In Francia spunta la tassa pro-redazioni

Via Lsdi Una ‘’tassa’’ generalizzata sulla fornitura di accessi alla rete per finanziare le redazioni. La proposta sta girando nelle stanze di Libération, come segnala Emmanuel Parody sul suo blog, ecosphere, e ipotizza una tassazione sull’ informazione (gratuita) che la rete offre e i cui ricavi andrebbero distribuiti alle varie testate a seconda del numero … Leggi tutto

1,5 miliardi contro il digital divide

Via Lastampa

Il «progetto di sistema» per portare al superamento del digital divide entro il 2012 con l’accesso a Internet per tutti «potrebbe portare a un incremento del Pil di 2 miliardi di euro». Lo ha affermato il viceministro allo Sviluppo economico, con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani in un’audizione congiunta davanti alle Commissioni Trasporti della Camera e Lavori Pubblici del Senato. «Investire quasi 1,5 miliardi di euro in banda larga – ha spiegato Romani – potrebbe portare a un incremento del Pil di 2 miliardi di euro, ovvero è ipotizzabile che ogni euro di investimento realizzato nel settore Ict generi un incremento sul Pil nazionale pari a 1,45 euro». Il progetto, ha proseguito il viceministro, interesserà circa 50mila persone in quattro anni (oltre 4mila ingegneri, più di 11mila tecnici e assistenti, circa 13mila operai qualificati e 15mila operai comuni, oltre a 6mila impiegati) e comporterà oltre 33mila interventi diversi «che avranno ricadute positive anche in altri settori economici».

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Faranno di tutto per sopravvivere sempre che questo non implichi dei cambiamenti

Via LSDI

L’ industria dei giornali ha scelto il suicidio rituale: una scelta drastica e irrevocabile. Lo sostiene un giornalista Usa, Dan Conover, in un articolo pubblicato sul blog collettivo Xark, dal titolo ‘’ The newspaper suicide pact’’, che Bernardo Parrella rilancia sul suo sito, Bernyblog, con toni un po’ apocalittici.

Il problema, spiega Conover, è la questione del paid content, dei contenuti a pagamento, di cui si sta ricominciando a parlare in maniera insistente e che è stata al centro di un recente summit organizzato dalla NAA (l’ Associazione dei giornali Usa) a Chicago.
Apparentemente, sostiene Conover, può sembrare una idea ragionevole che i cittadini possano pagare per dei contenuti, prodotti in maniera professionale, che essi consumano. Ma in realtà si tratta di una petizione post-razionale ritenere che i consumatori abbandonino consuetudini maturate nell’ ultimo decennio a favore di comportamenti che dovrebbero riportare le aziende editoriali a quei margini di profitto decretati per loro da Dio Onnipotente.

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I fondamentali e il coraggio

In questi giorni un giornale spagnolo e un giornale inglese nelle loro edizioni cartacee e internet hanno moltiplicato i loro lettori e visitatori proponendo immagini e inchieste giornalistiche che non guardano in faccia a nessuno e che rispondono alle esigenze di sapere e capire dei loro lettori e visitatori. Uscendo dalla melassa quotidiana delle informazioni … Leggi tutto

Le foto della Certosa “tirano”

Via El pais

La publicación en EL PAÍS de las fotografías de la mansión de Berlusconi que la Fiscalía había secuestrado en Italia ha suscitado tal interés que, antes del mediodía de hoy, más de un millón de personas había visitado ELPAÍS.com, donde el despliegue de datos se ha ampliado con traducciones al inglés y el italiano. De hecho, la traducción de la noticia a este idioma ha sido el primer contenido no escrito en español que entraba entre las noticias más vistas del día (más de 150.000 visitas a las 17.00, hora peninsular).

Todos los contenidos relacionados con la exclusiva, incluida la inmediata reacción de Il Cavaliere, han acaparado de forma inmediata todas las posiciones de la lista de contenidos más consultados de las últimas 24 horas. A las 17.00 hora española, el conjunto de contenidos relacionados con la exclusiva superaban los cuatro millones y medio de visitas.

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Via Soloparolesparse Si sa… navigare in rete per i bambini è pericoloso, il web è una giungla piena di pedofili pronti a ghermire i nostri figlioli non appena accendono il pc (a volte non è nemmeno necessaria una connessione!), internet è piena di schifezze e pervertiti. Potete aggiunger un pò quello che vi pare a … Leggi tutto

Il dominio dell’ informazione ridondante e stereotipata

Via LSDI

Lo si sospettava da tempo, ma ora uno studio scientifico lo ha confermato: la varietà dell’ offerta di informazione sui siti web è molto lontana dall’ essere abbondante quanto ci si poteva immaginare. E, peggio ancora, questa offerta è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’: i siti di informazione diffondono la stessa notizia nello stesso momento, con una concentrazione estrema della produzione su un piccolo numero di argomenti che dominano completamente la scena.

