettura al centro dell’inchiesta dell’ex inviato di Annozero.

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Chiuso il sito Vajont.info per offese a Paniz e Scilipoti

Mentre i giornali italiani corrono dietro a Sanremo succede che (via Zeus News)

Una grave decisione della magistratura tocca anche la memoria dei 1910 caduti nel disastro del Vajont. Il giudice delle indagini preliminari di Belluno ha disposto la chiusura del sito web Vajont.info.
E’ un sito interamente dedicato a fare memoria dei 1910 caduti per il disastro del Vajont, uno scandalo per l’epoca con pesanti implicazioni politiche, magistralmente descritto da una cronaca di Giorgio Bocca molto citata dai media in occasione della recente scomparsa del grande giornalista. La decisione nasce dalla denuncia degli onorevoli Maurizio Paniz e Domenico Scilipoti, entrambi militanti nel centrodestra.

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L’indifferenza a difendere la libertà di rete in Italia

Stefano Epifani via Punto Informatico Insomma, ad essere inquietante non è un provvedimento che probabilmente (anche) questa volta verrà disinnescato. È inquietante il fatto che la manifesta indifferenza di gran parte degli utenti della Rete, inconsapevoli dei loro diritti e del rischio di perderli, è un segnale forte e chiaro per chi un giorno questi … Leggi tutto

Ai Weiwei è stato liberato su cauzione

Secondo l’agenzia Nuova Cina l’artista dissidente cinese Ai Weiwei è stato liberato su cauzione. Weiwei è stato rilasciato dopo aver confessato le su presunte colpe ed essersi offerto di ripagare le tasse che avrebbe evaso. Il suo rilascio è dovuto anche alle sue precarie condizioni di salute. Per la liberazione di Ai Weiwei si erano … Leggi tutto

I respingimenti dei giornalisti dai centri per migranti

Via repubblica.it

La circolare 1305 del ministero dell’Interno che vieta l’accesso ai giornalisti nei centri per migranti è “un bavaglio inaccettabile” per tutta la stampa italiana. Ne è certo Roberto Natale, presidente del sindacato di giornalisti italiani, la Fnsi. Dal 1° aprile la disposizione firmata dal ministro Roberto Maroni consente l’ingresso nei Centri di accoglienza per richiedenti asilo (Cara) e nelle strutture di detenzione (Cie, centri di identificazione e di espulsione) “esclusivamente” a soggetti pubblici, come organismi internazionali quali Oim, Cri, Amnesty International, Caritas, e ad individui singoli, come parlamentari europei, deputati e senatori della Repubblica e consiglieri regionali. “Chiediamo ufficialmente al ministero che questi immotivati restringimenti vengano rimossi  – ha detto Roberto Natale – l’accesso è stato ristretto per impedire all’informazione di fare il suo mestiere. Le disposizioni sine die non sono da paese civile”.

Gli episodi di respingimento dei cronisti. In forza di questa disposizione del Viminale, la prefettura di Roma ha negato l’ingresso nel Cie di Ponte Galeria, oggetto di denunce delle associazioni umanitarie per abusi e violazioni dei diritti. Da Crotone è arrivato il diniego per visitare il Cara di Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto (Kr), una struttura militarizzata in un’ex base dell’aeronautica con una capienza di quasi 1500 posti. Prima dell’apertura del mega campo di Mineo

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Un appello per Ai Weiwei

Leggete e diffondete

Ai Weiwei è un artista e attivista cinese molto conosciuto nel mondo per le sue performance artistiche, che fra l’altro è stato architetto e consulente nella progettazione del National Stadium di Pechino per le olimpiadi del 2008.
È un artista che ha sostenuto con le sue opere, in tutto il mondo, un’idea irrinunciabile di anticonformismo e libertà. Ai Weiwei è perciò un personaggio di rilievo e un punto di riferimento ormai imprescindibile per tutta la cultura internazionale, non solo per quella cinese.
Ai Weiwei è stato arrestato a Pechino il 3 aprile scorso, e da allora non se ne hanno più notizie. È per questo che il Tate Modern Museum di Londra ha esposto sulla facciata del suo edificio la scritta a caratteri cubitali “Release Ai Weiwei” e che i direttori di alcuni delle principali istituzioni museali mondiali hanno espresso in un proprio appello la richiesta di liberazione per l’artista. In Italia questo appello non ha avuto sinora seguito nel mondo artistico e culturale, e ha ottenuto scarsa attenzione da parte dei media.

