I giornalisti di serie C

Via Fasi Press Esistono anche i “giornalisti di serie C”, ma il contratto e parte della categoria fanno finta di non saperlo. Basta con i colleghi che sfruttano altri colleghi. Il nostro servizio legale è pronto per difendere i diritti di chi è sfruttato. Tutti noi lo sappiamo bene. Esistono ancora colleghi sottopagati, altri senza … Leggi tutto

Giornalismo e media partecipativi live

Tutto pronto per l’incontro romano del 23 giugno su “Giornalismo e media partecipativi: voci, strumenti, prospettive”. Programma e interventi confermati, come pure la gran voglia di incontrarsi e creare energie positive per futuri progetti collettivi. … Per chi, non potendo esserci di persona, volesse seguire l’evento in remoto, ci sono i rilanci via Twitter e … Leggi tutto

Il mini esame per i pubblicisti

Stanti i gravi problemi del mondo giornalistico il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti non ha trovato di meglio che approvare un documento di indirizzo per l’iscrizione all’Albo dei giornalisti, elenco Pubblicisti che prevede la frequenza di corsi ad hoc e il superamento di un mini esame

I forzati del web atterrano sul pianeta dell’informazione

Via LSDI ’’OS, Operai Specializzati’’, ‘’forzati’’ dell’ informazione, ‘’pakistani del web’’: le immagini usate qualche giorno fa da Xavier Ternisien su le Monde per descrivere i giornalisti dei siti web*  sembrano a Benoit Raphael – un acuto osservatore francese di quello che accade nell’ online – una semplificazione eccessiva e una forzatura caricaturale della situazione … Leggi tutto

Odg Piemonte: rinasce il sito

Dopo che per mesi il sito dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte era praticamente deceduto, il sito ripè oggi ripartito con nuovo look e nuove ambizioni. Domani giovedì 11 giugno, alle 16, nella Sala Toniolo del Circolo della Stampa, in corso Stati Uniti 27, a Torino, sarà presentato al pubblico il nuovo sito dell’Ordine dei Giornalisti … Leggi tutto

Il flop del referendum sul contratto

Via GiornalismoBlog

L’atteso referendum sul nuovo contratto collettivo dei giornalisti si è tenuto. Il risultato è stato un flop: hanno votato in pochissimi, tra il disinteresse generale per il quesito su un contratto effettettivamente già in atto e che pochi avranno l’onore di poter firmare.

I seggi si sono chiusi in tutta Italia alle 19 del 30 maggio. La consultazione referendaria chiamava i giornalisti a esprimersi sull’intesa contrattuale siglata dalla Federazione Nazionale della Stampa e dalla Federazione degli editori il 24 marzo scorso. Il referendum ha solo valore consultivo e non ha quorum, quindi il risultato (si o no al contratto), sarà comunque valido qualunque sia il numero dei votanti.

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Il dominio dell’ informazione ridondante e stereotipata

Via LSDI

Lo si sospettava da tempo, ma ora uno studio scientifico lo ha confermato: la varietà dell’ offerta di informazione sui siti web è molto lontana dall’ essere abbondante quanto ci si poteva immaginare. E, peggio ancora, questa offerta è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’: i siti di informazione diffondono la stessa notizia nello stesso momento, con una concentrazione estrema della produzione su un piccolo numero di argomenti che dominano completamente la scena.

Il risultato è senza appello: l’ informazione online è massicciamente ‘’ridondante’’ e ‘’stereotipata’’. In altre parole i siti di informazione trattano gli stessi argomenti, nello stesso tempo, allo stesso modo e la varietà di quegli argomenti è estremamente ridotta. Narvic lo definisce ‘’il regno delle notizie di agenzia a raffica’’.

La distribuzione dei risultati risponde grosso modo al principio di Pareto: l’ 80% degli articoli si concentrano sul 20% degli argomenti, l’ 80% degli argomenti vengono affrontati dal restante 20% degli articoli, spesso da un solo articolo (e quindi una sola fonte). Il ricorrere dell’ uso delle stesse formulazioni n diversi articoli che trattano lo stesso argomento, mostrache si tratta in reatà delle stesse notizie di agenzia, poco o nulla riscritte.