Il risultato è senza appello: l’ informazione online è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’. In altre parole i siti di informazione trattano gli stessi argomenti, nello stesso tempo, allo stesso modo e la varietà di quegli argomenti è estremamente ridotta. Narvic lo definisce ‘’il regno delle notizie di agenzia a raffica’’.

La distribuzione dei risultati risponde grosso modo al principio di Pareto: l’ 80% degli articoli si concentrano sul 20% degli argomenti, l’ 80% degli argomenti vengono affrontati dal restante 20% degli articoli, spesso da un solo articolo (e quindi una sola fonte). Il ricorrere dell’ uso delle stesse formulazioni n diversi articoli che trattano lo stesso argomento, mostrache si tratta in reatà delle stesse notizie di agenzia, poco o nulla riscritte.

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Editoria: chi giornalista, chi dirigente, chi operaio, chi impiegato

Questo lavoro, acuto, intelligente e puntuale del maestro Gaspar Torriero è in rete da una settimana, ma il bloggante infettato da virus non messicani, ma altrettanto virulenti, lo ha visto solo in giornata.
I dati numerici sono probabilmete imprecisi, lo spiega anche Gaspar, ma il concetto è evidente.
Da leggere anche tutta la discussione su FriendFeed .
Il ragionamento ricorda la oramai storicaintervista di Marco Benedetto, oramai un classico per interpretare, che oramai fa l’imprenditore nell’informazione su internet con Blitz Quotidiano.

Il bisogno di informazione ci sarà sempre. A non esserci più sono i soldi. O meglio, non ci sono più tutti quelli che servono per un giornale di carta.

Ma ripartiamo da Gaspar Torriero

A proposito della sostenibilità del giornalismo sul web, che tutti dicono non esserci ma che alcuni siti di informazione hanno raggiunto, sono andato a cercare qualche numero in rete. Non ne ho trovati molti, e quelli che ho trovato, spulciando bilanci, sono dubbiosi. Li pubblico lo stesso perché danno almeno una grossolana indicazione degli ordini di grandezza in campo, e soprattutto perché spero che tu, che conosci i numeri giusti, sia tanto gentile da volermi correggere nei commenti.

La prima tabella paragona il numero di visitatori di un sito informativo con il numero totale di addetti della testata (soprattutto qui aspetto tue notizie!):

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I giovani lasciano i siti dei quotidiani

Tra i giovani dai 18 ai 24 anni i portali come Virgilio, Msn, Libero, Yahoo e consimili hanno superato i quotidiani online, da Corriere.it a  Repubblica.it compresa Lastampa.it,  come fonti di informazione. Il dato emerge dalla presentazione dei risultati della terza indagine dell’Osservatorio Internet di Nextplora – Microsoft sulla messaggistica istantanea in italia. Come ha … Leggi tutto

Giornali e crisi: istruzioni per l’uso

Via EJO e LDSI

“Per cogliere le opportunità del nuovo mondo editoriale, tutti devono cambiare approccio: giornalisti, editori, pubblicitari”.  La nuova ricerca dell’Osservatorio europeo di giornalismo, condotta da Piero Macrì con la supervisione di Marcello Foa, parte da una constatazione paradossale: i giornali non sono mai stati letti come ora. Tuttavia l’editoria è in una crisi che non è passeggera, ma strutturale. Per capire come affrontarla bisogna considerare diversi aspetti.

Di seguito la sintesi analitica della ricerca.
1) Nonostante il notevole aumento dei lettori online, la pubblicità non aumenta proporzionalmente. Anzi, gli incrementi sono poco significativi e la migrazione della pubblicità dalla carta all’online è molto contenuta: il valore dell’investimento pubblicitario su web mediamente non supera il 10% dei ricavi complessivi dei giornali.
2) Il tentativo di imporre accessi a pagamento sembra avere poche possibilità di successo: i lettori sono abituati a ottenere gratis le informazioni e tendono a rifìutare qualsiasi forma di abbonamento o micropagamento. Un cambiamento di tendenza potrebbe essere possibile solo in presenza di una strategia condivisa dai principali gruppi editoriali. In questa prospettiva vanno considerate le mosse di  Rubert Murdoch, che si è detto intenzionato a estendere la formula a pagamento, oggi attiva sul Wall Street Journal, ad altri siti web dei giornali di proprietà di News Corporation. Basterà il traino di Murdoch a cambiare le dinamiche?

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Alveari operosi ma senza nome

Lucia Annunziata interpreta a modo suo il tempa dei contenuti a pagamento Oggi l’editoria internazionale, in testa l’imprenditore dalle uova d’oro Rupert Murdoch – e, pare, anche l’editoria italiana raccolta a Bagnaia – vuole passare su Internet, e vuole far pagare i contenuti. Il ragionamento funziona più o meno così: le notizie sono più o … Leggi tutto