E’ sempre triste apprendere che un giornalista è costretto, per il suo lavoro, a vivere con la scorta. Lo è ancora di più se il nome è quello di un caro collega e collaboratore della tua testata.
Alla lista dei cronisti costretti a vivere sotto tutela nel nostro paese aggiungiamo oggi il nome di Giovanni Tizian, giornalista freelance, dal 2010 firma di punta di Narcomafie.Conoscemmo Giovanni nell’autunno del 2009, quando contattò la redazione a seguito della lettura di un approfondito dossier su Modena da noi pubblicato nel giugno di quell’anno. “Finalmente qualcuno che porta la questione mafia in Emilia-Romagna su pagine nazionali. Io avrei molto da scrivere”, mi disse. Giovanni in effetti si occupava delle infiltrazioni della criminalità organizzata nella regione già dal 2006, quando iniziò a collaborare con la Gazzetta di Modena e a seguire meticolosamente tutte le operazioni che portavano alla scoperta di interessi della ‘ndrangheta, della camorra e di Cosa nostra nel territorio.
Un interesse per la materia dovuto non solo a un innato senso di giustizia e di senso civico, ma a una dolorosissima vicenda personale
Quando un direttore ha il coraggio, l’umità e il buon senso di dire abbiamo fatto una boiata
A proposito della improvida pubblicità uscita in ultima pagina sul Gazzettino il direttore ammette l’errore. Caro direttore, mi rivolgo a lei, come sempre, per la mia grande opinione nei suoi confronti per farle presente quanto segue: nel Gazzettino di oggi (ieri,ndr), purtroppo, in prima pagina viene fatto un riepilogo con foto di ciò che è … Leggi tutto