Il sottosegretario all’editoria, Vito Crimi ha dichiarato l’intenzione di organizzare ai primi di marzo 2019 gli Stati Generali dell’informazione e dell’editoria che coinvolgeranno una platea più ampia possibile:
informazione
L’informazione online è sempre di più appannaggio delle testate native digitali: i vecchi giornaloni ci stanno lasciando
Le rilevazioni di comScore di dicembre 2019 vedono in testa Citynews, con oltre 21 milioni di visitatori unici nel mese, poi TgCom24, con 19 milioni 726mila, e Repubblica.it, terzo con 19 milioni 428mila, quarto Fanpage con 18 milioni 707mila visitatori unici, al sesto posto il Fatto Quotidiano, che supera il Corriera della Sera di stretta … Leggi tutto
Rapporto 2018 sul consumo di informazione in Italia
Il Rapporto fotografa le nuove tendenze del consumo di informazione da parte dei cittadini italiani, con specifica attenzione al ruolo delle piattaforme online e all’utilizzo dei mezzi di comunicazione per informarsi sulle scelte politico-elettorali. Rapporto sul consumo di informazione 2018 from Vittorio Pasteris
La fine di un ‘era dell’informazione e del giornalismo … finalmente
Le nozze tra Repubblica e Stampa? È un matrimonio di necessità, ci si integra per mantenere la barra di galleggiamento, ma resta una ‘notiziona’ solo per noi addetti ai lavori, cosa vuoi che interessi ai lettori?».
Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, ex Rai, ex Tg5, non ha molta voglia di parlare della fusione tra il Gruppo Espresso e la Stampa di Torino. Ma alla fine due battute sull’incontro tra la famiglia Agnelli e i De Benedetti le concede. «Ma non è una notizia spiazzante», spiega a Lettera43, «lo storico direttore della Stampa, Giulio De Benedetti era il suocero di Eugenio Scalfari, Carlo è stato amministratore delegato della Fiat, Gianni Agnelli ha sposato una Caracciolo»
Libertà di informazione secondo Freedom House l’Italia è in coda all’Europa
Guido Scorza sul Fatto Quotidiano
Freedom House, l’organizzazione non governativa statunitense che dal 1980 mappa e monitora lo stato della libertà di informazione nel mondo, ha appena pubblicato il rapporto 2015, relativo allo scorso anno.
I dati relativi all’Italia sono assai poco confortanti: il nostro Paese resta, in termini di libertà di informazione, 65° su 199 ma, soprattutto, nella schiera degli Stati che Freedom House definisce “parzialmente liberi” in termini di libertà di informazione.
Il cinegiornale di Matteo Renzi
E’ un fake, ma non è lontanissimo dalla realtà di certe testate giornalistiche …
Il problema non è il culo ma l’Italia, meglio l’informazione fatta con il culo
In questi giorni in cui in questo ameno paese che si chiama Italia continuano a succedere cose incredibili per un paese normale, gruppi di personaggi che non hanno nulla da fare di meglio si sono accapigliati per una ironica esposizione dei muscoli glutei finalizzata a dimostrare il circolo vizioso della comunicazione italiana. I fatti sono raccontati mirabilmente nel post che leggerete di Alessandro Gilioli.
Dei tanti ricordi dell’amicizia con Paola Bacchiddu, mi viene in mentre un incontro di qualche anno fa in stazione Centrale a Milano. Sembravamo due percolosi BR che discutevano di nascosto della terrificante situazione nelle redazioni italiane e dei casini che piccoli e grandi delinqunti ci stavano creando. Ma non avevamo mollato e non abbiamo mollato neanche oggi. Abbiamo la schiena dritta, sì quella attaccata sopra il suddetto culo.
Brava Paola. Bel colpo. Hai raccontato con ironia il delirio dell’informazione in Italia. Il problema non e’ il culo ma il suo intorno che si chiama Italia.
Ho un po’ seguito, per amicizia e vicinanza politica, il lavoro che Paola Bacchiddu ha fatto da metà febbraio a oggi come capo della comunicazione della lista Tsipras.
E ho quindi vissuto giorno per giorno, nelle sue telefonate e nei suoi messaggi, le difficoltà enormi all’interno delle quali si è mossa per tentare di raggiungere i suoi obiettivi: primo, far sapere che esisteva questa lista; secondo, comunicare almeno i suoi due o tre punti programmatici fondamentali; terzo, cercare di far capire che le intenzioni con cui questa lista è nata non sono quelle di rieditare per l’ennesima volta un’ammucchiata della sinistra radicale, ma si sta tentando di fare una cosa nuova e diversa anche come approccio mentale e, sì, anche un po’ generazionale.
Liberiamo l’Informazione: la proposta di riforma dell’Ordine dei Giornalisti
Dal 21 al 23 gennaio il Consiglio Nazionale dellìOrdine dei Giornalisti deve varare la riforma dell’Ordine. La proposta di Liberiamo l’Informazione: “O si cambia o si muore”. La proposta di riforma dell’Ordine dei Giornalisti di Liberiamo l’informazione from Vittorio Pasteris
L’informazione in Italia ha un sacco di problemi e occorre avere il coraggio di dirlo esplicitamente senza difese di casta di destra di sinistra o di altro
Beppe Grillo ha inaugurato sul suo blog una rubrica che si chiama il giornalista del giorno in cui evidenzia un giornalista che ha criticato il M5S. La prima giornalista segnalata è stata Maria Novella Oppo che è stata pesantemente coperta di insulti sul blog di Grillo e in rete. Ovviamente nessuno può accettare gli insulti, ma il fatto che si sia parlato di schedatura e di fascismo a riguardo di Grillo mi sembra una forzatura radical chic. Il diritto di critica è dei giornalisti, degli uomini di spettacolo, dei politici e dei netturbini purchè esercitato secondo la legge in vigore.
Il mondo del giornalimo italiano dei parrucconi ha fatto quadrato intorno alla giornalista dell’Unità con parole forti. Peccato che non si siano parallelamente fatti grosse domande sulla qualità dell’informazione in questo paese colpendo spesso solo i Sallusti di destra e mai i Sallusti di sinistra, di centro o … secondo un relativismo qualitativo inquietante.
Anche di questo parleremo il 9 dicembre all’incontro su Informazione come bene comune: i problemi di Torino e del Piemonte, un incontro a Torino il 10 dicembre
L’editoriale firmato da Marco Travaglio in giorno 8 dcembre sul tema speficio esprime perfettamente il mio pensiero
L’abbiamo sempre scritto, e lo ribadiamo anche a Grillo come a tutti: nelle democrazie vere sono i giornalisti a dover criticare (quando lo meritano) i leader politici, e non viceversa. Anche quando i giornalisti meritano una critica – il che accade spesso, soprattutto in Italia – i leader politici dovrebbero astenersi dall’attaccarli pubblicamente.