Via Vittorio Bertola
Ho osservato la storia sui giornali, e quindi ve la riassumo in breve: tutto inizia un paio di mesi fa, quando da Roma decidono che il primo segretario del PD in Piemonte dovrà essere Gianluca Susta, biellese, rutelliano. Perché? Perché si sono riuniti e si sono accorti che non ci sarebbe stata alcuna altra regione dove un uomo di Rutelli avrebbe potuto vincere le primarie locali; ragion per cui, in Piemonte deve vincere incontrastato un rutelliano.
Succede però che ad una parte dei diessini torinesi l’imposizione non va giù; vorrebbero invece un candidato espresso dal territorio. Nasce così la candidatura eretica di Gianfranco Morgando, sempre della Margherita ma della corrente popolare, che viene sostenuta non solo dai popolari ma da una parte dei diessini (ossia delle liste per Veltroni).
Apriti cielo: piovono fulmini da tutta la nomenclatura. Chiamparino, Bresso, Fassino, Violante eccetera sostengono Susta e vorrebbero addirittura vietare ai dissidenti di candidarsi sotto il nome di Veltroni. Volano parole grosse, e parte una lunga negoziazione; alla fine, per evitare l’esplosione del partito prima ancora che nasca, l’accordo è che il candidato ufficiale dei DS e di Veltroni è Susta, ma i dissidenti possono presentare Morgando sotto una delle altre liste associate a Veltroni.
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