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Contratto: no grazie

Dopo una attenta analisi di contratto e situazione il bloggante ritiene che sia necessario dire NO nel referendum sul nuovo contratto giornalistico FNSI-FIEG in svolgimento venerdì 29 e sabato 30. Argomentiamo le ragioni. Le condizioni di catastrofe imminente che avevano motivano forzosamente l’improvvisa chiusura del contratto si stanno leggermente riprendendo per cui vale la pena … Leggi tutto

Il silenzio assordante dei giornali se l’imputato è big spender e la crisi economica non è passata

La notizia: Dolce e Gabbana secondo la GdF devono allo stato 800 milioni di euro
La cattiva notizia: solo il Giornale ha avuto il coraggio di tirare fuori la notizia temendo ritorsioni dai due signori, mentre gli altri direttori non hanno avuto il coraggio di buttare lo stilista in prima pagina.

Ottocento milioni di euro, equamente suddivisi: quattrocento milioni a Domenico Dolce, quattrocento a Stefano Gabbana. È una cifra gigantesca, il conto più salato che il fisco italiano presenta da molti anni a questa parte a una persona fisica: otto volte, per dare un’idea, la megamulta consegnata al recordman precedente, il motocampione Valentino Rossi. E la colossale tegola piomba su due tra gli imprenditori italiani più famosi del mondo, i creatori di una delle griffe di punta della moda made in Italy: gli inventori del marchio «D&G». Secondo la Guardia di finanza, la raffinatezza del sistema architettato da Dolce e Gabbana per fare sparire redditi dalle loro dichiarazioni non ha nulla da invidiare alla raffinatezza delle loro collezioni di moda.

Il rapporto conclusivo del Nucleo di polizia tributaria di Milano è stato inviato nei giorni scorsi alla Agenzia delle entrate, che si occuperà materialmente di attivare la procedura per ottenere dai due stilisti il pagamento della monumentale sanzione. La consegna è avvenuta senza clamori: anche perché sia Dolce che Gabbana hanno dimostrato in passato di non apprezzare questo tipo di esposizione mediatica. Un anno fa, quando a finire nel mirino del fisco fu la loro società, reagirono minacciando di togliere la pubblicità ai quotidiani che avevano pubblicato la notizia. Il che non impedì che la storia facesse il giro del mondo.

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Editoria: chi giornalista, chi dirigente, chi operaio, chi impiegato

Questo lavoro, acuto, intelligente e puntuale del maestro Gaspar Torriero è in rete da una settimana, ma il bloggante infettato da virus non messicani, ma altrettanto virulenti, lo ha visto solo in giornata.
I dati numerici sono probabilmete imprecisi, lo spiega anche Gaspar, ma il concetto è evidente.
Da leggere anche tutta la discussione su FriendFeed .
Il ragionamento ricorda la oramai storicaintervista di Marco Benedetto, oramai un classico per interpretare, che oramai fa l’imprenditore nell’informazione su internet con Blitz Quotidiano.

Il bisogno di informazione ci sarà sempre. A non esserci più sono i soldi. O meglio, non ci sono più tutti quelli che servono per un giornale di carta.

Ma ripartiamo da Gaspar Torriero

A proposito della sostenibilità del giornalismo sul web, che tutti dicono non esserci ma che alcuni siti di informazione hanno raggiunto, sono andato a cercare qualche numero in rete. Non ne ho trovati molti, e quelli che ho trovato, spulciando bilanci, sono dubbiosi. Li pubblico lo stesso perché danno almeno una grossolana indicazione degli ordini di grandezza in campo, e soprattutto perché spero che tu, che conosci i numeri giusti, sia tanto gentile da volermi correggere nei commenti.

La prima tabella paragona il numero di visitatori di un sito informativo con il numero totale di addetti della testata (soprattutto qui aspetto tue notizie!):

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