Nel mese di aprile 2017 l’insieme dei giornali ha perso un bruttissimo 8,6% rispetto all’anno precedente. Sono solo le copie vendute in edicola, qielle su cui concentriamo la nostra dolorosa analisi. Tutti perdono copie, con 3 eccezioni: Italia Oggi (da 26.408 a 32.925), Corriere Adriatico (da 10.738 a 13.221) e il Giorno (da 38.665 a 40.269). Tutti gli altri vanno male, anche il Fatto, che ha perso il suo bravo 4%, dopo un periodo stabile-in crescita. Si vede che hanno cominciato a stufare anche loro, nella loro nicchia definita da 34.239 copie vendute in aprile, qualcosa meno della Unione Sarda, qualcosa di più della Nuova Sardegna.
la-stampa
La Controstoria dell’annessione di Stampa in Repubblica
Lo Spiffero racconta interessanti retroscena della fusione a caldo StamPubblica
Sono in molti ad avere dei dubbi sul futuro della “Busiarda”, soprattutto da quando i dipendenti non giornalisti (poligrafici, amministrativi, addetti ai servizi come fattorini, sistemisti, operatori di telecomunicazioni) vengono chiamati dalla direzione del personale per passare alla Fca, alla ex Fiat, cioè a quel che è rimasto dopo la fuga all’estero.Il discorso è semplice: “Se passate a Fca salvate il posto perché da gennaio non garantiamo più l’occupazione: questo è l’ultimo treno”. E pare che in molti, poligrafici prima di tutti, siano già in Fca da una settimana: sono saliti in corsa sul convoglio senza troppa attenzione alle regole e ai vantaggi. Altri, timorosi, si stanno accodando.
Paghi 1 prendi 4: gli effetti collaterali della fusione Stampa – Secolo XIX
Redattori e collaboratori sono avvertiti. Un pezzo potrà essere pubblicato identico nelle due testate (che avrà stesso titolo e sottotitolo) ma retribuito con un solo “gettone” e ciò varrà anche per i giornalisti assunti a tempo pieno. Nel pacchetto pago 1 prendo 4, ovviamente (come da contratto) è compresa la pubblicazione degli articoli sui siti internet delle testate della società editrice Itedi Spa. Questa realtà emerge da un lettera che l’Editrice La Stampa Spa ha trasmesso ai collaboratori attorno al 22 dicembre. Ecco il testo: “Gentile Collaboratore, come Le è noto, l’Editrice La Stampa S.p.A. (“LS”) e la Società Edizioni e Pubblicazioni S.p.A. (“SEP”), hanno dato corso ad una operazione di fusione per incorporazione di SEP in LS. Dal 10 gennaio 2015, data di efficacia dell’operazione, la nostra società Editrice La Stampa S.p.A. assumerà la denominazione sociale di “Italiana Editrice S.p.A.” abbreviabile “Itedi S.p.A.”.
La Stampa pare abbia un deficit di 25 milioni di euro
Via Dagospia La corazzata di carta della Fiat sta diventando una barchetta in un mare in tempesta. In un’infuocata assemblea a “La Stampa”, l’altro giorno è stato annunciato per il prossimo anno la necessità di liberarsi di un po’ di zavorra per continuare a navigare ancora qualche mese. Ovvero la necessità di buttare a mare … Leggi tutto
La Stampa tenta di colonizzare Milano passando dalle scuole di giornalismo
Dopo essersi già fatta male più volte a tentare di colonizzare Milano, La Stampa curiosamente ora ci ritenta mimetizzandosi come scuola di giornalismo. Si prevedono sconfitte con perdite e danni as usual
Decodificare i concetti: il nuovo TorinoSette
La presentazione del nuovo TorinoSette Perché così è il giornale che state leggendo: un giornale completamente rinnovato, eppure fedele alla sua ultraventicinquennale tradizione. Le novità cominciano dalla collocazione al centro del quotidiano, che fa di «TorinoSette» una componente ancor più integrata al grande servizio informativo reso da «La Stampa». L’altra rivoluzione che salta agli occhi … Leggi tutto
Fai lo scoop e poi nascondilo: le nuove frontiere del contro giornalismo
Via Linkiesta Il quotidiano diretto da Mario Calabresi ha fatto lo scoop, ma ha voluto ridimensionarlo. Niente prima pagina, niente titoloni. Nascosto e relegato tra le pagine economiche. Sono ben pochi infatti, anzi praticamente nessuno, i quotidiani che hanno rilanciato la notizia. Secondo “La Stampa”, la procura di Biella ha contestato al Ministro dello Sviluppo … Leggi tutto
Tra videowall, social editor, tackle: la notizia ben fatta dove sta ?
