Negli Usa il sorpasso dell’online sulla carta è realtà

Via Marco Pratellesi (immagine  gentilmente suggerita da Pazzo per Repubblica) Secondo una ricerca firmata Pew Research Center, negli Stati Uniti si è verificato lo storico sorpasso dell’informazione online rispetto a quella cartacea. Ormai sono di più gli americani che leggono le news sul web di quelli che le leggono sulla carta. Ce lo racconta in … Leggi tutto

Condannati per violazione della privacy i responsabili di Google per il video del ragazzo Down torinese

Il tribunale di Milano ha condannato i tre dirigenti di Google per violazione della privacy per non avere impedito nel 2006 la pubblicazione sul Google video di un filmato in cui un minore affetto da sindrome di Down veniva insultato e picchiato da quattro studenti di un istituto tecnico di Torino. A tre imputati sono … Leggi tutto

I furbetti della trasparenza e la manipolazione dei motori di ricerca

Raccomandare la trasparenza, ma evitare che qualsiasi informazione che deriva dalla sua attuazione sia indicizzata dai motori di ricerca. Questa è la morale – immorale della storia che state per leggere.

Di trasparenza se ne parla da tempo e il buon Brunetta ne ha fatto un suo cavallo di battaglia chiedendo che siano resi pubblici i dati relativi a  curriculum, stipendi, tassi di assenteismo dei dirigenti pubblici e molte altre cose. Una splendida ventata di civiltà per il nostro paese.

In particolare si cita

La legge n. 69 del 18 giugno 2009 (“Disposizioni per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile”) impone, all’art. 21, comma 1, che tutte le pubbliche amministrazioni debbano rendere note, attraverso i propri siti internet, alcune informazioni relative ai dirigenti (curriculum vitae, retribuzione, recapiti istituzionali) e i tassi di assenza e di presenza del personale, aggregati per ciascun ufficio dirigenziale.

Ma c’è qualcosa che non quadra. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una segnalazione da un amico espertissimo di cose di rete che ci consigliava di dare una occhiata  al file robots.txt di molti siti di importanti enti pubblici. Come spiega bene Wikipedia robots.txt è un file creato dai gestori di un sito per imporre ai motori di ricerca, compreso ovviamente Google, delle restrizioni nella indicizzazione delle pagine del proprio sito.  Non è difficile capire la sua sintassi: se per esempio troviamo in robots.txt la direttiva

User-agent: *
Disallow: /pippo/

vuol dire che il gestore del sito comunica a tutti gli spider dei motori di ricerca di non leggere la cartella che si chiama pippo ed i suoi contenuti. Tutto chiaro ? Speriamo di sì, perchè ora dobbiamo vedere degli interessanti casi concreti.

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Cinque ragioni contro il Nobel a Internet

Via Foreign Policy Wired Italy’s efforts have paid off: the Internet has been shortlisted as a candidate for the 2010 Nobel Peace Prize (along with dissidents and human rights activists from Russia and China). Here are five reasons why the Nobel committee should not give the award to this quirky candidate: Reason 1: It doesn’t … Leggi tutto

Un paese ci vuole

Giacomo Dotta su Webnews

Il mio paese è piccolo. Ci si conosce un po’ tutti. Con qualcuno si hanno rapporti veri, con altri ci si sente ogni tanto, altri li si incontra per caso, altri ancora sono semplici conoscenti. Più o meno siamo tutti vicini, viviamo gli stessi luoghi, parliamo delle stesse cose e questo ci accomuna. Se ti chiedono “conosci Tizio?”, finisce che rispondi sempre “sì sì, è un mio amico”. Anche se non è vero. Ma in certe realtà o sei amico, o sei nemico, e quindi tanto vale identificarsi come amici finché qualcosa non motivi il contrario.

