Uno, nessuno e giornalisti

Filippo Facci sul Giornale Pino Maniaci, direttore di Telejato a Partinico (Palermo) è stato rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione giornalistica: non aveva il tesserino del caso, cioè. La sua tv «antimafia» è formalmente a posto e ha un direttore responsabile che si chiama Riccardo Orioles, ma fa niente. Non sto a valutare … Leggi tutto

Topi, fughe e formaggi

In questi anni ci è toccato subire di tutto e di più per difendere, nonostante pochi abbiamo portato aiuto fattivo, l’etica del nostro lavoro. Ma è servito. Mentre  altri si riempivano la pancia e il portafoglio di parole, cercavamo di sforzare le meningi per capire che succedeva nel mondo. Così oggi mentre i topi fuggono, … Leggi tutto

Pino Maniaci: l’abusivo anti mafia

Incredibile la storia di Pino Maniaci che lotta ogni giorno contro la mafia e viene rinviato a giudizio per esercizio abusivo della professione di giornalista. Iniziare a combattere seriamente l’abusivismo nei giornali è cosa fondamentale. Prendere in giro le persone e strumentalizzare situazioni è un’altra cosa. Il direttore dell’emittente televisiva «Telejato» di Partinico (Palermo), Pino … Leggi tutto

Il giornalismo non è solo articoli

Via Mario Tedeschini Questo blog sostiene da tempo che il “giornalismo online” non esiste come categoria in sé, che oggi tutto il giornalismo è “digitale”, ma è anche vero che i giornalisti che usano la Rete non solo per informarsi ma anche per informare, devono far fronte a sfide, raccogliere opportunità, utilizzare alcune tecniche comuni. … Leggi tutto

Il premio giornalistico Enzo Biagi

Per onorare l’opera e la memoria di Enzo Biagi e per ricordare la sua passione e professionalità verso la cronaca, la famiglia del grande giornalista scomparso nel 2007 ha istituito un premio giornalistico a lui intitolato. Il premio – diecimila euro, non divisibile – è destinato ad un giovane cronista per articoli pubblicati nel 2008 … Leggi tutto

Il contratto infinito segno dei tempi

via Il Sole 24 ore È stata una giornata difficile sul fronte del contratto nazionale dei giornalisti. Sembrava ormai una formalità la firma, nella giornata di ieri, della bozza già approvata la scorsa settimana dalla giunta esecutiva della Fnsi, il sindacato nazionale dei giornalisti. Dopo quasi quattro anni sembrava finalmente essere stata raggiunta una soluzione. … Leggi tutto

Vittime del digitale: il reporter di guerra

Mimmo Candito su Lastampa.it ricorda che sta morendo un figura importante peruna corretta informazione. Per i repoter di guerra occrerà trovare prestissimo dei sostituti per evtiare che la percezione delle guerre sia totalmente “embedded”. La geografia della guerra non si estinguerà, e però lentamente, inevitabilmente, a tracciarne i percorsi saranno sempre meno i reporter, con … Leggi tutto

Una transizione affannosa dell’informazione

Via Lsdi E l’industria dell’informazione non sa—e ha fatto meno di quanto potrebbe per imparare—come convertire questo pubblico online più attivo in entrate economiche. Nei quotidiani, è sparita circa la metà degli annunci pubblicitari, in buona parte a causa di iniziative che avrebbero potuto realizzare in proprio. Gli addetti ai lavori prevedono che gli introiti … Leggi tutto

L’ultimo contratto

”La Giunta Esecutiva della Fnsi e la Consulta dei presidenti delle Associazioni regionali di stampa hanno oggi esaminato le ipotesi di soluzione per la chiusura della trattativa del rinnovo del contratto collettivo nazionale dei giornalisti dando mandato alla Segreteria e indicazione alla Commissione contratto a concludere il negoziato con la Federazione Editori Giornali, definendo le … Leggi tutto

Il giornale non è la sua carta. Il giornalista non è il pesce incartato.

Una puntuale anlisi dello stato delle cose dei giornali di Luca De Biase

Varrebbe la pena di chiarire che si dovrebbe distinguere il destino dei giornali e quello dei giornalisti. È sbagliato definire i giornalisti come la categoria delle persone che scrivono i giornali (essendo i giornali tautologicamente quelle cose che sono scritte dai giornalisti…). E sebbene quella sia stata la definizione adottata dall’Ordine, non pare più molto azzeccata. Forse si potrebbe proporre l’idea di giornalisti come professionisti impegnati nella produzione di informazione per il pubblico con un metodo di ricerca empirico e trasparente (informazione, non comunicazione). In quel caso il loro destino non sarebbe necessariamente quello di seguire la sorte dei giornali. I giornali, invece, sono i prodotti di un’industria editoriale molto importante che a sua volta non vive solo del lavoro dei giornalisti, ma anche di quello delle concessionarie di pubblicità, di sostegno pubblico, di collaterali e altro.

Ho l’impressione che in una crisi come questa tutto diventi più semplice da capire. Se una cosa serve e viene fatta bene resiste di più di una cosa che non serve e viene fatta male. E questo vale anche per i giornali e per il lavoro dei giornalisti.

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