I giornalisti con lo zainetto

Dopo un po’ di giorni di permanenza a Perugia mi è maturata la certezza che esistono due tipologie di giornalisti quelli con lo zainetto e quelli senza zainetto. Quelli con lo zainetto hanno nello zainetto il laptop (ipad) o la telecamera. Gli altri sono brontosauri.

A Perugia gli hacker veri spiegano la sicurezza a quelli “normali”

Una delle cose più spettacolari del Festival di Perugia: The hacker’s corner. Se avete tempo accorrete numerosi per imparare tutte le cose che vi verranno spiegate che vi serviranno per il resto della vita (professionale).

Per questo motivo alcuni tra gli hacker italiani di maggior esperienza provenienti da Torino, Genova, Milano, Verona, Perugia, Firenze e Roma saranno presenti al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia in un “Hacker’s Corner” appositamente allestito nella “Sala Torre” dell’Hotel Sangallo Palace di via Masi, in pieno centro storico, per tutte le giornate di venerdì 15 e sabato 16 aprile, dalle nove del mattino a mezzanotte.

Sono previste venti ore di formazione in due giorni, con workshop gratuiti per diversi livelli di difficoltà, che daranno vita a un dialogo continuo con questi esperti di sicurezza e consentiranno ai giornalisti, avvocati e professionisti presenti di comprendere l’importanza del “dominio” della tecnologia e degli strumenti utilizzati nella professione in contesti delicati e in ambienti repressivi o insicuri e come, in molti casi, possa essere semplice raggiungere un buon livello di sicurezza e di anonimato.

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Huffington Post denunciato dai blogger

E se gli sfruttati dell’informazione in Italia facessero saltare il banco denunciando i loro aguzzini ?

Via Il Manifesto

Una class action contro il sito Huffington Post perhé sfrutta commercialmente i contributi grauiti di molti blogger. Secondo lo studio legale che ha presentato la class action il sito fondato da Arianna Huffington deve pagare una quota rilevante della somma (105 milioni di dollari) ricevuta con la vendita a Aol (305 milioni di dolalri) perché il suo valore commerciale era dovuto appunto ai contributi dei volontari che scrivevano gratuitamente sul sito. Immediata la reazione dei legali di Arianna Huffington: «i blogger hanno sempre usato gratuitamente la nostra piattaforma. Il valore del sito è dovuto però all’inziativa giornalistica di chi vi lavorava, a partire proprio da Arianna Huffington».

La class action è stata organizzata da Jonathan Tasini, il giornalista, scrittore e sindacalista che per molto tempo ha collaborato con l’Huffington Post, perché lo riteneva uno giornale on line che faceva leva proprio sulla condivisione e il lavoro collettivo di molte persone interessate a fornire informazioni su argomenti che non trovavano spazio sulla stampa «normale». Ma quando il sito è stato acquistato da Aol, Tasini ha subito cominciato un tam-tam in Rete per sostenere la tesi che il valore del sito era dovuto proprio a quel lavoro volontario. Da qui la richiesta di cedere una parte del ricavato della vendita a chi vi ha collaborato gratuitamente. Argomenti che hanno incontrato un diffuso consenso proprio nella cosiddetta blogsfera.

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Un lavoro da fame (la parola fame va letta all’italiana non all’inglese)

Memoria per la Commissione Lavoro del Senato della Repubblica in merito all’audizione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana disposta per il 29 marzo 2011, avente ad oggetto l’indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’editoria.

La crisi dell’editoria
La crisi dell’editoria in questi anni è stata drammatica. Le continue irrefrenabili innovazioni della tecnologia hanno creato un mercato parallelo dell’informazione, quello di internet e dei blog (decisamente differenti, ma nello stesso tempo spesso simili all’informazione professionale), che non ha barriere nazionali, che non ha vincoli temporali, che non ha costi di produzione e di diffusione. Una concorrenza quasi “sleale” con la carta stampata sempre gravata da costi crescenti di produzione e di diffusione. Anche la concorrenza dell’emittenza radio televisiva, sia quella nazionale con l’invasione del satellitare, sia quella locale, ha finito per creare problemi all’editoria stampata. A sua volta, il passaggio dall’analogico al digitale ha messo in gravi difficoltà tutta l’area dell’emittenza radio televisiva di ambito locale, che ha sempre strutturalmente sofferto per le ridotte dimensioni dei singoli operatori, ed ha moltiplicato quasi all’infinito l’offerta informativa. Questo scenario sconfortante per la carta stampata, che ha interessato tutto il mondo occidentale, è stato ulteriormente aggravato da una crisi economica mondiale di vaste proporzioni che ha investito tutti i settori produttivi e che ha avuto come prima e immediata conseguenza un drastico ridimensionamento del mercato pubblicitario, proprio quello dal quale dipendono le sorti di tutti i mezzi di comunicazione di massa.

