Finalmente in Italia un confronto televisivo a regole definite tra candidati e con risposte sintetiche: un passo di crescita per un paese a bassissima qualità dell’informazione come l’Italia . Forse sono un po’ troppi e sembrerà un quiz televisivo. Vediamo come se la toglie Bersani, che sarebbe un discreto ministro, nei confronti di due ottimi comunicatori come Renzi e Vendola e un’ottima candidata come la Puppato purtroppo lontana dalle masse e dai poteri forti.
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We Don’t Need No Fascist Groove
Una vecchia canzone degli Heaven17 sempre da ricordare
Verso la fine degli old media: si salvino solo quelli decenti, gli altri nessuno li aiuti: son complici dello sfascio del paese
Per il momento della Stampa Marchionne ha solo pianificato la vendita dell’immobile che fino a poche settimane fa ospitava la sede storica del quotidiano torinese a due passi dal Valentino. Ma nessuno ha mai messo in discussione persino piccole partecipazioni nei media strategiche come quel 3% dell’Ansa, la prima agenzia di stampa italiana, vero e proprio riferimento per le stesure degli giornali e dei servizi televisivi nazionali.
Come i Think Thank influenzano l’opinione pubblica
Le strategie dei think tank italiani per influenzare l'opinione pubblica online from Davide Bennato
Il 25 settembre parte l’Huffington Post italiano
Manca poco. Anzi, pochissimo. Il 25 settembre debutta l’edizione italiana dell’Huffington Post. E il direttore Lucia Annunziata, in un’intervista sul numero di settembre di Prima Comunicazione, anticipata dal mensile in un comunicato, ne ha chiarito i principi fondanti.
« «L’ispirazione è liberal, ma sulla nostra piattaforma daremo spazio a tutte le voci, soprattutto attraverso i blog: ognuno potrà scrivere quello che gli pare, salvo gli insulti e le volgarità, perché è bandito il linguaggio violento, inutilmente aggressivo; useremo un software, che si chiama Julia, per eliminare le parole politicamente scorrette».
Il giornale online nasce da una partnership tra il gruppo Aol, a cui fa capo l’Huffington Post, e il Gruppo Editoriale l’Espresso.
Le notizie che i giornali non danno ovvero come i vecchi media nascondono le notizie ovvero giornalismo italiano, più escort che watchdog
Il 5 Settembre è stato pubblicato dal World EconomicForum il Global Competitiveness Report 2012-2013, rapporto con cadenza annuale che analizza, sulla base di 12 fattori di competitività e un sondaggio d’opinione tra gli imprenditori, il livello di competitività di 144 nazioni del mondo. L’Italia si posiziona al 42° posto a livello mondiale e, ancora una volta fanalino di coda in Europa, dopo Spagna, Repubblica Ceca e Polonia. A pesare, come mostra l’ immagine sottostante, sono soprattutto:
- Rigidità del mercato del lavoro [127° posto] malgrado l’approvazione della recente riforma
- Arretratezza del mercato finanziario [111° posto]
- Diffusa corruzione, scarsa fiducia nell’indipendenza del sistema giudiziario e contesto istituzionale che fa crescere i costi per le imprese e gli investitori [97° posto]
A Torino l’Internet Governance Forum Italia 2012
Via Quotidiano Piemontese Sarà Torino a ospitare la quinta edizione dell’Internet Governance Forum Italia, in programma dal 18 al 20 ottobre 2012. Obiettivo principale del Forum è quello di definire i contenuti della partecipazione italiana all’IGF globale in programma a Baku dal 6 al 9 novembre 2012, seguendo la natura aperta e ‘multi-stakeholder’ che è propria … Leggi tutto
Affanculo la ragion di stato o la paura di crollo del regime: vogliamo chiarezza nei rapporti fra stato e mafia
In questi giorni sta crescendo in me l’inquietudine per il tentativo di ostruzionismo o di silenziamento da parte del sistema omogeneo dei giornali tradizionali e dei partiti sulla vicenda trattative stato-mafia, sulle telefonate fra Mancino e Napolitano e sull’azione di pestaggio morale nei confronti dei giudici di Palermo e Caltanissetta. Per questo al Fatto Quotidiano stiamo facendo una raccolta di firme per uscire dal silenzio e ridare verità e dignità all’Italia e alla sua informazione.
Il punto sulla situazione da Marco Travaglio
Il regime dei Cinque dell’Apocalisse (Quirinale, Avvocatura dello Stato, Procura della Cassazione, Csm e Governo) che assedia la Procura di Palermo può ritenersi soddisfatto. La notizia anticipata dal Fatto sul procedimento disciplinare contro i pm Messineo e Di Matteo, rei del terribile delitto di intervista, ha raccolto l’audience mediatica auspicata: omertà assoluta di politici, giornali e tg. Fa eccezione il Foglio che, per quanto clandestino, fa il suo sporco mestiere: plaude al Pg della Cassazione e lo esorta a radere al suolo la Procura, “luogo di mille abusi”, anche con processi penali per “violazione del segreto istruttorio”.
Tre anni e mezzo fa: un articolo che nessun deve avere letto
Scusandosi per l’autocitazione, ma tre anni su LSDI uscì un articolo sul tracollo dell’editoria italiana che evidentemente pochi hanno letto dato che molti elefanti dell’editoria italiana, grazie a dio non tutti, non hanno ancora capito che sono finiti e continuano a ballare ingozzandosi sulla tolda di un Titanica che affonda. Qualche editore sostiene la tesi … Leggi tutto
I fake follower dei media italiani e il celolunghismo promozionale degli stessi
E’ ormai una settimana che quello che più di qualcuno inizia addirittura a definire come “Twittergate” tiene banco in Rete e sui principali quotidiani italiani. Il sottoscritto se ne è tenuto volutamente lontano anche perchè il caso vuole che un paio di giorni prima della pubblicazione della desk research su Grillo avessi detto quel che penso, al di là dei casi specifici, sulla corsa ai followers.
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Per restare in tema mi sono divertito a produrre una provocazione analizzando i followers falsi e quelli inattivi dei principali quotidiani italiani e dei cosidetti superblog.
Un’Italia NIMBY
Oramai l’Italia è un paese NIMBY: tutti vogliono la salvezza del paese, ma nessuno si rende disponibile ad aiutarlo. Meglio larsciare gli oneri agli altri e al massimo prendersi gli onori