Si sono concluse le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio regionale e nazionale dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Dopo la elezione di tutti i giornalisti pubblicisti al primo turno di domenica 19 maggio, ieri 26 maggio, sono stati eletti i giornalisti professionisti.
Per il Consiglio regionale: Alberto Sinigaglia 123, Maria Teresa Martinengo 112, Andrea Caglieris 98, Giorgio Levi 91, Emmanuela Banfo 87, Mario Bosonetto 72.
Hanno anche riportato voti: Domenico
Quirico 68, Giampaolo Boetti 39, Lorenzo Del Boca 37, Vittorio Pasteris 32, Paolo Girola 29, Alessandro Cappai 19.Per i Revisori dei conti: Luca Rolandi 94, Raffaele Sasso 82.
Hanno anche riportato voti: Maria Valabrega 59, Daniele Carli 20.Per il Consiglio nazionale: Lorenzo Del Boca 101, Giampaolo Boetti 96, Giuseppe Gandolfo 84.
Hanno anche riportato voti: Domenico Quirico 81, Alberto Sinigaglia 78, Antonino Micali 34.
giornalisti
Una pacata analisi del voto al primo turno delle elezione dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte
Per fare un’analisi del voto del primo turno delle elezioni 2013 dell’Ordine dei Giornalisti in Piemonte occorre andare ai risultati delle stesse elezioni nel 2010. Tre anni fa si presentarono tre liste: le classiche storiche rappresentanze dei giornalisti piemontesi. Per essere schematici si trattava di due fazioni prevalentemente legate al mondo dei professionisti (definirle di sinistra e centro sono parole forti) e una rappresentante principalmente i pubblicisti, che tradizionalmente fa riferimento allo storico vice presidente Ezio Ercole. Le tre liste però avevano deciso di fronteggiarsi apertamente nelle due sezioni dei pubblicisti e professionisti. Al primo turno tre anni fa la “lista Ercole” fece l’en plein tra i pubblicisti aggiudicandosi i tre consiglieri regionali e i sei consiglieri nazionali. Per i professionisti si dovette andare al ballottaggio. Il ballottaggio portò a livello regionale a una situazione apparentemente ingovernabile con 3 seggi per ogni lista citata. A quel punto a urne chiuse gli accordi politici hanno portato all’elezione di Alberto Sinigaglia e alla costruzione di una maggioranza quasi bulgara che ha gestito le cose in questi anni.
La mia candidatura per le prossime elezioni per l’Ordine dei giornalisti del 19 e 26 maggio 2013
Ho deciso di metterci la faccia, l’impengo e le competenze per le prossime elezioni dell’Ordine dei Giornalisti in Piemonte. Tutto è nato in un incontro di giornalisti in cui tutti sostenevano che non era più possibile, a maggior ragione con i tempi che corrono, una gestione del genere dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. In cui tutti i presenti con cui mi intrattenevo sostenevano che era necessario dal basso cercare di cambiare le cose per salvare la dignità del mestiere e la qualità dell’informazione in questa regione dopo l’azione per anni di persone che hanno solo difeso prevalentemente i loro interessi e le loro posizioni dietro belle parole e molti discorsi vuoti: pavidi con i potenti e prepotenti con i deboli.
Da tempo avevo deciso di non occuparmi di quello che succede in questo campo in Piemonte dopo aver visto cose vergognose, dopo aver cercato di difendere per quello che mi riguardava la legalità e la correttezza ricevedendo dall’Ordine piemontese non risposte e prese in giro, buona ultima la vicenda del Master in Giornalismo per cui aspettavo la nuova gestione per avere giustizia.
Ma ho capito che eravano in un buo numero … non eravamo soli tra soli. Così ho pensato che era il caso di provarci a fare qualcosa di diverso che non avesse le facce, le metodologie da conventicole, il braccino corto, l’amore per il potere e il dominio visto in questi anni.
Free-Press: un gruppo di giornalisti che cercano di cambiare le cose e mandare a casa le mummie dell’informazione piemontese
Uno spettro del passato si aggira, ed è lo spettro del nostro Ordine professionale: un fantasma che si trascina in un rumore di catene, le nostre. Nostri i ceppi di una casta ordinistica che ha gestito un ordine professionale a livello locale come un giochetto di pochi, degli interessi di pochi. Nostri i ceppi di una credibilità dei giornalisti sempre più scarsa nella cittadinanza, di un mercato dell’informazione in Piemonte che si sta liquefacendo, dopo che per anni nessuno ha fatto niente per farlo crescere come una regione coma la nostra richiederebbe, Nostri i ceppi di di una professione fattasi sempre più precaria ed esclusiva, in cui giovani e meno giovani sono costretti ad arrancare.
Il 19 e 26 maggio 2013 si vota per l’Ordine dei giornalisti: riformarlo in fretta o abolirlo, ma sopprattutto non delegare ai soliti
Il presidente Odg Enzo Jacopino scrive ai colleghi piemontesi (e non solo). Si cercano uomini di buone speranze .
Cari colleghi, siamo all’antivigilia di un appuntamento importante: le elezioni per il rinnovo dei vertici dell’Ordine dei giornalisti, a livello regionale e nazionale.Sono, legittimamente, in corso tanti ….. lavori. C’è chi cerca consensi per farsi confermare nell’incarico (e sarebbe corretto facesse un rendiconto dell’attività svolta per onorare realmente il mandato ricevuto) e chi manifesta ora un interesse, apprezzato, per i problemi della categoria. Si vota il 19 maggio. Il 26 è prevista la votazione di ballottaggio. Due diverse tornate, precedute da una prima, fissata per il 12, che va quasi ovunque deserta perché è necessario partecipi al voto la metà più uno degli aventi diritto. Inimmaginabile, purtroppo, soprattutto per gli Ordini più grandi.