La presentazione del nuovo organigramma digitale della Stampa con slang made in Usa, che ratifica un de facto da anni, sta creando commenti curiosi … Nel frattempo si attende il bilancio aziendale 2011 e di capire se qualcuno ha pensato a due parametri: la qualità e l’imparzialità dell’informazione.
Sarà tutta “amerikana” – con scenografie da sfondo televisivo e open space totale – la versione Elkann-Chrysler di via Lugaro della Stampa, figlia forse un po’ scapestrata dell’edizione Fiat-Agnelli del glorioso quotidiano di famiglia, sopravvissuto per oltre 40 anni in riva al Po, ma più che dimezzato nelle copie. Lo hanno inteso domenica scorsa redattori e Cdr convocati in un salone del Bit, in corso Unità d’Italia, dai vertici del giornale. Scopo del mega raduno illustrare i piani di direzione ed editore alla vigilia del trasferimento, previsto per fine giugno, da via Marenco al palazzo ex Sanpaolo oggi di proprietà di Beni Stabili (il cui azionista di riferimento è la francese Foncière des Régions)
Promoveatur ut amoveatur
Questa organizzazione risponde all’esigenza di integrare in modo veloce e efficace carta e digitale, per decidere se una notizia deve essere subito pubblicata sul sito web o va riservata solo alla carta, per coordinare il lavoro di giornalisti che sono chiamati a misurarsi non più soltanto con la parola scritta ma anche con le fotografie, gli audio e i video.
Ecco perché a coordinare tutta l’attività digitale della redazione, nella sua nuova veste di «Digital Editor», ci sarà Marco Bardazzi. Il «Web Editor» sarà Dario Corradino, cui farà capo il sito lastampa.it, che ha triplicato i suoi lettori negli ultimi 30 mesi e che proprio da questa settimana comincia ad arricchirsi anche delle edizioni provinciali: Cuneo è la prima, le altre seguiranno nelle prossime settimane.
La crisi morde a La Stampa
Rivoluzione nella macchina organizzativa della Stampa a sei mesi dal trasloco del giornale nella nuova sede – proprietà Intesa-Sanpaolo – di via Lugaro, edificio, in affitto, dove saranno concentrati tre falle della gestione Fiat-Elkann: appunto La Stampa, che continua a perdere copie e che chiuderà il 2011 in rosso di 700 mila euro, la cugina Publikompass, non certo in floride condizioni, e l’Alpitour, sloggiata non senza dolore (per il personale) da Cuneo.
In sostanza la famiglia Elkann, creando tre nuove direzioni, ha silurato il vicedirettore generale, Angelo Cappetti, uno dei pilastri del quotidiano torinese, da sempre tenuto sotto la mano benevola della consigliera d’amministrazione Giovanna Recchi e che tutti si aspettavano prossimamente al vertice. Da un giorno all’altro Cappetti è stato spostato alle partecipate dell’Itedi: Nexta (multimedia), Bmi (radio e internet) e Todis (distribuzione). Come dire messo nel retrobottega con un contentino: aiutare il direttore delle “Funzioni centrali”, una delle nuove tre direzioni, per le questioni legali.
Saluteremo il signor padrone
Con i problemi che ha il giornalismo e i giornalisti in Piemonte l’Odg locale non ha di meglio che pubblicare sul suo sito (e purtroppo anche su quello del sindacato subalpino) queste imperdibili notizie. Anche perchè altre notizie nessuno vuole sentirle o pubblicarle, ma le cose cambiano in fretta. Un ritorno in famiglia. Quella famiglia … Leggi tutto
La sfida fra Giornale e La Stampa per l’informazione sul Vaticano
Ormai c’è una diaspora a Il Giornale di Alessandro Sallusti, già svuotato con l’addio di Vittorio Feltri e le fughe a Libero. Prossima destinazione Torino, La Stampa di Mario Calabresi. Il vaticanista Andrea Tornielli lascia Il Giornale berlusconiano, più volte in contrasto con la Chiesa, per un quotidiano un tempo laico (azionista, borghese) e oggi in sintonia con la Santa Sede. Così in sintonia che La Stampa prepara un sito d’informazione cattolica, un portale italiano per un pubblico internazionale: i contenuti saranno venduti ai media stranieri attraverso una società che può distribuire il prodotto e attirare la pubblicità, forse la News Cop. del magnate Rupert Murdoch.
I progetti di Calabresi s’incrociano perfettamente con le richieste di Tornielli che – come dicono fonti qualificate e come ieri ha scritto il Secolo d’Italia – faticava a sopportare la linea di Sallusti con la Chiesa: morbida quando ignora Ruby e i festini, durissima quando Famiglia Cristiana o un vescovo criticano i vizi del Cavaliere.