Sta cadendo la foglia di fico del sindacato unico dei giornalisti: ora ognuno per sé e Dio per tutti

Via Antonello Antonelli

Insomma, alla fine anche a livello nazionale l’incapacità del sindacato di rappresentare la galassia del lavoro autonomo e del precariato è venuta a galla e ciò che da le singole regioni è più volte stato segnalato, è deflagrato in maniera molto rumorosa a Roma, con le dimissioni della collega Maria Giovanna Faiella dalla Commissione nazionale Lavoro Autonomo, rassegnate irrevocabilmente con una lunga ed articolata motivazione, nella quale anche io mi ritrovo pienamente e per questo la riporto alla lettera.

Dopo qualche ora, Raffaella Maria Cosentino ha seguito la collega nelle dimissioni, anch’ella con una lettera motivatissima.

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Il movimento dei giornalisti liberi da una scarpata in testa al sindacato dei dipendenti (o pensionati)

Via Stefano Tesi

Al termine di un percorso lungo e variegato di equivoci, buona volontà, malizia, miopia, buona fede, petizioni di principio, ingenuità, sommi scopi e latitanze più o meno strategiche anche in Stampa Romana, la circoscrizione laziale dell’Fnsi, è saltato il tappo della consulta freelance, equivalente regionale della famigerata Commissione lavoro autonomo della Federazione.
A dar fuoco alle polveri, le dimissioni della vicepresidente della Consulta medesima, nonchè membro della Commissione, Maria Giovanna Faiella.
Motivazioni? Le solite: l’organismo “non funziona”, “nonostante la buona volontà di alcuni colleghi illuminati come Paolo Butturini (il segretario della Romana, ndr) il sindacato è ancora oggi il sindacato dei dipendenti oppure dei signorsì che occupano poltrone e dei signori delle tessere” e tratta ancora i colleghi autonomi, freelance e precari “non come dei professionisti alla pari, ma come degli sfigati che non sono riusciti ad avere un contratto”.
Tutto vero, ma non è una grande scoperta: è così da sempre.

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Cane non mangia cane e un miliardo di sussidi inutili e clientelari all’editoria

Dagospia analizza sapientemente il mondo dell’editoria italia e l’atteggiamento di molti giornalisti che nasce dalla sidrome Nimby dei giornalisti italiani

“Su un punto la tranquillizzo: i contributi pubblici ai giornali indipendenti come il nostro sono oggi (per fortuna) inesistenti. I nostri stipendi ce li pagano lettori e inserzionisti”.  L’impudica rispostina di Sergio Rizzo (“contributi inesistenti”) appariva sotto la lettera di un ingenuo deputato, Silvano Moffa, che si lagnava per la campagna anti parlamentari del Corrierone. Per altro, meritevole. Nonostante le omissioni. Si tratta presidente della Commissione lavoro della Camera che una volta ricevuti i pesci in faccia dal Corriere, si troverà nell’aula di Montecitorio a votare l’ennesima proroga milionaria ai Signori dell’editoria.  Almeno fino al 2014, secondo la promessa di Monti.

Una missiva garbata e argomentata in cui il povero Moffa, en passant, ricordava al Gabibbo (impunito) i contributi pubblici versati all’editoria (un miliardo di euro annui) con cui anche i giornalisti arrotondano lo stipendio.
Magari turandosi il naso o ignorandone addirittura la puzza (di provenienza).
Ma i professionisti dell’Anti casta sono fatti così. Moralisti à la carte.

Tant’è che al momento di andare al “mercatino delle pulci” (altrui) non guardano mai cosa si vende (di guasto) sulle proprie bancarelle dove acquistano per mangiare.  E fanno finta di non vedere che da molto tempo i grandi giornali (Corriere, Repubblica, Stampa etc) sono in mano ai Poteri marci.

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Nulla resterà impunito: l’informazione online fatta da dilettanti secondo i graduati Odg

Il segretario dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Paolo Girola esprime nel 2012 queste alte espressioni sul tema del giornalismo digitale: Il complesso dell’informazione locale è insidiato da una gran massa di informazione online: internet, social network. Un’informazione che non da reddito, che diventa sostituiva, che molto spesso devo dirlo è un’informazione fatta da dilettanti di … Leggi tutto

Serve un difensore civico dell’ informazione ?

Via LSDI Un difensore dell’informazione a garanzia dei cittadini, sul modello del difensore civico. E’ una delle proposte emerse nel corso dell’ incontro su ‘’Informazione e pubblicità, relazioni pericolose?’’ che si è tenuto venerdì mattina al Circolo della stampa di Milano in occasione della presentazione della Ricerca realizzata dal gruppo di lavoro su ‘’Qualità dell’ … Leggi tutto

L’Italia al posto numero 61 nella classifica della libertà di stampa

Parlare sempre di Berlusconi non è un alibi per nascondere altri mali profondi del sistema dell’informazione italiano Via RaiNews 24 Il 2011 è stato un anno grigio per la libertà di stampa e per il lavoro dei giornalisti nei 179 Paesi del mondo, secondo l’ultimo rapporto di Reporter senza Frontiere, reso noto oggi. Il rapporto … Leggi tutto

