La fine dell’erba e la necessità di uscire in mare aperto

Da un commento scritto da un lettore di  E’ finita l’erba: chi risponde alle domande di De Bortoli? di Vittorio Zambardino I giornalisti difendono la propria area di privilegio… Un territorio che non esisterà più. Finita questa ottusa, caparbia e forte resistenza, non ci sarà più niente da difendere. Bisognerà uscire in mare aperto. E … Leggi tutto

Il direttore diventa irresponsabile online

Via RaiNews 24

Il direttore di una testata diffusa solo sul web non e’ assimilabile a quelli dei giornali tradizionali per quanto riguarda il reato di omesso controllo. La nostra legislazione, infatti, non prevede al momento che chi e’ a capo di un periodico telematico sia perseguibile penalmente per eventuali reati commessi attraverso il suo giornale.

La Cassazione ha per questo annullato senza rinvio “perche’ il fatto non e’ previsto dalla legge come reato” una sentenza della Corte d’appello di Milano che aveva dichiarato prescritto il reato indicato nell’articolo 57 del codice penale (inerente i reati commessi col mezzo della stampa periodica) contestato al direttore della testata ‘Merateonline’, sulla quale era comparsa una lettera di contenuto diffamatorio nei confronti dell’allora Guardasigilli Roberto Castelli e del suo consulente per l’edilizia penitenziaria Roberto Magni.

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La fine dell’età del piombo e i cinesi trasportati a Milano

Via Franco Abruzzo

Due giorni di sciopero  subito (e 5 programmati) al Corriere della Sera. Sulla multimedialità la trattativa diventa subito scontro asprissimo. E’ rivolta contro il direttore Ferruccio de Bortoli,  che ha scritto: “Se non vi sarà accordo, i patti integrativi verranno denunciati, con il mio assenso. L’età del piombo è alle nostre spalle”. Franco Abruzzo: “Marchionne fa proseliti in via Solferino. E’ problematico fare i giornali in Cina, mentre è più facile  trasportare la Cina a Milano”.

Ferruccio De Bortoli ha affermato in una lettera al CdR (pubblicata in coda): “L’insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non ha più senso. Questo ormai anacronistico impianto di regole, pensato nell’era del piombo e nella preistoria della prima repubblica, prima o poi cadrà. Con fragore e conseguenze imprevedibili sulle nostre ignare teste. Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. Non è più accettabile che perduri la norma che prevede il consenso dell’interessato a ogni spostamento, a parità di mansione. Prima vengono le esigenze del giornale poi le pur legittime aspirazioni dei giornalisti. Non è più accettabile che i colleghi delle testate locali non possano scrivere per l’edizione nazionale, mentre lo possono tranquillamente fare professionisti con contratti magari per giornali concorrenti. Non è più accettabile l’atteggiamento, di sufficienza e sospetto, con cui parte della redazione ha accolto l’affermazione e il successo della web tv”.

Dalla lettera di De Bortoli

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Mondobit 2010: capire la rete

Parte l’edizione 2010 di Mondobit dedicata a capire la rete che si svolgerà al circolo dei lettori di Torino il 4, 11,18,25 ottobre alle ore 18.30

Qualcosa sta cambiando e forse non ce ne rendiamo ancora conto. La rete amplifica le nostre percezioni e le nostre possibilità ma, al contempo, ci può confondere subissandoci d’informazioni, molte delle quali inutili o delle quali è difficile stabilirne l’affidabilità. Come si organizza l’informazione sulla rete e come si cerca? Come si sviluppano le relazioni sociali sulla rete? Che differenza c’è tra leggere una notizia stampata sul giornale e cercarla online? E ancora, dove finisce il mio computer, il mio telefonino o l’iPad e dove inizia la rete?

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La Conferenza GARR 2010 a Torino

La Conferenza GARR 2010 si terrà presso il Politecnico di Torino, Aula Magna Giovanni Agnelli, dal 26 al 28 Ottobre 2010. La Conferenza GARR è da sempre un punto di incontro tra chi utilizza la rete dell’università e della ricerca, chi fornisce servizi su di essa e chi la gestisce. Il titolo dell’edizione 2010 è … Leggi tutto

Dal 20 al 24 settembre a Milano la Socialmediaweek

Si terrà dal 20 al 24 settembre prossimo a Milano, presso l’Urban Center di Galleria Vittorio Emanuele II, e rappresenta il primo Festival della rete volto a promuovere e diffondere le potenzialità delle nuove piattaforme digitali. Si tratta della prima tappa italiana della Social media Week, una manifestazione unica nel suo genere che in questa edizione … Leggi tutto

