WWP: World Wide Pay

La scelta di una parte degli editori italiani, che va però modulata con chiarezza nei tempi e nei modi, di portare in rete prevalentemente informazione a pagamento e non retribuita dalla pubblicità, richiede che si mettano d’accordo praticamente tutti gli editori mondiali: eventualità non propriamente praticabile. Dopo il consorzio WWW il consorzio WWP ? «Credo … Leggi tutto

Carlo De Benedetti: pagherete poco pagherete il meglio

Carlo De Benedetti interviene dal Sole 24 ore sull’annoso problema dei contenuti digitali a pagamento Tutto a pagamento’ rischia di diventare una formula magica esattamente come ieri lo era il tutto gratis . Let’s take a pizza s’intitolava lo scorso anno il capitolo principale del rapporto Newspaper Next, voluto dall’American Press Institute. E quell’invocazione era … Leggi tutto

Per non uscire dalla conversazione in rete

Il maestro Vittorio (Zambardino) analizza lo stato dell’arte dell’editoria dopo la proposta di Murdoch di mettere i contenuti digitali a pagamento

Bisogna leggerlo dal fondo

La dura verità è che il senso del passaggio al regime “pay” non è commerciale. E’ culturale. I giornali usciranno dalla “conversazione”, e riducendo la rete a pura piattaforma distributiva, si isoleranno dalle persone che in rete si informano e vivono. Se si sceglie di essere quelli che si fanno pagare, si smette di essere soggetti attivi della rete e fonte accreditata delle sue notizie. Che poi è l’unica battaglia vinta dai giornali negli ultimi 20 anni, l’unico traguardo raggiunto con successo.

Poi ripartire con il resto

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Dolce stil web

Via Lastampa.it Chattare, uploadare, downloadare, rippare, scaricare, blobbare, craccare. Le persone che si incontrano in Internet parlano una strana lingua, uno slang misto di inglese, spagnolo, informatica, neologismi, goliardia, faccine fatte di punteggiatura e icone animate. Pino Bruno, giornalista della Rai che si occupa da anni di Rete, in Dolce stil web, prova a mettere … Leggi tutto

L’ informazione redditizia su internet

Via LSDI

La conclusione è che oggi non è immaginabile che la diffusione su internet, da sola, possa sostenere finanziariamente la produzione di informazione giornalistica di grandi redazioni con centinaia di giornalisti, come le Monde o il Figaro.

Una strategia di sopravvivenza si delinea forse nella diversificazione delle aziende giornalistiche su internet, analoga a quella che ha disegnato il Figaro, che raccoglie ad esempio dei siti di piccoli annunci o di commercio online. C’ è il rischio però di una diluizione, e di una perdita di valore, del marchio e dell’ identità della testata quando abbandona il suo « mestiere di base ». E poi pone, fra l’ altro, anche delle questioni serie rispetto al posto dei giornalisti in questo dispositivo e alla deontologia.

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Yahoo annuncia la chiusura di Geocities

Yahoo ha annunciato che a fine anno chiuderà Geocities.

We have decided to discontinue the process of allowing new customers to sign up for GeoCities accounts as we focus on helping our customers explore and build new relationships online in other ways. We will be closing GeoCities later this year.

Geocities aveva aperto l’accesso a internet, alla home page personalizzata e gratuita, ai primi siti individuali. Ci si sceglieva un quartiere e si iniziava pionieristiamente a tirare la propria Pagina Casa.
Poi è venuto il blog, i social network, di tutto di più ed in effetti il senso di Geocities si era sfumato. Forse andava reinventato più che chiuso.
In Geocities ci sono ancora milioni di home pages spesso vagamente abbandonate. Diventerà una sorta di Spoon River digitale ?

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Copiata una tesi su due

Avevamo parlato del fenomeno delle tesi copiate a partire da un caso personale.

Il fenomeno pare oramai diventato “industriale”

Dario S. da Pisa si era preso un bell’applauso, una stretta di mano e tanti complimenti per quella tesi di laurea così originale. Argomento: la serie americana Family Guy e l’adult animation, il modello «South Park», i cartoni animati per adulti, cinismo e irriverenza allo stato puro. Un bel lavoro. Peccato che l’avesse copiato quasi per metà da Wikipedia, intrecciando poi una raffica di analisi dei maggiori esperti italiani del genere. Citazioni? Macché. Appropriazione indebita del pensiero altrui. Plagio, a dar retta al codice penale. Nessuno se ne è accorto. E Dario si è laureato. Il guaio è proprio quello: quasi mai qualcuno se ne accorge. Al massimo si insospettisce. Forse c’è chi le tesi nemmeno le legge, o le scorre distrattamente. Poi c’è la rete: milioni di documenti, chiunque li può agguantare e riprodurre.

