Facebook rivoluziona la net-neutrality

La notizia è di quelle che sconvolgono la rete Facebook Inc. announced yesterday an innovative partnership with telecom operators to reward heavy users with free bandwidth upgrades. Facebook’s spokesman Adam Kovagatich while giving a presentation at a meeting of the Internet Engineering Task Force (www.ietf.org) held on Mar 31st in Santa Monica, has disclosed the … Leggi tutto

Il radioso futuro della pubblicità online

Via LSDI

Nel mondo off-line le entrate pubblicitarie generano più del 20% del totale delle entrate escludendo la vendita di beni fisici? Non lo so. Sospetto di no, e sospetto che non sia mai stato così. Anche prima del Web, il New York Times non copriva i propri costi interamente attraverso la pubblicità. Nella sua vita puramente strumentale e immobiliare, ricorreva ad altri flussi di entrata.

Pertanto, concordo sul fatto che molti siti debbano diversificare le proprie entrate cercando alternative al display advertising. Un metodo potrebbe consistere in modelli pubblicitari alternativi, mentre magari alcuni siti non ricorreranno affatto alla pubblicità per le proprie entrate. Le inserzioni non sono state l’ unica fonte di reddito per molti siti nel passato, e non vi è motivo di credere che ciò cambierà in futuro. Allo stesso modo, non vi è ragione di credere che le inserzioni siano state l’ unica fonte di entrate per le aziende nel “mondo reale”.

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Arriva l’orto on-line

Un orto online che da virtuale diventa reale, con i prodotti della terra consegnati, una volta maturi, a casa dell’affittuario sul web. Tre fratelli di Santhià, proprietari di un’azienda risicola, hanno sviluppato la coltivazione a distanza, un progetto di coltivazione orticola a consumo diretto. Hanno dedicato al progetto un ettaro della loro azienda, che può … Leggi tutto

I dolori dell’advertising on-line

Via TechCrunch

The expected drop in internet advertising revenues this year was neither unpredictable nor unpredicted, nor was it caused solely by the general recession and the decline in retail sales.  Internet advertising will rapidly lose its value and its impact, for reasons that can easily be understood.  Traditional advertising simply cannot be carried over to the internet, replacing full-page ads on the back of The New York Times or 30-second spots on the Super Bowl broadcast with pop-ups, banners, click-throughs on side bars.

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Sulla lapide dei giornali

Enrico Franceschini su Repubblica

Il necrologio è sormontato da due date: 1764-2009. “Dopo una lunga battaglia con pubblicità in declino, età anagrafica dei lettori troppo avanzata, concorrenza di Internet, sconsiderati livelli di indebitamento, costi inflessibili, ambizioni esagerate e crisi di nervi, l’industria dei giornali è passata a miglior vita”, annuncia il testo. Humour nero, specie se stampato su un giornale: il Financial Times, che ieri ha aperto a questo modo un’inchiesta sulla crisi dell’informazione quotidiana. Dal New York Times alle gazzette di provincia, la carta stampata è in declino: alla sua crisi strutturale, provocata dall’avvento del web, si è aggiunta la mazzata della crisi ciclica, la peggiore recessione economica a memoria d’uomo. Negli Stati Uniti, grandi giornali vanno in bancarotta uno dopo l’altro; ovunque, tutti perdono copie e profitti, e cercano di sopravvivere riducendo le spese.

Eppure la stampa quotidiana non ha mai avuto tanti lettori come oggi: grazie alle edizioni online, che tuttavia nella maggior parte dei casi sono gratuite e generano entrate pubblicitarie ancora troppo basse. “Dacci oggi il nostro giornale quotidiano”, continuano a dire i cittadini del mondo, però si sono abituati a leggerlo sullo schermo di un computer o di un telefonino, senza sborsare un soldo.

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Il web fa bene alla carta

Via Prima Comunicazione

Il presidente di Rcs MediaGroup Piergaetano Marchetti spiega come il gruppo editoriale del Corriere della Sera sta affrontando la crisi economica e quali sono le linee di sviluppo in un’intervista pubblicata sul numero di marzo di Prima Comunicazione in edicola da domani a Milano e da giovedì 19 marzo a Roma.

