La società dei consumi è fondata sulla creazione artificiosa e sullo sfruttamento strutturale dei sistema dei bisogni, che è frutto del sistema della produzione. Il quale prima di essere destinato a produrre beni ha la funzione di produrre privilegi e di mantenerli. I bisogni rispondono ad una necessità di segni e differenziazioni. Il consumo non mira a soddisfare un supposto bisogno profondo e recondito dell’individuo, ma a ripristinare continuamente la distanza sociale e a confermare i segni d’appartenenza ad uno status, perpetuando una tensione cronica che è l’antitesi della ’soddisfazione’. Per questo un bisogno “realizzato” non crea, come sostengono i razionalisti, uno stato di equilibrio e risoluzione delle tensioni, al contrario le riproduce in maniera folle, negando la possibilità di una soddisfazione e quindi smascherando la natura stessa del bisogno.
Internet
Net1news: prima erano nessuno ora sono Nettuno
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Zoro, Riotta e Negroponte attorno a un tavolo
La domanda sorgerebbe spontanea: che ci azzeccavano ? Qui per capirlo
Nuovissime prospettive sul futuro dell’informazione
Si è aperta una nuova discussione sui temi dell’informazione on-line a partire da una felice sintesi per punti di Luca de Biase, già annotata da Marco Formento e (il giornalaio) Pier Luca Santoro. e probabilmente fra poco da altri. Il bloggante titolare decide di dire la sua, con particolare declinazione al mercato dell’informazione italiano
1. L’informazione di qualità ha valore e costa tempo o denaro. Il modo in cui viene pagata contribuisce a qualificarla: può pagarla il pubblico che compra un prodotto editoriale, la pubblicità che compra l’attenzione del pubblico, una comunità di sottoscrittori o uno stato che la finanzia.
L’informazione è un bene particolare, ma è un bene suscettibile a quelle che sono le leggi del mercato legate a domanda ed offerta, e alla distribuzione. L’evoluzione storica dei media e dei prodotti editoriali aveva staticizzato il concetto editoriale di infornazione in un oggetto cartaceo distribuito in media quotidianamente detto giornale. Il giornale veniva distribuito attraverso dei canali distributivi rigidi e soggetti a parcellizzazione. Poi è arrivata la rete che ha demolito e ricostruito dal nulla canali distributivi, ha allargato enormemente l’offerta di informazione, ha distrutto la scala dei tempi portando tutta l’informazione al tempo reale (TV, radio, Internet) e relegando la carta stampata all’approfondimento.
Il sistema distributivo fisico italiano, molto “viscoso” è ancora un’ancora di salvezza per il futuro degli editori cartacei. D’altra parte nessuno ha cercato ad oggi di mutarlo, evidemente sta bene così come è a editori, distributori e punti vendita. E’ come il rapporto fra concessionarie e case di produzione automobilistiche, spesso criticato, ma mai modificato seriamente.
Esperti sporcati nel gulag degli insulti
Gianni Riotta risponde a Vittorio Zambardino Dobbiamo difendere la libertà del Web, gli accessi, l’ugualitarismo e battere le censure, vedi Cina. Ma proprio perchè il destino delle democrazie si gioca sul Web dobbiamo affermare sul Web che non c’è confusione tra bene e male, che certe idee sono giuste e altre sbagliate, che la competenza, … Leggi tutto
Cronisti di guerra in stanze d’albergo
Vittorio Zambardino risponde a Gianni Riotta (qui il pensiero di Alessandro Aresu) Caro Gianni, sei un ottimista: in questo paese nelle redazioni, nelle case editrici, nell’accademia e nelle stranze strategiche delle aziende – dovunque in qualche modo “si pensi per professione” – la rete, come luogo e modello di reperimento ed uso dell’informazione, non è … Leggi tutto
Filtri non casuali per la navigazione dei dipendenti CSI
Via LoSpiffero Le nostre (sempre documentatissime) fonti interne ci hanno riferito che “qualcuno” dei vertici di corso Unione Sovietica ha pensato di bloccare l’accesso dai pc interni al nostro sito. Sarebbe per noi comodo fare le vittime e urlare alla censura. Evidentemente le alte sfere non hanno gradito le nostre inchieste, ma questo era scontato … Leggi tutto
Un 2010 ancora con la legge Pisanu
L’onnicomprensivo decreto milleproroghe proroga anche per il 2010 la legge Pisanu Via Sergio Maistrello Giusto per chiudere una questione aperta qualche mese fa e portata avanti insieme a un bel po’ di amici, oggi è uscito in Gazzetta Ufficiale il decreto milleproroghe che proroga di un altro anno l’articolo 7 della legge Pisanu (sì, quello … Leggi tutto
Il lungo addio di Editor & Publisher
Molti giornali cartacei stanno chiudendo e da buoni cultori della rivoluzione digitale non abbiamo grossi rimpianti. Qualche lacrimuccia simbolica lo richiede la chiusura di Editor & Publisher per anni la vera Bibbia del settore dell’editoria. Un giornale serio, storico, ma che non si è mai tirato indietro rispetto all’innovazione. E che pare soccombere prina di molti altri giornali che si sono arroccati nella loro arretratezza. Ma per loro è solo questione di tempo. E&P quasi sicuramente avrà un futuro on-line dato che rappresenta ancora un punto di riferimento di tutto il mondo dell’editoria. Ma il numero datato gennaio 2010 sarà quasi certamente l’ultimo su supporto di derivati della cellulosa.
Gli aggiornamenti della redazione
Yesterday, at 2 p.m., we shipped the possibly final issue of Editor & Publisher from our office here at Astor Place in New York City. For the record, it is the January 2010 issue, so we made it into our 126th year, at least. But hope remains that we will continue.
As many know, we got our inexplicable closing notice from The Nielsen Co. on December 10, which was met by outrage, thousands of supportive messages and even an unlikely place on the Twitter trending list.
Segni dei tempi: chiude bankpass
Chiusura senza comunicazioni ufficiali. L’Abi manda in pensione tra due giorni il Bankpass Web, il portafoglio elettronico per le transazioni sicure su Internet con le carte di credito, che a metà del decennio il sistema bancario aveva messo a punto per incentivare gli italiani all’e-commerce.
Che bella vita digitale per giapponesi, lituani e lettoni
Questo è il grafico delle nazioni con migliore performance di banda larga secondo i dati di Speedtest.net. L’Italia vedete dove bazzica: oltre la 40esima o la 70a posizione.
100.000 parole al giorno
L’americano medio consuma 34 gigabyte di informazioni al giorno: il 350% in più rispetto a trent’anni fa. Il curioso conteggio è stato fatto da alcuni ricercatori di un ateneo californiano, secondo cui i cittadini degli Stati Uniti sono a contatto quotidiano circa 100 mila parole tra giornali, programmi televisivi e Internet.
Un interessante riferimento per fare un paragone: il romanzo “Guerra e Pace” di Tolstoi contiene circa 460 mila parole. La maggior parte delle informazioni, comunque, non viene acquisita leggendo libri, ma soprattutto attraverso la televisione, il cui consumo medio giornaliero è di 5 ore al giorno. Al secondo posto c’è la radio, alla quale gli americani dedicano mediamente 2,2 ore al giorno. In terza posizione si piazza il computer, usato poco meno di due ore ogni giorno. Si gioca ai videogames per circa un’ora e, all’ultimo posto, con 36 minuti, troviamo la lettura.