Le nozze tra Repubblica e Stampa? È un matrimonio di necessità, ci si integra per mantenere la barra di galleggiamento, ma resta una ‘notiziona’ solo per noi addetti ai lavori, cosa vuoi che interessi ai lettori?».
Enrico Mentana, direttore del Tg di La7, ex Rai, ex Tg5, non ha molta voglia di parlare della fusione tra il Gruppo Espresso e la Stampa di Torino. Ma alla fine due battute sull’incontro tra la famiglia Agnelli e i De Benedetti le concede. «Ma non è una notizia spiazzante», spiega a Lettera43, «lo storico direttore della Stampa, Giulio De Benedetti era il suocero di Eugenio Scalfari, Carlo è stato amministratore delegato della Fiat, Gianni Agnelli ha sposato una Caracciolo»
giornalisti
Jobs act e lavoro giornalistico
Un riassunto della situazione da FNSI Jobs act e lavoro giornalistico from Vittorio Pasteris
La fine dell’INPGI ha ora una data ottimistica: 2030
Un paio di anni fa ad un evento di austeri sabaudi mi permisi di sottolinerare che conti INPGI alla mano e due nozioni due di matematica e statistica la gestione poteva durare una decina di anni, ero stato pessimista … o forse il modello utilizzato da INPGI è un po’ ottimista. Dal Fatto Quotidiano L’Inpgi … Leggi tutto
Protezione Civile, Croce Rossa e Esercito per il concorsone Rai a Bastia Umbra
Franco Abruzzo scrive alla Rai: la situazione al concorsone Rai di Bastia Umbra è fra il ridicolo il patetico, il surreale e l’assurdo.
Lettera aperta a Luigi Gubitosi Direttore Generale della Rai: “Chieda anche lei l’intervento della Protezione Civile per i suoi futuri dipendenti”. – 18.6.2015.Le voglio narrare una incresciosa storia che riguarda l’azienda che lei dirige e che rasenta dell’incredibile per non dire del ridicolo o forse meglio dire del terribile. Qualcuno alla centesima telefonata di prenotazione per una camera d’albergo in una ridente e antica cittadina umbra, solo nel giro di poche ore, ha iniziato a pensare a qualche evento terribile e ha chiamato la Protezione civile, per informarsi.
#openfnsi il racconto condiviso del 27o congresso dei giornalisti italiani
Via Lsdi Dal 27 al 30 gennaio 2015 a Chianciano si svolge il 27o congresso dell’Fnsi, il sindacato dei giornalisti. Si tratta di un congresso molto importante perchè dato il periodo storico ed economico che viviamo, gli esiti del congresso potranno decidere un buon futuro o un oscurantismo mortale per l’informazione e per i giornalisti … Leggi tutto
Come si rielabora una notizia ovvero il giornalismo con la schiena dritta tendente a 90 gradi
La notizia pubblicata dal Giorno
Chi è quel biondo che in un primo pomeriggio di piena luce dell’aprile milanesesvicola e si acquatta tra le auto in sosta, tentando di nascondersi, seminudo, solo giacchetta e plaid avvolto in vita? Lapo Elkann? Possibile? Lapo, erede di dinastia industriale che, di nuovo, lo scorso aprile si infila da vittima predestinata in un’altra storia di ricatti subiti, per coprire – simbolo quella copertina foglia di fico – scelte di vita avventurosa, non in linea col bon ton di stirpe.
Lapo, classe 1977, ancora vittima sia di ricatti subiti che di ricatti interrotti. Il suo svicolare in déshabillé tra le auto, per motivi che nessuno sa, è l’avvio di una storia appena sbarcata davanti al giudice delle indagini preliminari, Stefania Pepe, chiamata a convalidare un arresto in flagranza di reato, martedì al Four Season di Milano, e ordinato dal pm Giancarla Serafini. L’arresto di un giovane cameriere di una cooperativa, 31 anni, E.B., incensurato, assistito dall’avvocato Antonio Nebuloni, che quell’incontro casuale e allucinato tra le auto in sosta, ha trasformato in un estorsore. Beccato con tanto di busta in mano – che avrebbe dovuto contenere il denaro pattuito a 90mila euro – appena ricevuta da un uomo di fiducia di Lapo, Nelson Shawn, e nella cornice pregiata dell’hotel extralusso. Il cameriere è arrestato, il fratello (F.B.) è indagato; e dalle retrovie di una stangata di famiglia ai danni di Elkann fa capolino la figura del solito fotografo, ex Vallettopoli, ex scuderia Corona, il Fabrizio Bicio Pensa che non ha mai perso il vizio (dai tempi di Trezeguet) di monitorare i vizietti dei vip.
Migliorare il giornalismo italiano con la formazione continua imparando a conoscere la montagna, a prevenire gli incidenti, e le procedure di autosoccorso
La formazione continua dei giornalisti, che sarebbe stata una grande risorsa per migliorare una professione che deve cambiare o morire per sempre, è per molti versi diventata una farsa, una cosa del tipo … un tanto al chilo basta che ci togliamo il fastidio, tanto sappiamo già tutto. Ne abbiamo viste di tutti i colori: … Leggi tutto
About Gaza
Il documentario realizzato da Pietro Bellorini e Simone Camilli About Gaza from Opacomedia on Vimeo.
L’appello dell’Unità per andare avanti … nonostante tutto
La storia dell’Unità è quella di un giornale glorioso che poi non ha capito quasi nulla di quello che gli capitava intorno ed è stato tenuto in vita con iniezioni di denaro e finanziamenti pubblici che però non hanno cambiato le cose …. A voi il video dell’appello della redazione e il pensare come interpretare … Leggi tutto
La nuova follia delle pesanti sanzioni contro l’esercizio abusivo della professione giornalistica
Con i problemi seri che ha il mondo dell’informazione, di vergognosi personali che operano vergognosamente, di un terremto in corso per la transizione mai metabolizzata fra passato e futuro ecco questi sono i problemi che si pongono i parlamentari sull’informazione in Italia …
Importante novità dal Parlamento: per chi esercita abusivamente la professione di giornalista é in arrivo una condanna penale più “pesante”, carcere compreso. Stanno infatti per scomparire le attuali blande sanzioni per i redattori e collaboratori abusivi non iscritti all’Albo. Oggi infatti l’articolo 348 del Codice penale prevede che “chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a 6 mesi o con la multa da 103 a 516 euro”. Ciò significa che ce la si può cavare facilmente con una multa abbastanza ridotta senza mai rischiare praticamente il carcere, in quanto la reclusione é alternativa alla sanzione pecuniaria.