Nel mio paese siamo in pochi, tutto sommato, e la cerchia è comunque piccola. Le strade e i punti di riferimento sono gli stessi, i fatti sono sempre i medesimi, e questo ci offre un codice condiviso con cui scambiare le nostre opinioni. Ci si incrocia sovente. A volte si vedono gli altri solo da lontano, o magari solo in qualche occasione pubblica, ma il contatto rimane comunque vivo non appena uno muove un piede per strada e mostra così la propria presenza agli altri.

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Go!WebDesig il 6 febbraio a Milano

Go!WebDesign è il primo Workshop Italiano dedicato al WebDesign 2.0, organizzato dal geniale e multiforme JuliusDesign. Durante l’evento è possibile  approfondire le proprie nozioni e la propria figura professionale nel campo del design. Il Programma del workshop La prima edizione di Go!WebDesign fa parte del programma ufficiale del WebDesign International Festival.

Bit Wars

Via La Stampa.it La guerra fredda del Web continua, e la Cina risponde con durezza al segretario di stato americano Hillary Clinton, che l’ ha accusata ieri di limitare il libero accesso ad Internet, negando cosi la democrazia, mentre il presidente Usa Barack Obama si dice preoccupao dagli attacchi sferrati contro Google e chiede risposte … Leggi tutto

Ragazzi, dal prossimo anno facciamo partire il tassametro

La comunicazione interna al NYT di Arthur Sulzberger Jr

Today we are announcing that we will be introducing a paid model for NYTimes.com at the beginning of 2011. As you will see in the press release, we have chosen a metered approach that will offer users free access to a set number of articles per month and then charge users once they exceed that number.

The metered model implementation is an integral part of our comprehensive plan for enhancing NYTimes.com. In 2010 we will continue initiatives such as Times Open, Times Topics and our work to develop more active communities and more fully integrate the real-time Web. We will continue to develop new online products and offerings as part of our effort to enhance the user experience for our readers and advertisers.

Our strategy is to build the metered model while we remain focused on making NYTimes.com more compelling, interactive and entertaining, providing many more reasons for online audiences to visit our site and stay longer. In the weeks ahead, we will be adding resources to achieve these critically important goals.

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La versione pay del NYT digitale partirà nel 2011

Il NYT ha reso pubbliche parte delle sue strategie per il futuro on-line. Arthur Sulzberger ritiene che i lettori pagheranno per i contenuti e servizi di qualità. Ma quanti altri giornali al mondo possono vantare, qualità, serietà, imparzialità, credibilità come il NYT ?

The New York Times announced today that it will be introducing a paid model for NYTimes.com at the beginning of 2011. The new approach, referred to as the metered model, will offer users free access to a set number of articles per month and then charge users once they exceed that number. This will enable NYTimes.com to create a second revenue stream and preserve its robust advertising business. It will also provide the necessary flexibility to keep an appropriate ratio between free and paid content and stay connected to a search-driven Web.

Through 2010, NYTimes.com will be building a new online infrastructure designed to provide consumers with a frictionless experience across multiple platforms. Once the metered model is implemented, New York Times home delivery print subscribers will continue to have free access to NYTimes.com.

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I lettori di Google News non cliccano, leggono

Se la ricerca citata da PayContent ha fondamento le speranze degli editori di trovare ricavi dalla vendita delle informazioni on-line sono una mera chimera. In effetti moltissimi nostri comportamenti di lettura sulle directory di news sono più a scorrimento veloce, che a click compulsivo.

Some data that is certain to be used to back up assertions that news aggregators—like Google News—are competing with newspaper sites as much as they are driving traffic to them. A survey of nearly 3,000 U.S. news consumers by research firm Outsell shows that 44 percent of Google News visitors say they scan headlines on the site without actually going on to the news sites themselves; “power news users” (people who check the news at least twice a day) are even more likely not to click. The survey also shows that search-news aggregators are increasingly being turned to as a primary source for news.

Google contends that Google News drives billions of clicks each month to news sites, which news sites can then monetize. When we asked the company for comment today, a spokesman said, “We show just enough for users to identify the stories they’re interested in—a headline, a short snippet and a link to the publisher’s site—and we direct users to those news sites to read the stories.”

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