Quando un direttore ha il coraggio, l’umità e il buon senso di dire abbiamo fatto una boiata

A proposito della improvida pubblicità uscita in ultima pagina sul Gazzettino il direttore ammette l’errore. Caro direttore, mi rivolgo a lei, come sempre, per la mia grande opinione nei suoi confronti per farle presente quanto segue: nel Gazzettino di oggi (ieri,ndr), purtroppo, in prima pagina viene fatto un riepilogo con foto di ciò che è … Leggi tutto

Salvate il giornalista Giovanni Tizian

Via Narcomafie

E’ sempre triste apprendere che un giornalista è costretto, per il suo lavoro, a vivere con la scorta. Lo è ancora di più se il nome è quello di un caro collega e collaboratore della tua testata.
Alla lista dei cronisti costretti a vivere sotto tutela nel nostro paese aggiungiamo oggi il nome di Giovanni Tizian, giornalista freelance, dal 2010 firma di punta di Narcomafie.

Conoscemmo Giovanni nell’autunno del 2009, quando contattò la redazione a seguito della lettura di un approfondito dossier su Modena da noi pubblicato nel giugno di quell’anno. “Finalmente qualcuno che porta la questione mafia in Emilia-Romagna su pagine nazionali. Io avrei molto da scrivere”, mi disse. Giovanni in effetti si occupava delle infiltrazioni della criminalità organizzata nella regione già dal 2006, quando iniziò a collaborare con la Gazzetta di Modena e a seguire meticolosamente tutte le operazioni che portavano alla scoperta di interessi della ‘ndrangheta, della camorra e di Cosa nostra nel territorio.

Un interesse per la materia dovuto non solo a un innato senso di giustizia e di senso civico, ma a una dolorosissima vicenda personale

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Quale destino per i pubblicisti ? (non solo in Piemonte)

Via QP Mercoledì 11 gennaio, alle 21, al Circolo della Stampa Sporting, in corso Agnelli 45 a Torino, nella Sala delle Carte al primo piano, si svolgerà un incontro autoconvocato tra i giornalisti pubblicisti piemontesi per discutere della riforma degli ordini professionali. Sono stati invitati i vertici dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte e dell’Associazione Stampa … Leggi tutto

La questione dei pubblicisti for dummies

In modo tale che i normali cittadini siano informati su quello che accade nell’informazione italiana.

Ora che il premier Monti ha ricevuto il tesserino da giornalista, chissà se sarà più sensibile al tema. Secondo una norma contenuta nella “manovra Salva Italia” del suo governo da settembre 2012 l’albo dei giornalisti pubblicisti potrebbe infatti essere abolito. Un provvedimento che se andasse in porto rappresenterebbe una rivoluzione per il mondo dell’informazione. La proposta di Monti in realtà non è una novità, ma una nuova norma che recepisce le direttive europee sulle professioni redatta già in passato da Berlusconi e confermata da questo governo. La norma che compare al punto “Riforma degli ordini professionali”, prevede infatti l’annullamento della distinzione tra giornalisti pubblicisti e professionisti. Il comma 5 dell’art 3 dl 138/2011 prevede che l’accesso a tutte le professioni intellettuali sia vincolato al superamento dell’esame di Stato previsto dalla Costituzione. Risultato, chi non avrà conseguito il praticantato e sostenuto la prova di idoneità per accedere all’albo dei professionisti entro il prossimo settembre potrebbe non aver diritto a svolgere regolarmente il proprio lavoro.

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Dare il culone per salvare i titoli della culona

Premesso che il bloggante sarebbe favorevole a un ordine dei giornalisti non riformato, ma completamente rivoluzionato e ripulito di delinquenti e approfittatori nonchè servi, un ordine con la O maiuscula che non abbia bisogno di dare tessere onorarie al presidente del consiglio, ma che nella credibilità dei suoi iscritti trovi la sua dignità … E … Leggi tutto

Pubblicisti brava gente

Il presidente ODG fa il suo punto sulla situazione dei pubblicisti e altre cose

L’Italia è un Paese di giuristi, altro che di allenatori di calcio. Poteva il presidente dell’Ordine nazionale sottrarsi a tale esercizio? Poteva e doveva, in verità. Un po’ per ruolo e molto per carattere.

So che in giro c’è tanta gente che ritiene che basti apparire per esistere. Personalmente credo che le dichiarazioni vadano centellinate anche se rilasciarle costa la fatica di un fiato, mentre lavorare per costruire richiede un impegno energetico maggiore. Notti passate alla Camera dei Deputati per sollecitare ragionevolezza su aspetti non marginali; riunioni per spiegare le conseguenze di questa o quella parola. Niente medaglie, per carità: fa parte del dovere. Come quello di tacere davanti a qualche, troppe volgarità.

