Farabutti in tivù, stampa, politica e altre cose

In attesa dei dati Auditel sulla prima trasmissione di comunicazione politica a reti unificate (Via Repubblica) Mentre su Rai2 va in onda un poliziesco all’italiana al posto di Ballarò, e su Canale 5 Matrix è sostituito da un serial sulla mafia, Berlusconi è “costretto” a monopolizzare Rai1 per più di tre ore. “Costretto” perché se … Leggi tutto

Legali le foto di Berlusconi

Via Reuters Le foto che ritraggono il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sul pontile di accesso di Villa Certosa e quelle che ritraggono familiari su un pontile e su una spiaggia, pubblicate in agosto su alcune testate, non configurano un illecito trattamento di dati personali. Lo ha reso noto oggi l’Autorità garante per la protezione … Leggi tutto

I blogger tedeschi lanciano un manifesto per il giornalismo on-line

Via Penne digitali

Diciasette dichiarazioni sul giornalismo di oggi, raccolte in un Internet Manifesto, da un gruppo di autori/blogger tedeschi, tutti esperti di “Netz”. Un documento interessante che Jaff Javis si è preso la briga di tradurre in inglese, tramite Twitter.

Internet Manifesto: How journalism works today. Seventeen declarations

1. “Internet è diverso” Il nuovo mezzo di comunicazione è molto differente rispetto agli altri media. Chi vuol lavorare nel campo dell’informazione deve adattare i propri metodi di lavoro alla realtà tecnologica di oggi invece di ignorare e contestare il mondo multimediale. Bisogna produrre prodotti giornalisti nuovi e migliori.

2. “Internet è un impero mediatico tascabile” Grazie a internet è possibile fare dell’ottimo giornalismo anche senza immensi investimenti. Il web riorganizza le strutture esistenti dei media abbattendendo gli antichi confini che esistevano tra giornali, televisione, radio etc.

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Il 19 settembre una manifestazione civica per la libertà dell’informazione

Via FNSI

C’è un allarme che sta diventando molto alto nel Paese. Non è la prima volta che è stata necessaria la mobilitazione anche contro governanti di segno diverso da quello attuale, ma oggi si sta vivendo una fase di grande delicatezza con attacchi senza precedenti. Non solo disegni di legge bavaglio ma anche azioni forti in sedi giudiziarie e manifestazioni pubbliche che hanno l’oggettivo risultato di costituire una minaccia per chi fa informazione ritenuta non gradita. L’informazione non si farà mettere il guinzaglio. Il mondo dell’informazione, assieme al mondo del lavoro ed alla società civile, è chiamato a scongiurare questo pericolo.

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In the sand

Ezio Mauro su Repubblica

Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, per chiedere ai giudici di fermarle, in modo che non sia più possibile chiedergli conto di vicende che non ha mai saputo chiarire: insabbiando così – almeno in Italia – la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente.

E’ la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte. Ed è la misura delle difficoltà e delle paure che popolano l’estate dell’uomo più potente d’Italia. La questione è semplice: poiché è incapace di dire la verità sul “ciarpame politico” che ha creato con le sue stesse mani e che da mesi lo circonda, il Capo del governo chiede alla magistratura di bloccare l’accertamento della verità, impedendo la libera attività giornalistica d’inchiesta, che ha prodotto quelle domande senza risposta.

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Berlusconi fa causa a Repubblica per le 10 domande

Via Repubblica Nuovo attacco di Silvio Berlusconi a Repubblica. Il premier va dai giudici e chiede un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’Espresso. A suo giudizio le domande formulate il 26 giugno da Giuseppe D’Avanzo sono “diffamatorie”. Per la prima volta nella storia dell’informazione italiana gli interrogativi di un giornale finiscono … Leggi tutto

Dal dire al fare

Anna Masera su Lastampa.it

Con Internet è cambiato tutto alla scuola di giornalismo della Columbia University fondata a New York da Joseph Pulitzer: le vecchie macchine da scrivere sono finite in un’aula museo, i corsi sono tutti multimediali. Ma le regole del buon giornalismo sono rimaste le stesse del manuale News Reporting and Writing (alla sua 12ª edizione) di Melvin Mencher, professore emerito. Se n’è aggiunta solo una, piuttosto ingombrante: padroneggiare i nuovi media.

L’analfabetismo digitale non è plausibile nel giornalista del nuovo millennio, che deve sapersi destreggiare con la costruzione di siti Web, l’uso di gadget tecnologici e software di ogni tipo. «E’ la convergenza, bellezza» riassume il vecchio professore in una battuta all’ex alunna tornata a trovarlo nel venticinquennale della laurea. «Ma il mezzo più prezioso resta sempre il cervello».

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Ricette indigeste per l’editoria

Via il Giornalaio

Si è accentuato in questi giorni il dibattito sul pagamento delle notizie on line lanciato da Murdoch e ripreso da altri editori. Non più tardi di ieri sono filtrate indiscrezioni secondo le quali “The Guardian” stesso starebbe pensando ad un’area riservata a pagamento, << un club >>, all’interno del proprio sito.

In Italia ci limitiamo a seguire il dibattito ed in realtà nessun quotidiano/editore ha annunciato di voler seguire la strada del pagamento delle notizie on line. Sembrano tutti molto cauti e, seppur possibilisti al riguardo, il tema alle nostre latitudini resta ancora relativamente marginale.

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Il futuro del giornalismo è non-profit

Bernardo Parrella fa il punto sul futuro di modelli di business possibili per il giornalismo.

“I nuovi modelli di aggregazione del pubblico e le nuove forme di finanziamento guideranno il giornalismo su strade inesplorate. E ci stupiranno”, spiegava recentemente Clay Shirky. Ed è proprio proseguendo sui tali percorsi (tutt’altro che teorici) che torna assai utile un elenco di risorse e segnalazioni sul The Future of Nonprofit Journalism. Proposto dall’autorevole Poynter Institute, il cui sito offre un marea di strumenti e info di prima qualità, la lista copre una varietà di fonti e cita articoli dal 2007 ad oggi in cui si sottolinea, fra l’altro, la
Growing Importance of Nonprofit Journalism o si dettaglia il Case for a free/paid hybrid model. Ancora, un recente pezzo del New York Times svela come il quotidiano stia meditando addirittura di bussare alalporta di fondazioni ed enti filantropici: “We’ve begun to ask ourselves whether it would be possible to get the kind of support that NPR does from foundations for its journalism.”

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Per una Informazione Pulita

Questo blog aderisce alla  Campagna “Informazione Pulita”. Le richieste della campagna – Chiedo che in Italia i finanziamenti alle imprese editoriali siano stabiliti dai cittadini in base a indicazioni espresse nella dichiarazione dei redditi con un meccanismo simile a quello del cinque per mille. Voglio decidere io quale quotidiano, associazione culturale, casa editrice o rivista … Leggi tutto