Il provvedimento pre elettorale per salvare la seggiola: il ricongiungimento dei pubblicisti e la fine dell’Ordine dei Giornalisti
Fermo restando la necessità di chiarire e a condizione dei pubblicisti, in un momento di totale crisi di credibilità, di rispetto e di riscontri economici (pienamente meritate) del giornalismo italiano sul sito dell’Odg nazionale campeggia un comunicato evidentemente pre elettorale. Peggio dei peggiori democristiani o berlusconiani …
Ora l’unica cosa è cacciare buona parte dei soggetti dall’Odg o chiuderlo definitamente.
UPDATE: per quelli che non hanno compreso: è evidente che la posizione dei pubblicisti va tutelata e deve trovare uno spazio per chi fa lavora davvero, la porcata consiste nel fatto che di fronte a una sanatoria di tali proporzioni occorreva che si definisse un organo che garantisse omogeneità di giudizio delle situzioni e non dare delega ai consigli regionali. Al solito qualcuno, pochi, faranno le cose per bene, altri per preservarsi seggiole, che sono l’unica cosa che gli resta, creeranno tonnelate di professionisti …
Il Consiglio nazionale, riunito in Roma nei giorni 12, 13 e 14 marzo 2013, ha approvato il cosiddetto Ricongiungimento che costituisce un percorso transitorio per l’accesso al professionismo di quei pubblicisti che esercitano l’attività giornalistica in maniera esclusiva.
Cari giornalisti: ma ‘ndo cazzo stavate ? Pensavate di farla franca ma qui è Waterloo
Il sunto di questo eccellente intervento tutto da leggere e da capire di Arianna su Repubblica è a mio parere :”ma’ndo cazzo stavate ? Pensavate di farla franca ma qui è Waterloo”
Sul blog di Grillo – che distingue tra giornalismo politico e locale – si reitera il frame “giornalisti=casta, politici=casta”. E il frame si infila dentro una crepa, una nostra debolezza: non nasce dal nulla. Gioca su un aspetto reale della contiguità del giornalismo al potere, in ogni caso percepito come tale. Pensiamo alla lottizzazione della Rai: possiamo davvero dire che è solo responsabilità della politica?
E quindi? E quindi, arrendiamoci. Se ancora oggi tentiamo di forzare la realtà ai nostri desideri, se quello che non ci piace o non lo raccontiamo o lo raccontiamo male (creando mondi/bolle di sopravvalutazione), allora siamo inutili.
Davvero si può fare appello ai ragazzi 5stelle: apritevi ai giornalisti? No, credo di no. Se non si fidano, dovremmo porci e poi rispondere a una semplice domanda: “Perché?” E invece la reazione è: scandalo, non rispondono ai giornalisti, cacciano i giornalisti! E via titoloni di apertura su tutti i siti online (esattamente come previsto da frame, purtroppo).
La porcata del giornalismo italiano che va alle elezioni con una legge porcellum mentre il mondo è anni luce avanti
Romano Bartoloni presidente del Sindacato Cronisti Romani dal sito FNSI
Come se i disastri di una porcata di legge elettorale non avessero insegnato nulla, l’Ordine dei giornalisti, ridotto a una fabbrica di illusioni e di disoccupati, si prepara tranquillamente al rinnovo elettorale di maggio con i meccanismi di una legge anacronistica e palla di piombo ai piedi di una moderna informazione in tempi di mutazioni epocali. Mentre la gente si è espressa alle politiche contro il perpetuarsi dei carrozzoni del potere, si andrà a votare con gli stessi scopi e le stesse ragioni di 50 anni fa (allora dominava la carta stampata, la tv era ai primi passi e internet era di là da venire!) per mantenere in vita un pletorico organismo di 330 giudici togati (150 nell’OdG nazionale e 180 in quelli regionali), peraltro diventati inutili ex con la costituzione dei consigli di disciplina per la terzietà della vigilanza deontologica.
Perchè i giornalisti italiani hanno paura di Beppe Grillo e non hanno il coraggio di ammetterlo
L’approccio della maggioranza dei giornalisti italiani al Movimento 5 Stelle anche se apparentemente è abbastanza orientato al “politically correct” nasconde una paura conscia per i loro interessi. Il M5S ha da tempo fatto un punto forte del suo programma l’abolizione dei contribuiti di ogni tipo ai giornali. Per capirci quei contributi a cui ha sempre rinunciato il Fatto Quotidiano, la testata che leggete, e che nonostante questo fin da subito ottiene ottimi risultati di bilancio. Perché? Perché Il Fatto vende e ha pubblicità online su un sito con grandi accessi e non ha bisogno di contributi pubblici che sono solo fenomeni distortivi di un mercato messi in mano ad oligarchie. Il Fatto ha come obiettivo fare il miglior prodotto giornalistico possibile, un giornalismo vero e senza filtri, libero e indipendente e funziona splendidamente senza contributi pubblici.
I sintomi del tracollo di Inpgi
Mesi fa in diversi contesti pubblici ho paventato possiibili problemi seri per la solidità di Inpgi. Fui tacciato di vari epiteti: pessimista, incoscente, impreparato, sfigato, scorretto … Io avevo solo guardato i numeri e le prospettive future e avevo detto : questo non sta in piedi.Poi su Prima Comunicazione si legge … C’è grande preoccupazione … Leggi tutto