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Modelli in transizione, nonnismo delirante e un giallo di documenti spariti

Via Mario Tedeschini

Il problema vero, che i miei rappresentanti sindacali non sembrano cogliere, è che viviamo in una fase storica e culturale dove i modelli economici e produttivi dell’informazione così come li avevamo conosciuti sono morti o stanno morendo. Ci può non piacere, ci può angustiare (e personalmente non mi piace e mi angustia), ma è la realtà. Una realtà, peraltro, che in termini generali ha i suoi aspetti positivi perché è la realtà di una maggiore libertà per tutti di esprimersi e di raccontare, non solo per i giornalisti. La rete non è il problema del giornalismo professionale, la rete è l’epifenomeno di una rivoluzione profonda e – forse, se ci si mette d’impegno – potrebbe essere parte della soluzione per il futuro del giornalismo.

Ma l’altro equivoco che emerge dal documento è che “futuro del giornalismo” sembra essere equivalente con “futuro dei giornali” o, peggio, “dei giornalisti” intesi come categoria chiusa e regolata dallo Stato, per la cui sopravvivenza è giusto e opportuno chiedere allo Stato medesimo aiuto e sollievo, che è poi lo scopo dell’intero documento presentato al Senato.

[Ho detto “presentato”? Forse mi sono (chissà, “quasi”…) sbagliato. Infatti il 29 marzo sul sito della FNSI è apparso un comunicato nel quale si informava che una delegazione del sindacato,  guidata dal segretario Franco Siddi, era “stata sentita dalla Commissione Lavoro del Senato, in ordine all’ ‘indagine conoscitiva sul trattamento normativo ed economico nel settore dell’Editoria’.” e si allegava il testo integrale della memoria. Quel comunicato e quel testo, però, non compaiono più sul sito della Federazione, benché siano stati ripresi da molti blog e siti di giornalismo che però linkano a una pagina di errore.  Il testo comunque è ancora consultabile nella cache di Google, e sulla  pagina di Facebook dei Giornalisti precari e freelance del Friuli Venezia Giulia. L’audizione c’è stata e il sito del Senato ne offre il resoconto sommario privo della memoria eventualmente allegata, e non compare invece nulla di nulla sulla pagina che aggrega i contenuti della Indagine conoscitiva in questione.

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Il nostro tempo è adesso: i precari dell’informazione il 9 aprile D-Day a Roma”

Li trovate su Facebook “Siamo giornalisti senza contratto, sfruttati, sottopagati, ricattati e non tutelati. Spesso non siamo pagati affatto o retribuiti quattro centesimi a riga nelle regioni del Sud dove scriviamo di mafie a rischio della vita. Siamo l’ingranaggio principale della macchina dell’informazione quotidiana. Da anni in questo paese l’informazione libera è a rischio, sia … Leggi tutto

Riotta ha lasciato la direzione del Sole 24 Ore

Via Reuters

Gianni Riotta si è dimesso dalla direzione del quotidiano Il Sole 24 Ore. E’ quanto riferisce una fonte vicina alla vicenda. Sul nome del sostituto diverse fonti giornalistiche convergono su quello dell’attuale direttore del Messaggero, di Caltagirone Editore Roberto Napoletano.
Il cda del gruppo editoriale chiamato ad esaminare i risultati 2010 è in corso.

Riotta  ha comunicato su twitter il cambiamento

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La brutta storia della redazione di Exibart

Via DiGiTi Alle preoccupazioni dell’ Associazione stampa toscana per l’ improvviso e ingiusto azzeramento della redazione di Exibart, la pioneristica testata online che ha rappresentato una delle esperienze più significative nel campo dell’ editoria online a livello nazionale, il gruppo DiGiTi (Giornalisti digitali toscani, che dell’ Ast è una costola), aggiunge l’ allarme per i … Leggi tutto

Storia di un trombato dal sindacato giornalistico raccontato dallo stesso medesimo

Stefano Tesi ha raccontato nel suo blog la storia di Stefano Fabbri.

Poiche’ alcuni mi chiedono della mia “trombatura” nelle elezioni per il Consiglio nazionale della Fnsi, invece di spiegarlo al telefono lo faccio qui. Ovviamente sui contenuti del Congresso mi riservo di dedicare una nota a parte, anche se rischia di essere molto, molto piu’ breve per assenza oggettiva di materia prima.

Allora, e’ andata cosi’. I diari si cominciano dal primo giorno, ma intanto vi dico invece come e’ finita con tre brevi ‘morali’ la cui spiegazione trovate nelle righe che seguono:

a) se i giornalisti italiani sapessero e vedessero cosa accade nei retrobottega (ma in fondo anche nelle vetrine) delle loro assise sindacali nazionali, rincorrerebbero con il forcone tutti coloro che vi partecipano. Lo dico senza fare la vergine dal candido manto, visto che sono al mio terzo congresso della Fnsi, e senza pensare alla (triste?) sorte di trombato che la (triste, senza punto interrogativo) Bergamo mi ha riservato.

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Google finanzia l’International Press Institute per lo sviluppo del giornalismo online

L’International Press Institute ha annunciato  di aver ricevuto da Google un finanziamento di 2,7 milioni di dollari che verranno utilizzati per il sostegno dell’IPI News Innovation Contest, un progetto volto a offrire un contributo allo sviluppo del giornalismo online attraverso il finanziamento di nuove modalità d’informazione nell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa). L’IPI News … Leggi tutto