I lettori di Google News non cliccano, leggono

Se la ricerca citata da PayContent ha fondamento le speranze degli editori di trovare ricavi dalla vendita delle informazioni on-line sono una mera chimera. In effetti moltissimi nostri comportamenti di lettura sulle directory di news sono più a scorrimento veloce, che a click compulsivo.

Some data that is certain to be used to back up assertions that news aggregators—like Google News—are competing with newspaper sites as much as they are driving traffic to them. A survey of nearly 3,000 U.S. news consumers by research firm Outsell shows that 44 percent of Google News visitors say they scan headlines on the site without actually going on to the news sites themselves; “power news users” (people who check the news at least twice a day) are even more likely not to click. The survey also shows that search-news aggregators are increasingly being turned to as a primary source for news.

Google contends that Google News drives billions of clicks each month to news sites, which news sites can then monetize. When we asked the company for comment today, a spokesman said, “We show just enough for users to identify the stories they’re interested in—a headline, a short snippet and a link to the publisher’s site—and we direct users to those news sites to read the stories.”

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Più nuovissime ancora prospettive sul futuro dell’informazione

Pier Luca Santoro riapre il dibattito sulle prospettive del futuro dell’informazione Non esistono, ad oggi, modelli di business per l’editoria diversi da quelli che sin ora hanno generato ricavi per l’editoria. Se è vero, come ricorda Pasteris, che “la pubblicità resta la voce di ricavo più sensata e il modello di business più probabile” non … Leggi tutto

Nuovissime prospettive sul futuro dell’informazione

Si è aperta una nuova discussione sui temi dell’informazione on-line a partire da una felice sintesi per punti di Luca de Biase, già annotata da Marco Formento e (il giornalaio) Pier Luca Santoro. e probabilmente fra poco da altri. Il bloggante titolare decide di dire la sua, con particolare declinazione al mercato dell’informazione italiano

1. L’informazione di qualità ha valore e costa tempo o denaro. Il modo in cui viene pagata contribuisce a qualificarla: può pagarla il pubblico che compra un prodotto editoriale, la pubblicità che compra l’attenzione del pubblico, una comunità di sottoscrittori o uno stato che la finanzia.

L’informazione è un bene particolare, ma è un bene suscettibile a quelle che sono le leggi del mercato legate a domanda ed offerta, e alla distribuzione. L’evoluzione storica dei media e dei prodotti editoriali aveva staticizzato il concetto editoriale di infornazione in un oggetto cartaceo distribuito in media quotidianamente detto giornale. Il giornale veniva distribuito attraverso dei canali distributivi rigidi e soggetti a parcellizzazione. Poi è arrivata la rete che ha demolito e ricostruito dal nulla canali distributivi, ha allargato enormemente l’offerta di informazione,  ha distrutto la scala dei tempi portando tutta l’informazione al tempo reale (TV, radio, Internet) e relegando la carta stampata all’approfondimento.
Il sistema distributivo fisico italiano, molto “viscoso” è ancora un’ancora di salvezza per  il futuro degli editori cartacei. D’altra parte nessuno ha cercato ad oggi di mutarlo, evidemente sta bene così come è a editori, distributori e punti vendita. E’ come il rapporto fra concessionarie e case di produzione automobilistiche, spesso criticato, ma mai modificato seriamente.

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Breaking Borders Award

Via Globalvoices Si sono aperte il 29 Dicembre le candidature per il Breaking Borders Award , iniziativa lanciata in partnership da Google e Global Voices Online per onorare i migliori progetti sul web avviati da singoli o gruppi che dimostrino coraggio, energia e capacità nell’uso di Internet per promuovere la libertà d’espressione. Il premio ha anche … Leggi tutto

Media old e new presi all’amo

Una foto che i media old e new avevano attributo a JFK e che avrebbe cambiato la storia era un semplice lavoretto di Photoshop.  E il new media ha ammesso il falso Via Mantellini La foto che gira in queste ore di JFK in barca con 4 donne nude, diffusa in rete da TMZ è … Leggi tutto

Il mondo annotato: l’informazione che ci gira intorno

Jeff Jarvis riporta, se ci fosse bisogno, l’interesse sull’informazione locale

Every address, every building, every business has a story to tell. Visualize your world that way: Look at a restaurant and think about all the data that already swirls around it — its menu, its reviews and ratings and tags (descriptive words), its recipes, its ingredients, its suppliers (and how far away they are, if you care about that sort of thing), its reservation openings, who has been there (according to social applications), who do we know who has been there, its health-department reports, its credit-card data (in aggregate, of course), pictures of its interior, pictures of its food, its wine list, the history of the location, its decibel rating, its news…

And then think how we can annotate that with our own reviews, ratings, photos, videos, social-app check-ins and relationships, news, discussion, calendar entries, orders…. The same can be said of objects, brands — and people.

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Dilettanti.com a Milano

Andrew Keen pensa che la rivoluzione dello user generated content stia uccidendo la nostra cultura. Se sempre più contenuti vengono prodotti da persone che come qualifica hanno poco più dell’accesso a internet, come faremo a riconoscerne e a valutarne la qualità?

Vogliamo parlarne con chi ha deciso di produrre contenuti online perché crede nel valore di una Rete democratica ed in particolare con chi vive a cavallo fra nuovi e vecchi media.Se chi produceva carrozze non ha poi inventato l’automobile, forse è sbagliato aspettarsi che siano gli editori a trovare un modello di informazione 2.0. Che forma avrà l’informazione del futuro, e chi ha in mano gli strumenti per produrla?

Non si può poi descrivere il fenomeno senza considerare l’aspetto istituzionale: cosa fa la politica per promuovere la rete come forza positiva e portatrice di progresso? Che dire dei tanti tentativi di imbavagliare il web? L’informazione online, in Italia, è libera?

?Martedì 15 dicembre Sgt Pepper’s. Via Vetere 9  Milano
Happy hour, ore 19.30 – Inizio della tavola rotonda, ore 21.00

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Un Filtr della buona informazione

Via LSDI

‘’Un posto in cui chi ha gli strumenti per informarsi mette la sua informazione a disposizione di chi è interessato ad averla. Questo è il Filtr, se non nei risultati, almeno nello spirito’’. E’ così che Giuseppe Granieri e Sergio Maistrello presentano Filtr,un nuovo esperimento di aggregazione e selezione della ‘’buona informazione’’ che è dispersa in rete.

Per ora è stato realizzato una specie di numero zero. ‘’Un numero zero che vivrà (e si alimenterà) per qualche giorno. Un modo per raccogliere feedback, sperimentare un modello, trovare una voce, imparare dalle diverse interpretazioni che ciascuno darà della linea che stiamo provando a immaginare.

E la linea è semplice, almeno nell’enunciato: invece di aggiungere concorrenza nella produzione di nuove notizie più o meno simili tra loro, vogliamo provare a mettere in valore la buona informazione che esiste e che spesso è distribuita tra molte fonti minori. Che venga dai news media o dai blog, dalla tv o da twitter, va benissimo. Questo è un primo tentativo per cominciare a farlo.

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