«Abbiamo due fronti su cui misurarci: in questi mesi le difficoltà dell’economia reale si stanno ripercuotendo sull’editoria in maniera drammatica con tagli agli investimenti pubblicitari feroci e immediati» dice Marchetti. «C’è ancora molto da fare per ottimizzare l’organizzazione, ma soprattutto dobbiamo riflettere su come sarà il futuro di Rcs come gruppo multimediale e, di conseguenza, individuare le giuste strategie per riposizionare i nostri business. Certo, con enorme attenzione ai costi, ma anche decidendo gli investimenti necessari».

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Fare a meno del giornalismo

Fare a meno di molto giornalismo attuale e di molti giornali e telegiornali attuali si può e senza grossi problemi di crescita culturale e di pericolo della democrazia, c’è la rete e la sua informazione … Questo scenario mette in pericolo la democrazia? Molti lo pensano. Stamattina ad esempio leggo da Tom Watson una cosa … Leggi tutto

L’insolubile caso dei giornali

Via Luca Sofri

Improvvisamente tutto il dibattito sul futuro dei giornali è stato travolto da un intervento di Clay Shirky.
Clay Shirky è un professore alla New York University che si occupa da tempo di internet e di condivisione di contenuti in rete. Martedì esce in Italia per Codice il suo libro, e nel nuovo numero di Wired italiano che esce la prossima settimana c’è una sua intervista, fatta dal titolare, qui. Aveva avuto una maggiore notorietà anche qui da noi l’anno scorso quando Internazionale tradusse un suo articolo che rifletteva sul diverso approccio di chi guarda la tv e chi fa le cose su internet: il titolo era “Stiamo cercando il mouse” e si riferiva all’aneddoto di una bambina che Shirky aveva visto armeggiare misteriosamente dietro un televisore, e che alla domanda su cosa stesse facendo aveva risposto “sto cercando il mouse”.

Oggi Shirky ha pubblicato sul suo blog un’analisi sul presente – non il futuro, e questo è già un punto – dei giornali, ed è un’analisi formidabile. Per diverse ragioni.
Intanto perché conduce a un tipo di conclusione che non è mai tenuto abbastanza presente quando si discute su come affrontare dei problemi o che soluzione trovare: ovvero l’ipotesi che alcune cose non abbiano una soluzione individuabile. È una capacità di visione che a me interessa molto e che penso sia spesso rimossa ciecamente dall’orizzonte di analisi le più varie: certe cose cambiano e non sono più come prima, certe cose hanno un prezzo, certe cose non si risolvono senza perdite. Certe cose non si sa come andranno a finire: e chi pretende di indovinarlo non ha nessuna attendibilità.

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Siti, portali, blog, forum e altro: cercare una legge armonica

Via Zeus News

Fin dai tempi del disegno di legge che voleva obbligare i blogger e i webmaster in generale a registrarsi al Roc (il Registro degli Operatori della Comunicazione), la Rete italiana si è sempre opposta a questi tentativi di inutile regolamentazione burocratica (e sospettata di censura): in tutta coscienza, come può un diario personale online essere equiparato a un organo di informazione?

Non sono pochi i blogger che, per evitare questo abominio, tuttora espongono sulle proprie pagine la scritta: “Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001”. Eppure l’idea di regolamentare Internet come fosse un’enorme edicola non muore.

Ecco perché la sentenza della Cassazione è sembrata a molti tanto importante: sembrerebbe rappresentare un pronunciamento ufficiale che dovrebbe porre fine alla disputa sull’equiparabilità dei forum e dei blog alle testate giornalistiche.

Eppure in questo ragionamento c’è una non piccola falla: la Cassazione ha parlato di forum, non di blog. Che la stampa generalista non sia attenta a queste sottigliezze è perfino comprensibile, ma la differenza è sostanziale.

D’ora innanzi è chiaro che chi gestisce un forum non è tenuto a registrare la testata, a indicare un direttore responsabile, a sottostare a tutte quelle limitazioni previste dalla legge sulla stampa. Certo non potrà avere nemmeno le tutele elencate nello stesso testo, ma non è questo il punto. Il punto è che, invece, sui blog non c’è ancora chiarezza.

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Cybercensura: non è un problema degli altri

Via Nazione Indiana Il rapporto di Reporters sans frontieres pubblicato  in occasione della giornata mondiale contro la cybercensura chiarisce una volta per tutte che il problema della libertà di informazione in Rete non può più essere considerato circoscritto ai regimi tradizionalmente qualificati “meno democratici” ma rappresenta una questione “senza frontiere” che investe ogni giorno di … Leggi tutto