Carlo De Benedetti via Sole24Ore
«L’iPad cambia irreversibilmente il panorama del mondo dell’informatica contemporanea». L’ha detto Steve Jobs il 9 aprile alla presentazione di iAd, il suo nuovo sistema di gestione pubblicitaria per l’iPhone e l’iPad. Forse è vero. La sua Apple sta vivendo l’avventura più esaltante da quando l’azienda è stata fondata, nel 1976. In due settimane si appresta a superare il milionesimo iPad venduto: c’è addirittura un sito, labs.chitika.com/ipad, che in tempo reale aggiorna su quanti tablet sono stati consegnati ai clienti negli Stati Uniti, quasi fosse il contatore delle offerte durante Telethon. A 600 dollari a pezzo, fanno 600 milioni di dollari. Mentre gli iPhone attivi nel mondo stanno raggiungendo quota 100 milioni, tra qualche settimana l’iPad arriverà anche in Italia.
E ora Apple pretende la sua fetta della Grande Torta, quella pubblicitaria, con iAd, che inserirà i messaggi degli inserzionisti sulle applicazioni dei dispositivi mobili, girando una quota del ricavo agli sviluppatori. I conti li fa Jobs: «Se dieci spot appaiono su ogni iPhone, si ottiene un miliardo di contatti giornalieri». Se anche solo metà delle 185mila applicazioni dell’iPad accettassero pubblicità, quanti soldi migrerebbero da altrove su questa nuova piattaforma?