La notizia è stata data pochi minuti fa al diretto interessato. Lo Stato italiano ha revocato la scorta al cronista investigativo Gianni Lannes. La decisione è sta presa dal Ministero dell’Interno, su proposta del Prefetto di Foggia Antonio Nunziante.
La scorta, Gianni Lannes, l’aveva ottenuta lo scorso 22 dicembre 2009, su iniziativa dello stesso Ministero degli Interni, dopo una serie di attentati che il giornalista aveva subito, e sui quali le indagini sono finite archiviate, lasciando mandanti ed e esecutori mai identificati.
Risale alla notte tra il 4 e il 5 aprile scorso l’ultimo avvertimento di stampo mafioso: dopo una settimana di telefonate anonime, l’auto usata dalla famiglia era stata ritrovata spostata in mezzo alla strada, con una vistosa perdita di benzina, un vetro spaccato e all’interno un paio di occhiali evidentemente abbandonati dai malviventi.
L’11 febbraio, sempre di quest’anno, era stata sabotata l’auto della moglie, con anche visibilmente manomesso all’interno del veicolo il seggiolino di sicurezza del figlio.
Lannes
Giornalisti duri a morire: Gianni Lannes e Paolo Barnard
Dopo varie insistenze eluse per avere una scorta, “almeno per la sua famiglia”, il giornalista a cominciare dalle ore 15 del 22 dicembre del 2009 ottiene l’assegnamento di una scorta della Polizia di Stato. Nel dicembre del 2009 risulta ancora legato da contratto con uno dei più importanti quotidiani italiani, La Stampa di Torino, sebbene congelato (percepisce lo stipendio con l’obbligo di non lavorare) in seguito a una sua inchiesta (autunno-inverno 2008) sulla mafia che vedeva implicato Renato Schifani come sponsor riguardo alla costruzione in terra siciliana di una superstrada inutile, a dire di Lannes, la quale è riuscita solo a devastare un’area boschiva (Bosco della Ficuzza) ancora integra della Sicilia, comprensiva di zona archeologica. Renato Schifani invitò Gianni Lannes a una festa a Roma, dove dopo una discussione riguardante le motivazioni dell’inchiesta consigliò al giornalista di non occuparsene più e “di andare in vacanza”. Un mese e mezzo dopo Schifani si presenta a La Stampa di Torino e l’attività di giornalista di Lannes viene congelata senza nessuna motivazione.