Basta fare bene le cose e queste funzionano: altro che crisi dell’informazione

Peter Gomez su IlfattoQuotidiano

Il meglio deve ancora venire: archiviato il 2010 l’unica promessa che ci sentiamo di fare è questa. Come sono andate per noi le cose, del resto, lo sapete già: sono andate bene. L’avventura de Il Fatto Quotidiano, con le sue oltre 100.000 copie giornaliere, e quella de ilfattoquotidiano.it, con i suoi 250milia utenti unici che a volte superano abbondantemente i 300.000, dimostra che non ci eravamo sbagliati. Davvero in Italia, anzi sopratutto in Italia, c’era spazio per un’impresa editoriale che avesse un unico fine: scrivere tutte le notizie che i suoi giornalisti erano in grado di trovare.

In questi mesi si è parlato spesso di crisi dei media, della carta stampata che verrebbe uccisa da Internet, di giornali costretti a licenziare o a mettere in cassa integrazione i colleghi. Nessuno, o quasi, si è invece posto una domanda semplice, semplice: perché un lettore o un navigatore dovrebbe scegliere un quotidiano o un sito internet piuttosto che un altro?

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Fatto con coraggio

Via Pazzo per Repubblica Il ministro Michela Brambilla ha querelato Il Fatto per il danno di immagine arrecato al ministero per l’articolo con il titolo “Ufficio di collocamento Brambilla”. E al Fatto come titolano?

Vietato parlare di un libro

Inquietante vicenda legale per un libro sul gruppo imprenditoriale di un noto presidente calcistico, (via Chiarelettere) ”Il dott. Gian Marco Moratti, in proprio e quale Presidentedi Saras Spa, il dott. Massimo Moratti, in proprio e quale amministratore delegato di Saras Spa e Presidente di FC Internazionale Milano, hanno conferito incarico al Prof. Avv.Antonino Menne, del … Leggi tutto

Libera Stampa in libera Rete

JC De Martin Via Lastampa.it

La discussione intorno al caso Wikileaks è stata finora sconcertante. Molti, infatti, sembrano aver dimenticato – spero solo momentaneamente – conquiste acquisite da decenni. Su tutte, i due pilastri che reggono la libertà di stampa dai «Pentagon Papers» (inizio Anni 70) a oggi: da una parte, lo Stato ha diritto di fare tutto quanto in suo potere per ostacolare la fuoriuscita di informazioni oggettivamente riservate; dall’altra, la stampa ha pieno diritto di pubblicare quanto le viene recapitato – basta che faccia notizia. Una discussione «senza inibizioni, robusta e la più aperta possibile» è, infatti, ritenuta da decenni essenziale all’emersione della verità e alla formazione di una pubblica opinione consapevole, anche a costo di qualche eccesso e anche a costo di divulgare segreti.

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Al via la seconda edizione di Eretici Digitali

Via Eretici Digitali È pubblico il bando per il premio Eretici Digitali 2011.  La seconda edizione si avvale del sostegno di Google, che mette a disposizione dei premiati una dotazione di 10.000 euro. A questi si aggiungeranno, come nell’originaria concezione del Concorso, i proventi derivanti dalla vendita del libro che dà nome al premio. La … Leggi tutto

Napul’e’ thinking the unthinkable

Domani matitna ci si vede nell’amata Napoli per Thinking the Unthinkable

La mattina del 3 dicembre a Napoli, a partire dalle ore 9.00, presso la storica e suggestiva sede dell’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Palazzo Serra di Cassano, Via Monte di Dio 14, giornalisti, bloggers e comunicatori si incontreranno per discutere ed analizzare i mutamenti e l’ evoluzione del giornalismo e del panorama complessivo dell’ informazione nel nostro paese in conseguenza dello sviluppo della rete internet come mezzo di comunicazione preferenziale per la diffusione delle notizie e delle informazioni.

L’ incontro, organizzato dall’ Associazione Pulitzer, non?profit, è patrocinato dal Comune di Napoli che sarà rappresentato dall’ Assessore Alfredo Ponticelli e dall’ Assostampa Campana, che interverrà con il suo Presidente, dott. Vincenzo Colimoro. Introdurrà i lavori Antonio Rossano, presidente Associazione Pulitzer.
Il Convegno è strutturato in due tavole rotonde tematiche che toccheranno gli aspetti centrali di questo mutamento.