I giornalisti ed i condizionamenti della pubblicità

Via Qualinfo.it Metà dei giornalisti italiani ritiene che la pubblicità condizioni la linea editoriale delle testate, mentre il 54% è convinto che debbano essere riviste le norme deontologiche che regolano il rapporto fra informazione giornalistica e pubblicità. Sono i risultati più rilevanti della Ricerca compiuta dal Gruppo di lavoro su Qualità dell’ informazione e pubblicità … Leggi tutto

In Piemonte si sono persi il sito dell’Ordine dei Giornalisti

Via Testo Libero Questa mattina capita che per pagare l’annuale quota di iscrizione ci si colleghi con il sito dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte. Per scoprire che il sito è sparito dalla rete Evidentemente in Piemonte non sono così votati all’innovazione da aver dimenticato di rinnovare il nome di dominio …

Le prime proposte per la riforma dell’ordine dei Giornalisti e la mostruosa proposta per la composizione dei consigli di disciplina

Come previsto e temuto le proposte per riformare l’Ordine dei Giornalisti, mai realizzato in passato, che viene tentato in fretta e furia per adeguarsi alla manovra Monti e alle direttive comunitarie, rischia di diventare un pasticcio di dimensione epica. La necessità di oggi e di ieri è di salvare e migliorare il mondo dell’informazione in Italia e il mondo del giornalismo in particolare. La scelta è necessariamente forte: o si cambia radicalmente la situazione o occorre abolire in tempi breve l’Ordine, farlo esplodere dal di dentro. Bisogna cambiare drasticamente, accettare di applicare le regole ed eliminare furfanti ed arraffoni che si sono insidiati nel mondo dei giornalisti italiani e ricominciare. Se no uccidere l’Ordine e gettare il sale sulle sue macerie.

Per i non giornalisti una serie di grafici riassuntivi sui giornalisti italiani dall’Inkiesta

Dopo un periodo fantasioso di illazioni e proposte di riforme presunte il recente consiglio nazionale dell’Ordine , dove pare ci sia stata discreta maretta e forte polemica con FNSI, ha prodotto un documento che potete leggere e scaricare a fondo post e che trovate in forma estesa e commentata da Franco Abruzzo.

Le linee guida presentate sono improduttive e richiederanno una riscrittura radicale e molto più coraggiosa. Il governo Monti non accetterà mai una serie di regole che hanno nell’indefinizione la loro caratteristica. Indecente è la proposta relativa alla composizione del consiglio di disciplina.

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L’altra faccia delle crociere, quella degli sfruttati. La vita sotto il ponte, il video

In serata Servizio Pubblico ha messo in onda degli sprazzi di un docufilm realizzato dalla filmaker brasiliana Melissa Monteiro dal titolo Life Below Deck (in francese: La face cachée des croisières de luxe. In tedesco: Kreuzfahrt Undercover)

Il docufilm racconta l’altra faccia della rutilante vita nelle crociere: quella degli sfruttati dell’equipaggio fatto da lavoratori che arrivano dai paesi poveri del mondo. Dalla scheda del documentario giornalistico

You might imagine that life aboard a luxury liner is paradise. While this may be the case for paying guests, the reality for the workers below deck is far less idyllic. Filmmaker Melissa Monteiro worked undercover as a cruise ship waitress and experienced first-hand the hellish conditions endured by the onboard team – including cell-like shared rooms, exploitative pay and punishing shifts. After five months of sailing all over the world, she was forced to terminate her contract in Rio de Janiero due to health reasons. Treated like second-class citizens, constantly monitored for misbehaviour and generally maltreated, the journalist and her hidden camera expose not only the strictly regimented lives of cruise workers but also the tricks and techniques they use to stay sane while stranded at sea.

“Casualmente” nessuna catena televisiva italiana ha trasmesso il documentario ad oggi. Canal+ lo aveva trasmesso in Francia il recente 31 gennaio

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Che si sono detti il ministro Severino e i rappresentanti degli ordini (dei giornalisti)

Il ministro Paola Severino  ha convocato e ricevuto i venti ordini professionali che sono sotto la sua vigilanza. Un resoconto dell’incontro di Antonello Antonelli

Si è da poco concluso l’incontro dei rappresentanti di tutti gli Ordini professionali interessati dalla riforma dei cosiddetti decreti di Ferragosto e “Salva Italia”, convocati ieri quasi improvvisamente dal ministro della Giustizia, Paola Severino. Da quanto sinteticamente ci hanno informato i nostri rappresentanti al tavolo nazionale, la riunione ha riconosciuto il ruolo del tutto particolare dell’Ordine dei Giornalisti ed ha confermato che il 90% delle riforme introdotte toccano solo marginalmente la nostra professione.

Tuttavia il restante 10% è foriero di importanti novità.
Si possono riassumere in quattro macrotemi i pilastri della riforma per i giornalisti:
1) Esercizio della professione consentito solo dopo il superamento dell’esame di Stato;
2) Deontologia professionale vigilata dai “consigli di disciplina” ancora tutti da definire (specie nei costi e chi li dovrà sostenere);
3) Assicurazione professionale obbligatoria;
4) Formazione continua obbligatoria.

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