Il maneggione ben vestito, il funzionario di colore e un giornalista blogger di passaggio

Un treno qualsiasi italiano. Un politico di basso cabotaggio, maneggione da Italia media inciuciosa, discute di cavoli suoi urlando nel telefonino. E’, pulito, sbarbato, di quell’eleganza senza senso di chi deve vestirsi per darsi un tono ed appartenere a una casta in cui si specchia vergognosamente. Un uomo di colore in vestito blandamente etnico sta … Leggi tutto

Il Codice Azuni or Azuni code

Dal sito codice Azuni Su iniziativa del Ministro Brunetta, è partita l’operazione “Codice Azuni” per promuovere un processo “dal basso” di raccolta e organizzazione delle principali regole e prassi della Rete. Come fece il giurista sardo Azuni nel XIX secolo, l’obiettivo è individuare le “regole di navigazione” condivise a livello transanazionale, che consentano ad Internet … Leggi tutto

Pompe-i

Via Repubblica (le foto del party citato nell’articolo)

La morte del Pdl, la festa di compleanno del ministro Rotondi a villa Aurelia. Torce nei vialetti del parco, profumo di luglio sul Gianicolo, bisbigli di potere, schiamazzi mondani, torme di camerieri e di contractors, tartufi giganti destinati a inghirlandare le frittatine cotte sull’erba, ma prima esposti con orgoglio su un tappeto di basilico all’obiettivo del fotografo di Cafonal. Giovedì notte: Satyricon della crisi.

Euforia, risate, abbandono dopo una giornata decisiva, forse. Alla tastiera c’è Peppino di Capri. Dal décolleté del ministro Brambilla, ritratta al tavolo con una lucentissima Santanché, scappa fuori un capezzolo. Dalle parti del buffet trimalcionesco, nei pressi della postazione dei fratelli Ambrogio e Luigi Crespi, provetti spin doctor di parecchi ministri, è stato allestito un maxi schermo e al momento degli antipasti scorrono le immagini di Falcone e Borsellino, “assassinati dalla mafia”, come specifica la scritta in sovrimpressione che accompagna l’happy birthday video dedicato alla vita di Rotondi.

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Troppo cibo nella spazzatura in Italia

Via Repubblica «Il cibo si butta perché se non si coglie la differenza tra obiettivo e scopo: l’ obiettivo può essere una cena con gli amici, ma il cibo resta un dono, serve a nutrire. Dall’ agricoltura fino al frigorifero si possono fare delle scelte per ridurre gli sprechi». Marco Lucchini, direttore della fondazione Banco … Leggi tutto

Un possibile aspirante premier in carriera

Via DaUomo Che se ne dica, le brave persone militano anche al Centro. Fabien Richard è un uomo che nella vita ha capito tutto. Fa il politico di professione, ed organizza ammucchiate in Svizzera nei weekend. Il metodo è semplice, mette annunci su internet per cercare partecipanti al modico obolo di 300 euro ed offre … Leggi tutto

La classe media va in paradiso

Via Repubblica.it

La ricchezza è saldamente nelle mani di pochi e lì ci rimane, impedendo la mobilità sociale, condizionando le carriere, costruendo pezzo per pezzo una parte della nostra gerontocrazia. Secondo l’ultimo dato della Banca d’Italia contenuto nella periodica indagine su “I bilanci delle famiglie italiane”, il 10 per cento delle famiglie più ricche possiede quasi il 45 per cento dell’intera ricchezza netta delle famiglie. Un livello rimasto sostanzialmente invariato negli ultimi quindici anni. Partecipiamo non sempre consapevolmente a un processo di divaricazione che spinge la classe media verso il basso, i super-ricchi verso l’alto e affonda i più poveri. “Che oggi sono anche in giacca e cravatta, basta guardare come sono cambiate le persone che almeno una volta al giorno vengono a mangiare alla Caritas”, racconta Don Paolo da quello che è un osservatorio strategico anche perché Roma è fondamentale nell’attribuire al Lazio il primato negativo della regione più diseguale d’Italia con il 33,9 di coefficiente Gini. Pesano, nella Capitale, ma non solo qui, il caro-casa e la precarietà del lavoro. In alto, la regione italiana dell’eguaglianza è il Friuli Venezia Giulia, regione a statuto speciale, laboriosa e dal benessere diffuso. L’eguaglianza è anche questo.

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Spettabile Aldo Brancher ci consenta: si dimetta

Via Valigia Blu

Le scriviamo a nome di cittadini di destra, di sinistra, di centro, al di là delle posizioni partitiche.  Chiediamo Le Sue dimissioni. E di seguito Le spieghiamo perché. Ci sentiamo presi in giro da un ministro di non si sa cosa, che nasce all’improvviso senza deleghe, il cui ministero cambia nome nell’arco di due giorni.  Ci sentiamo umiliati e sentiamo che insieme a noi si umiliano, in un tentativo di raggiro delle regole, le Istituzioni e la nostra Democrazia.
Subito dopo la Sua nomina a Ministro si è avvalso del legittimo impedimento in un processo nel quale è accusato di ricettazione e appropriazione indebita. Il Capo dello Stato ha subito sconfessato il Suo legittimo impedimento, motivo per il quale Lei si è permesso di insinuare che il Presidente della Repubblica sia stato manovrato da qualcuno contro la Sua persona. Questa gravissima insinuazione, già da sola, fornisce una causa più che legittima per rassegnare le dimissioni.

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In appello sette anni a Dell’Utri

Via Corriere.it

Dopo sei giorni di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo hanno condannato Marcello Dell’Utri a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Ridotta dunque la condanna a nove anni emessa in primo grado, nel dicembre del 2004. Il pg Nino Gatto, a conclusione della sua requisitoria, aveva chiesto per Dell’Utri una condanna a undici anni di reclusione. Al momento della lettura della sentenza il senatore del Pdl non era presente in aula a Palermo: Dell’Utri è infatti rimasto a Milano.

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