E’ nato Unibooks

Unibooks è un sito per comprare e vendere libri usati per studenti Universitari. Dalla FAQ di Unibooks Quanto costa usare Unibooks? Unibooks è gratuito Quale è il vantaggio di usare Unibooks rispetto ad Ebay o Amazon? Non c’è alcuna spesa e nessun pagamento da fare online. E’ veloce e sicuro. Inoltre nel momento in cui … Leggi tutto

Microsoft ci riprova con Internet Explorer 9

Via IEblog

Our approach to building a faster web browsing platform, as seen in the Platform Previews, involves using everything the PC and its hardware have to offer. Before IE9, browsers used perhaps 10% of the PC’s capability. IE9 has shown the clear performance benefits with full hardware-acceleration of webpages.

Our approach in designing a site-centric web browsing experience also involves using everything available around the browser. We see all the pixels and code that people need for a significantly better browsing experience already there on the screen. The beta of Internet Explorer 9, available now at www.BeautyOfTheWeb.com in 33 languages, reflects this unique approach:

Our point of view is that the browser is the stage, or backdrop, for the web, and the sites are the star of the show.  Similar to the relationship between Windows 7 and Windows applications, people go to the web for sites, not the browser. We asked, “How can IE make sites shine? How can IE put sites at the center of the experience?” Microsoft has more than a billion Windows customers in the world today, and we want browsing the web – one of the most common things they do on Windows PCs – to be a great experience.

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Un diverso approccio al giornalismo digitale

Via Rosebud

Niente di più sbagliato e niente di più deleterio, soprattutto in paesi come l’Italia, da sempre abituati a guardare con sospetto al nuovo che avanza. E questo mentre di tutto si avrebbe bisogno tranne che del mettere i bastoni tra le ruote allo sviluppo di quei canali e processi informativi che nel futuro prossimo determineranno il nostro destino. Perché non vi sono dubbi che nel tempo che verrà, l’equazione informazione=potere (in senso lato e anche in senso molto pragmatico) raggiungerà la sua pienezza. Again, no doubt about it!

Il problema, a mio avviso, è dato dal fatto che i giornalisti dovrebbero continuare a fare i giornalisti, mentre la definizione di una carta d’identità per queste nuove opportunità professionali legate a doppio spago alle problematiche poste dalla scrittura digitale, dovrebbe spettare a dei tecnici qualificati (giornalisti o meno) aventi competenze specifiche. Una simile impostazione permetterebbe infatti di giungere velocemente ad una definizione delle regole (editoriali, ma anche deontologiche) che dovrebbero governare la professione del giornalista digitale contribuendo a darle la dignità di cui è privata al momento. E a darle finanche rappresentanza nei luoghi dove dovrebbe essere rappresentata e dove i giornalisti digitali dovrebbero essere rappresentati.

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500 milioni per 200 euro al mese

Via LSDI

Accertato, ahinoi! che lavorare in rete  non rende, anzi sovente mortifica chi lo fa. Vedi articolo inaugurale di questa medesima rubrica. Fa riflettere la vicenda avvenuta a Firenze alla fine di giugno. La storia è questa: un pezzo a firma del collega Stefano Prizio ha scatenato una reazione, a dir poco, violenta, da parte degli imprenditori calzaturieri, nonché titolari della Fiorentina Calcio, Della Valle. L’articolo  – consultabile qui – è stato pubblicato esclusivamente sul sito web: Fiorentina.it di cui Prizio è co-fondatore e collaboratore di lunga data. Ebbene gli imprenditori marchigiani in seguito ad alcune affermazioni contenute nell’articolo succitato hanno querelato il collega Stefano Prizio per la non trascurabile cifra di 500 mila euro. I fatti sono questi, a voi il giudizio!

Da parte nostra nessuna intenzione di entrare nel merito della questione specifica, ma la certezza di aver acquisito un importante elemento nella nostra ricerca di dati che diano un senso al lavoro di tutti i “giornalisti digitali” che operano nel  Belpaese. Se è vero ed ampiamente  accertato che chi scrive in rete percepisce fra i 20 centesimi e i 5 euro a pezzo, com’è possibile che un “misero” articolo estratto da un “poverissimo” sito web scateni una richiesta danni così  elevata?

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