Giornali in trincea

Via Giuseppe Granieri Sull’Atlantic, Michael Hischorn racconta le traversie del New York Times, in grave crisi finanziaria (End Times). Michael Wolff, sull’Huffington Post, sintetizza: «Il Times sarà out of business a Maggio.» (The Times dies) E Steven Waldman, sempre sull’Huffington Post, contraddice la convinzione (ormai) popolare secondo cui «il modello Huffington Post è il nuovo … Leggi tutto

Informazioni lavorative a mezzo stampa episodio 3

Da Italia Oggi di ieri La Stampa investe nell’on-line. Itedi (Italiana edizioni, holding del gruppo Fiat a capo delle attività nel mondo dell’editoria e dell’informazione, nonché editore del quotidiano torinese) ha firmato un accordo preliminare da 1,2 milioni di euro per acquisire Nexta media, service indipendente di cui è presidente e amministratore delegato Piero Muscarà. … Leggi tutto

2009 – 2010 gli anni decisivi per il futuro dei media tradizionali

Un tentativo per fare previsioni sul futuro dei media nei prossimi due decisivi anni

crashQuando Philip Meyer pubblicò nel 2004 il suo “the vanishing newspaper” diventato famoso soprattutto per la profezia secondo cui l’ultima copia del New York Times sarebbe stata stampata nel 2040 non aveva probabilmente previsto che nella fine del 2008 in Usa sarebbero fallite molte fra le maggiori banche e che l’economia mondiale sarebbe arrivata con un grosso fiatone a fine anno.

Allo stesso modo non era conscio di quello che sarebbe successo negli ultimi mesi di quest’anno Arthur Sulzberger quando nel febbraio del 2007 dichiarò “Non so davvero se stamperemo ancora il Times tra cinque anni, e, se vuole proprio saperlo, non me ne importa nulla. Internet è un posto meraviglioso e noi lì siamo leader”

Il giorno dell’ultima copia del New York Times si sta drammaticamente avvicinando ? Probabilmente sì . I segnali di un processo inarrestabile sono piuttosto chiari. Ma non è quello il problema . Il definire e spostare le date dell’ultima copia cartacea del più ascoltato giornale statunitense è un indicatore dei segni dei tempi, un indice come potrebber essere il Dow Jones per Wall Street.

Senza voler essere dei Nostradamus mediatici che giocano con date ed eventi per capire che succederà nel futuro dell’informazione ci troviamo volenti o nolenti di fronte a un biennio 2009-2010 in cui si assisterà ad un’accellerazione violenta della variabile tempo e della variabile cambiamento nel mutare del mercato dell’informazione mondiale e italiano per quello che ci riguarda direttamente.

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Da che pulpito

Che blog e blogosfera italica in particolare abbiano dei problemi e non siano un mondo perfetto si è parlato con spirito autocritico su questo blog, ma che la rampogna arrivi dal Giornale è decisamente incongruo Essi vengono vantati come luoghi d’espressione ideale e comunicazione: nessun elogio insomma gli è risparmiato. A me invece paiono luoghi … Leggi tutto

La logica crisi dei quotidiani

Via LSDI Jeff Jarvis, considerato un rivoluzionario per aver profetizzato la fine dei giornali di carta, se la starà ridendo sotto i baffi , commenta su Journalistiques.fr Alain Joannes, giornalista francese e autore del libro ‘’Le journalisme à l’ ère électronique’’. Comunque, anche se la carta non sparirà mai completamente come supporto dell’ informazione, non … Leggi tutto

Lettera agli azionisti del Corriere

Il cdr del Corriere scrive agli azionisti

Tuttavia, la crisi dell’Azienda non è dovuta soltanto all’erompere, negli ultimi mesi, di una La Rcs sconta ogni giorno l’inadeguatezza di un azionariato che non ha saputo disegnare una prospettiva affidabile per il futuro e che non ha avuto il coraggio di guardare avanti pianificando un «new deal» editoriale basato su investimenti, anche e soprattutto quelli tecnologici, adeguati ai tempi nuovi. Adesso annunciate l’intenzione di «puntare su un notevole sviluppo della multimedialità», ma l’Azienda ha latitato per anni e accumulato gravi ritardi.

Forse anche voi, come gli altri editori, attendete che un annunciato, miope contratto nazionale di lavoro azzeri ogni possibilità di trattativa e di programmazione condivisa. Mentre, al contrario, è evidente che nessuna forma di multimedialità potrà essere introdotta nella nostra testata senza passare attraverso il confronto e l’accordo con la Redazione.

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Che fanno i giornali on-line USA

La sintesi dei risultati della ricerca di Bivings Group sull’uso di internet dei maggiori giornali USA. Qui la riceca completa

  • Newspapers are experimenting with user generated content. The study found that 58 percent of newspapers allowed for user generated photos, while 18 percent accepted video and 15 percent articles. Overall, 58 percent of newspapers offered some form of user generated content in 2008 compared to 24 percent in 2007.
    • Research shows that the number of newspaper websites allowing users to comment on articles has more than doubled in the last year. Seventy five percent of newspapers now accept article comments in some form, compared to 33 percent in 2007.
    • Ten percent of newspapers had social networking tools, such as user profiles and the ability to “friend” other users, built into their sites in 2008. This compares to five percent of sites that included this feature in 2007. It is surprising that this number isn’t higher.
    • Seventy six percent of newspapers offered a Most Popular view of content in some form (Most Emailed, Most Blogged, Most Commented, etc.). This compares to 51 percent in 2007 and 33 percent in 2006.
    • Integration with external social bookmarking sites like Digg and del.icio.us has increased dramatically the last few years. Ninety-two percent of newspapers now include this option compared to only seven percent in 2006.

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  • Della bontà del giornalismo

    Si riparte su temi importanti e seri sul giornalismo Vittorio Zambardino via Mario Tedeschini riassume in tre + tre righe le uniche cose che serve capire La fragilità dei giornali: la perdita di valore dell’informazione. La crisi viene da lontano e le difficoltà hanno diverse cause. Ma il processocardine comincia con la diffusione di internet. … Leggi tutto