E così sotto il naso dei professori universitari italiani passano tesi scopiazzate, paragrafi – o interi capitoli – riprodotti senza spostare nemmeno una virgola. Finisce che, in una tesi su due, almeno il cinque per cento del testo è la fotocopia di un documento già pubblicato. Una boutade? No, un calcolo scientifico. Se ne sono accorti i francesi di Six Degres, società che ha sede in Savoia e un paio d’anni fa ha elaborato un software. Si chiama «Compilatio», è un cervellone capace di passare al setaccio qualsiasi testo e individuarne le parti copiate. Prima di andare a sbirciare in casa d’altri, a inizio 2008, i francesi hanno sperimentato il sistema sui loro studenti. Poi si sono spinti in Spagna e Germania. In Italia: respinti. In Francia avevano lavorato con gli istituti di Economia e Management di Nantes; in Spagna con l’Università di Saragozza; in Germania con l’Università di Stoccarda.

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Obituary: Fabio Metitieri

fabio-metitieriIeri in serata un sms di Enrica mi ha comunicato la notizia della morte di Fabio Metitieri. Immediatamente mi sono buttato in rete per capire se era vero, se non si trattava di uno scherzo di cattivo gusto. Piano piano a partire dalle prime notizie frammentarie, altri hanno confermato la morte probabilmente per infarto di Fabio pare proprio nel giorno  di uscita del suo nuovo libro.

Avevo conosciuto Fabio nella prima metà degli anni ’90 quando faceva parte della direzione atenei del CSI Piemonte con Dario Deiaco, Massimo Delcorso ed Eleonora Pantò. Questo dream team seppe portare con passione e intelligenza internet all’interno delle università torinesi e non solo. Era l’internet dei modem gracchianti, del telnet, della mail se andava bene. Dopo un po’ arrivò gopher, poi il www, poi sappiamo come è andata. Fabio iniziò una sua attività da divulgatore e giornalista che riuscì da subito a dargli visibilità al di fuori della realtà locale.

A quel punto verso la fine degli anni ’90 si trovò davanti a un bivio. Scegliere di rimanere nel suo posto di lavoro e rischiare di essere comandato da un rampante burocrate politicizzato, peggio se paraculato, che conosceva la tecnologia e la rete 100 volte meno di lui. Oppure fare un salto e diventare un uomo libero. Ovviamente Metitieri scelse la seconda soluzione abbandonando Torino per trasferirsi a Milano dove iniziò a collaborare con molte testate, importanti o meno, di informatica e dintorni, e a scrivere diversi libri dedicati alla rete, al suo uso nel contesto bibliografico, alle comunità virtuali e dintorni.

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La crisi della stampa in parole piane

Via Mantellini

La crisi economica mondiale, con il suo noto effetto a cascata ha messo a dura prova piccole e grandi convinzioni appena consolidate (per esempio quella che l’informazione la pagava la pubblicità): i grandi investitori pubblicitari (banche e costruttori di auto in primis) hanno tagliato i loro budget e per gli editori è iniziato un periodo di grande sofferenza economica. Nel corso degli ultimi mesi del 2008 e nei primi mesi di quest’anno i conti sono andati male per quasi tutti: i cali sono stati molto consistenti per la pubblicità su carta (quella più remunerativa e costosa) mentre i numeri positivi della pubblicità sul web (numeri complessivamente assai più piccoli) hanno subito una brusca frenata.

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Un direttore con la rete aperta e attiva

De Bortoli nel suo discorso di “insediamento” E allora vi dev’essere una ragione profonda che lega il lettore al proprio quotidiano. E questa ragione sta nella qualità e nella credibilità dell’informazione. Nella capacità del giornale di rappresentare la comunità a cui si rivolge. Di rappresentarla e di difenderla nei suoi bisogni, persino nelle sue paure, … Leggi tutto

Pubblicità febbraio: giornali -28%, internet +6%

Via Prima Comunicazione Il fatturato pubblicitario del mezzo stampa in generale ha registrato nel periodo gennaio-febbraio 2009 un andamento in flessione rispetto allo stesso periodo del 2008 (-28%). Questo dato è la conseguenza di andamenti diversi all’interno dei mezzi stampa rilevati. Internet: il mese di febbraio 2009 rispetto al mese di febbraio 2008 risulta essere … Leggi tutto