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L’Ungheria come la Birmania

Via Pino Bruno

In confronto a quelle approvate poche ore fa dal parlamento ungherese, le leggi sulla stampa in vigore in Corea del Nord, Turkmenistan, Iran, Birmania, Siria, Sudan, Cina, Cuba e via censurando, sembrano giochi da ragazzi. Faranno di certo precipitare l’Ungheria dal ventitreesimo posto agli abissi della classifica mondiale sulla libertà di stampa elaborata ogni anno da Reporters sans frontières. Non sono provvedimenti tollerabili, nell’Unione Europea.

Da ieri la stampa in Ungheria non è più libera. Il Parlamento, con i voti della maggioranza conservatrice, ha approvato infatti l’ultimo tassello della ‘legge bavaglio’ sui media, una riforma che consente al governo del premier Viktor Orban ampio controllo su tutti gli organi di informazione: radio, televisione, giornali, e anche internet. E’ l’ultima stazione di un lungo processo cominciato a luglio, subito la conquista del partito conservatore Fidesz di una maggioranza di due terzi alle politiche, conseguendo così un potere eccezionale, senza precedenti nella storia dell’Ungheria democratica, che consente di modificare la Costituzione e la struttura dello Stato.

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Vietato parlare di un libro

Inquietante vicenda legale per un libro sul gruppo imprenditoriale di un noto presidente calcistico, (via Chiarelettere) ”Il dott. Gian Marco Moratti, in proprio e quale Presidentedi Saras Spa, il dott. Massimo Moratti, in proprio e quale amministratore delegato di Saras Spa e Presidente di FC Internazionale Milano, hanno conferito incarico al Prof. Avv.Antonino Menne, del … Leggi tutto

Rileggere la storia della giornalista Paola Caruso

Paola Caruso, una giornalista, una donna, sabato scorso ha iniziato uno sciopero della fame e della sete, che prudentemente si è trasformato in un solo sciopero della fame.

Sciopero della fame e della sete, le prime 24 ore. ?Mi sento un po’ debole, ma sto bene.

La storia è questa: da 7 anni lavoro per il Corriere e dal 2007 Sciopero della fame e della sete, dopo le prime 24 ore. La novità è che ho bevuto. Mi hanno convinto gli amici, ma vado avanti con lo sciopero della fame.
Per chi mi ha chiesto i motivi della protesta ecco qualche dettaglio. Spero di essere chiara: al momento sono un po’ cotta e parecchio stanca. ?sono una co.co.co. annuale con una busta paga e Cud. Aspetto da tempo un contratto migliore, tipo un art. 2. Per raggiungerlo l’iter è la collaborazione. Tutti sono entrati così. E se ti dicono che sei brava, prima o poi arriva il tuo turno. Io stavo in attesa.
La scorsa settimana si è liberato un posto, un giornalista ha dato le dimissioni, lasciando una poltrona (a tempo determinato) libera. Ho pensato: “Ecco la mia occasione”. Neanche per sogno. Il posto è andato a un pivello della scuola di giornalismo. Uno che forse non è neanche giornalista, ma passa i miei pezzi.
Ho chiesto spiegazioni: “Perché non avete preso me o uno degli altri precari?”. Nessuna risposta. L’unica frase udita dalle mie orecchie: “Non sarai mai assunta”.

Il suo gesto è andato avanti per cinque giorni. Ieri, mercoledì, Paola ha sospeso il suo sciopero.

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