E’ nata Africa 24

Via Jambo Africa Finora le informazioni relative agli avvenimenti economico-politico-culturali dell’Africa hanno sempre raggiunto l’Europa ed il resto del mondo  attraverso la CNN ,FRANCIA 24 e BBC. Da ieri in avanti non sarà più così grazie a Costante Nemale, un camerunense imprenditore, molto versato negli affari, che è il presidente e il fondatore del nuovo canale satellitare. … Leggi tutto

Secondo Murdoch il peggio è passato

Via Mediamemo

For the past year or so, News Corp. CEO Rupert Murdoch has been a consistent voice of pessimism, and he forecast an ugly economy before his big-media peers did. And now he’s more upbeat than his fellow media CEOs. Here’s his opening salvo:

“I am not an economist…but it is increasingly clear that the worst is over….As you know, I have been uncharacteristically pessimistic in recent calls, though I would argue that it was a well-founded concern. But there are emerging signs in some of our businesses that the days of precipitous decline are done and that revenues are beginning to look healthier.”

Not only is this a turnaround, it’s a turnaround from just a month ago, when Murdoch professed to be full of bearish sentiment at the cable industry’s annual show.

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Giornalismo. Niente più alibi in rete

Rina Brundu su il Barbiere della Sera

Per quanto mi riguarda, ritengo che il passaggio dal giornalismo tradizionale ad un giornalismo digitale non sia solo cosa buona, ma che sia pure la sola opportunità di sopravvivenza di questa professione. Soprattutto, credo che tale rivoluzione rappresenti l’occasione storica per fare piazza pulita delle molte “incomprensioni” recenti, in virtù delle quali, la bellissima possibilità che ha l’anima di rendere un servizio al prossimo attraverso la scrittura (perché alla fine della fiera questo dovrebbe essere il vero giornalismo), viene scambiata per una imperdibile occasione di carriera glamour.

Non nego che il giornalismo online abbia tanto su cui lavorare. Tra i tanti difetti che si possono citare, vi è quello del dover ancora trovare la maniera migliore per conciliare le ragioni editoriali (in senso lato, sia a livello di vero e proprio editing che a livello di controllo delle fonti) con quelle della rapidità informativa.

Ancora, deve tirare una linea credibile tra il giornalismo tout court ed il gossip. Infine, deve risolvere il ben noto problema della definizione di un modello lavorativo che permetta al giornalista web di vivere della sua professione, esattamente come accade per il professionista tradizionale. Tuttavia, se guardiamo, per esempio, agli introiti della stessa Huffington non credo proprio che questo possa essere un elemento frenante di questa strabiliante possibilità moderna.

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Un paese a decrescente libertà di stampa

Il rapporto di Freedomhouse retrocede l’Italia

Via Corriere

L’Italia è l’unico Paese europeo a essere retrocesso nell’ultimo anno dalla categoria dei «Paesi con stampa libera» a quella dei Paesi dove la libertà di stampa è «parziale». La causa: la «situazione anomala a livello mondiale di un premier che controlla tutti i media, pubblici e privati». Lo afferma in un rapporto Freedom House, un’organizzazione non-profit e indipendente fondata negli Stati Uniti nel 1941 per la difesa della democrazia e la libertà nel mondo, la cui prima presidente fu la first lady Eleanor Roosevelt. Lo studio viene presentato venerdì al News Museum di Washington e sarà accompagnato da un live web cast che si potrà scaricare sul sito Freedomhouse.org.

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Il «problema principale dell’Italia», secondo Karin Karlekar, la ricercatrice che ha guidato lo studio, è Berlusconi. «Il suo ritorno nel 2008 al posto di premier ha risvegliato i timori sulla concentrazione di mezzi di comunicazione pubblici e privati sotto una sola guida», spiega. Altri fattori: l’abuso di denunce per diffamazione contro i giornalisti e l’escalation di intimidazioni fisiche da parte del crimine organizzato. Intanto giovedì il Committee to Protect Journalists, un’organizzazione non-profit che lavora per salvaguardare la libertà di stampa nel mondo, ha pubblicato la top ten dei peggiori Paesi al mondo per i blogger. La Birmania guida la lista, seguita da Iran, Siria, Cuba e Arabia Saudita. Sesto il Vietnam, seguito a ruota da Tunisia, Cina, Turkmenistan ed Egitto.

Via Repubblica

La libertà di stampa si sta riducendo in tutto il mondo, e l’Italia non è esente da questa forma di degrado. Nel rapporto 2009 di Freedom House (organizzazione autonoma con sede negli Stati Uniti, che si pone come obiettivo la promozione della libertà nel mondo), infatti il nostro Paese viene declassato per la prima volta da Paese ‘libero’ (free) a ‘parzialmente libero’ (partly free), unico caso nell’Europa Occidentale insieme alla Turchia.

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L’ informazione redditizia su internet

Via LSDI

La conclusione è che oggi non è immaginabile che la diffusione su internet, da sola, possa sostenere finanziariamente la produzione di informazione giornalistica di grandi redazioni con centinaia di giornalisti, come le Monde o il Figaro.

Una strategia di sopravvivenza si delinea forse nella diversificazione delle aziende giornalistiche su internet, analoga a quella che ha disegnato il Figaro, che raccoglie ad esempio dei siti di piccoli annunci o di commercio online. C’ è il rischio però di una diluizione, e di una perdita di valore, del marchio e dell’ identità della testata quando abbandona il suo « mestiere di base ». E poi pone, fra l’ altro, anche delle questioni serie rispetto al posto dei giornalisti in questo dispositivo e alla deontologia.

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Giornalismo e media partecipativi il 23 giugno

Giornalismo e media partecipativi: voci, strumenti, prospettive . Questo è il titolo dell’incontro pubblico previsto per la giornata di Martedì 23 giugno 2009 a Roma, presso la Sala Walter Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa. Scopo  dell’evento è  di aggregare soggetti variamente coinvolti nei media partecipati e informare al meglio sui progetti in corso, presentando … Leggi tutto

Statusfera e giornalismo

Via LSDI L’ universo delle poche righe che dicono quel che facciamo o cosa pensiamo nelle comunità online possono salvare il giornalismo in epoca di crisi? Se lo chiede in un articolo pubblicato su TechCrunch Brian Solis, vate della convergenza tra mezzi di comunicazione tradizionali e social media, e inventore del termine ‘’statusphere’’ – La … Leggi tutto

Per un social network sul giornalismo

Propongono i volontari del Festival del giornalismo e ovviamente aderiamo il festival che si è tenuto a Perugia dal 1 al 5 aprile 2009 è stato veramente una bella esperienza, ricca di elementi positivi e molto formativa. In questi giorni, sotto il coordinamento dello staff  “Il filo di Arianna”, abbiamo avuto modo di lavorare in … Leggi tutto

Quali sono le notizie ? Dagospia il giornale vero

Via Dagospia Quelli che “De Bortoli al Corriere e Riotta al Sole” non era una notizia Quelli che “ecco come le banche italiane risparmiano sulle tasse” non era una notizia Quelli che “Pirelli controlla Telecom con lo 0,8%” non era una notizia Quelli che “un sottosegretario accusato dai pentiti di essere vicino ai Casalesi”, ma … Leggi tutto