So anche che un numero ancor più consistente di persone afferra un microfono (o la tastiera di un computer), fa dichiarazioni roboanti sulla nave che affonda, ma subito dopo considera “inopportuna” una riunione per una riflessione comune sui problemi che riguardano l’Ordine: vengono prima torroni e panettone, cotechino e lenticchie!

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Vite da pubblicisti e dignità del mestiere del giornalismo

Carlo Gubitosa scrive un intelligente post in risposta a un intelligente approccio di Franco Abruzzo per fare il punto sulla situazione dei giornalisti pubblicisti in Italia. Titolo dell’immagine allegata: carne da macello.

Giorni fa ho scritto una lettera aperta a Franco Abruzzo, esponente di rilievo del giornalismo lombardo e italiano, che di fronte all’imminente chiusura dell’albo dei pubblicisti propone di ammettere all’esame di stato da professionisti solo chi guadagna abbastanza per dimostrare che vive di giornalismo. Io gli ho fatto presente che c’e’ gente sottopagata, pagata in nero o non pagata affatto, e che per molti precari sarebbe difficile dimostrare un reddito significativo associato alla propria attivita’ giornalistica. Negargli l’accesso all’esame di stato sarebbe un’ulteriore immeritata penalizzazione. Di seguito la risposta in sei punti di Abruzzo, cosi’ come l’ha pubblicata sul suo sito, intercalata dalle mie osservazioni:

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Cinque domande sull’epurazione dei pubblicisti

L’Ordine dei Giornalisti per anni ha avuto la stranezza abissale di avere due tipologie di figure professionali: i giornalisti di serie A e di serie B: i professionisti e i pubblicisti. Per anni i pubblicisti sono proliferati perchè al sistema servivano voti, carne da macello e numeri. Il sistema andava rivisto e ristrutturato da tempo facendo uscire di fretta “i mercanti dal tempio”, ma non si è fatto nulla per una redenzione morale. Ora arriva la mazzata, non inattesa, delle liberalizzazioni a venire e inizia “la grande rivoluzione” in cui terrorizzati i portatori di privilegi cercheranno di salvare il privilegio. Ma ora i topi stanno per uscire dalle tane e i gatti li mangeranno.

Qualche quesito sull’evoluzione delle cose di Stefano Tesi

Che fine, professionalmente parlando, faranno gli 80mila colleghi, non è dato sapere. Qualcuno propone di relegarli in un albo “ad esaurimento”, come i Cavalieri di Vittorio Veneto, ma senza medaglie al merito.
I diretti interessati (o meglio, chi all’OdG formalmente li rappresenta) ovviamente alzano le barricate e difendono anche le poltrone, i privilegi, le diarie e le indennità di un fortino in un tutta onestà non sempre difendibile. Tanto da indurre un commentatore (qui) a parlare di “Ordine prigioniero dei pubblicisti”.
Beh, contrariamente ad altri colleghi ho preferito pensarci bene prima di affrontare l’argomento, che mi pare assai più complesso e spinoso di quanto sembri.
E non mi sono unito al coro di chi per istinto, e forse un po’ superficialmente, ha gioito per questa paventata abolizione dicendo che finalmente non si ritroverà più accanto, nel mestiere, a dopolavoristi e signore bene.
Mi pare una posizione, sebbene comprensibile, miope e ingenerosa, ma soprattutto un po’ avventata, priva degli scrupoli che ci si dovrebbero fare quando si prendono decisioni destinate a incidere pesantemente sulla vita e sul futuro lavorativo delle persone.
Preferisco invece farmi e porre ai lettori alcune domande.

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Futuri probabili dell Ordine dei giornalisti

Il maestro Franco Abruzzo disegna il futuro dell’ODG a partire da vari fenomeni in corso d’opera.

Poniamo il caso che il Dpr di riforma della normativa avvenga entro il 13 agosto. Il Dpr dovrà recepire i principi di cui abbiamo appena parlato. In questo caso l’Ordine dei Giornalisti perderà il potere disciplinare (che passerò ai Consigli di disciplina) e non potrà più iscrivere i pubblicisti nell’apposito elenco dell’Albo, in quanto gli stessi non fanno il praticantato e non sono sottoposti all’esame di Stato come condizione vincolante per l’accesso all’Albo. Rimane da verificare il destino degli attuali pubblicisti che potrebbero confluire in un elenco ad esaurimento sul presupposto che il titolo, benché non sia abilitante all’esercizio della professione di giornalista, non si possa togliere a chi lo ha conseguito.

L’Ordine si occuperà dell’esame di Stato, della formazione continua permanente, dovrà disciplinare le società tra professionisti (Stp) e la pubblicità informativa nonché le polizze assicurative per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale.

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