La prima tavola rotonda, in programma alle ore 10,20, dal titolo “Giornalismo iperlocale e partecipazione” , ospiterà gli interventi di Bernardo Parrella , coordinatore per l’ Italia del progetto internazionale “Global Voices”, Francesco Piccinini , direttore per l’ Italia del progetto europeo di citizen journalism “Agoravox”, Francesca Ferrara, giornalista e coordinatrice dell’ osservatorio regionale sulle culture digitali “Sentieri Digitali”, Alessio Viscardi, giornalista direttore responsabile della testata online “Avanguardie.info”, Paolo Esposito, direttore della testata online “Caffè News”, Giuseppe Rondelli, responsabile NapoliUrbanBlog. Modera la tavola rotonda Eleonora Pantò, esperta di media digitali al CSP di Torino e responsabile comunicazione Associazione Pulitzer.

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Il giorno che i giornali e le tv hanno per sempre perso una possibile centralità informativa

Massimo Razzi su Repubblica.it

I file di Wikileaks hanno gettato nello sconforto le cancellerie di tanti Paesi ma hanno anche segnato una svolta storica per l’informazione. La data del 28 novembre 2010 sarà ricordata come il giorno in cui tutto o quasi si spostò, si svolse, si evolse e venne raccontata su internet o, quantomeno, a partire da internet.   Pensate: in nessun giornale del mondo si è posta oggi l’annosa questione: “Lo diamo prima sulla carta o sul web?”. Tutti, da Der Spiegel al New York Times, al Pais, a Le Monde, hanno cominciato dal sito, proseguiranno sulla carta e andranno avanti utilizzando i due mezzi come un tutt’uno: un unico medium su piattaforme diverse fatto di approfondimento, di sintesi e attraversato da una serie di questioni qualitative e quantitative che possono davvero portarci a dire che qualcosa di profondamente innovativo è successo.

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Il plugin che gestisce due titoli a pubblicazione casuale

Via NJL Audience data is the new currency in journalism. I don’t just mean the traditional Costco buy-in-bulk kind — “our readers are 52 percent male, 46 percent over $75,000 household income, 14 percent under age 35,” and so on. I mean data that looks at how individual readers interact with individual pieces of content. … Leggi tutto

Paola Caruso ha interrotto lo sciopero della fame

Ora il suo testimone passa ad altri in parole e opere

Sciopero della fame, quinto giorno. Fine. Oggi interrompo la protesta. Quello che ho potuto fare l’ho fatto. Ho raggiunto il mio obbiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica, almeno per quanto riguarda la Rete e gli organi legati all’editoria. Anche se la maggior parte della stampa tradizionale mi ha ignorata, nonostante i lanci di agenzia. Chissà perché?
Adesso è arrivato il momento di andare avanti con altri mezzi e strategie diverse per far discutere di precariato. Bisogna portare a casa risultati. Come? Rivoluzionare il sistema mi pare arduo, ma si può tentare di cambiare le regole, di dare più serenità ai precari, di garantire a tutti un lavoro dal valore monetario adeguato e  sufficiente a pagare affitto e mantenimento, senza l’aiuto della famiglia.
Purtroppo precarietà non significa flessibilità. All’estero un lavoratore flessibile ha uno stipendio superiore a quello di un dipendente a contratto a tempo indeterminato, almeno per quello che ne so. Questo permette ai flessibili di tutelarsi a proprie spese, non potendo usufruire delle tutele aziendali.

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In Toscana sono avanti sui temi del giornalismo digitale

E avranno  aiuto anche da chi sta sotto la Mole e si sente toscano nell’anima (dal sito Associazione Stampa Toscana) Un primo censimento di tutte le realtà dell’informazione on line in Toscana; un monitoraggio delle condizioni lavorative e contrattuali dei giornalisti che, sempre più numerosi, lavorano in siti web e in testate giornalistiche della Rete; … Leggi tutto