Come salvare un giornale: inchieste e informazione locale

Federico Rampini su Repubblica.it (in effetti un piccolo inghippo c’è: il competitor si è rifugiato solo sul web)

La storia del Seattle Times diventa un caso da studiare per tutta l’industria dei mass media. Il quotidiano della West Coast è sempre stato considerato una delle migliori testate regionali. Per garantire un’informazione di qualità, e continuare la tradizione del giornalismo investigativo di cui va fiero, l’editore Blethen ha voluto mantenere una redazione in apparenza sovra-dimensionata per un giornale locale: 210 giornalisti. E’ vero che i tagli di organico hanno colpito anche lì: fino a cinque anni fa i redattori a tempo pieno erano 375. Ma adesso Blethen si dice convinto che in casa sua la cura dimagrante è finita, proprio mentre altri editori devono varare piani di ristrutturazione per far fronte alla crisi delle entrate.

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La Stampa a un euro e venti centesimi

Il direttore Calabresi annuncia l’aumento del giornale in edicola a 1.20 Euro Da domani mattina La Stampa cambierà il suo prezzo e costerà venti centesimi di più (1,20 euro). E’ sempre spiacevole annunciare un aumento, soprattutto per chi come me è direttore da meno di cento giorni e sta cercando di dimostrarvi passione e attenzione. … Leggi tutto

Le notizie un tanto al chilo modello e-commerce

Luca De Biase segnala che Ap ha rilasciato il suo sistema per far pagare le notizie a chi le vuole ripubblicare. Il sistema prevede che l’utente scelga la notizia che vuole pubblicare, definisca in che contesto andrà a pubblicarla e successivamente decida come vuole pagarla. Un po’ come coprare un mp3 o un video su … Leggi tutto

Corri in edicola …

Via Massimo Mantellini e il Giornalaio L’idea dell’editore Riffeser Monti di perseguire legalmente la lettura dei quotidiani nei bar così da aumentare il numero di copie vendute in edicola è una grande idea. Al vaglio anche l’ipotesi di stipendiare un energumeno dislocato davanti alle rivendite che prima colpisce i passanti allo stomaco e poi sussurra: … Leggi tutto

Walzer estivo di poltrone giornalistiche

Via Dagospia (praticamente l’unico sito che cerca notizie … )

Il terremoto è appena iniziato: come dago-anticipato, tra i rosicamenti di Feltri, il direttore a pallini di “Libero” se ne va con Sallusti condirettore e l’amministratore Di Giore, ritorna a far casino a “Il Giornale”.

Chi andrà a prendere il posto del permalosissimo orobico infeltrito – che aveva di certo qualche motivo di rompere con l’editore Giampaolo Angelucci? Il vice direttore del giornale, il para guru Paragone? Nisba. Trombato in Rai, trombatissimo anche su carta. Il toto-nomime fa un nome invece, davvero interessante: Franco Bechis. L’unico che può sparare ogni giorno un editoriale ad alto tasso di populismo incazzato modello Feltri, ma che a differenza del Vittorio a pallini ha nel cassetto tutte le notizie per rendere bombastico il quotidiano (e Minzo ha fatto di tutto pur averlo al suo fianco al Tg1).

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La Fine di Specchio

Specchio, il magazine della Stampa, era stato per anni un giornale piacevole e leggibile. Non al livello degli omologhi di Corriere e Repubblica, ma un buon prodotto editoriale. Poi è iniziata la sua mutazione tendente all’abbruttimento per diventare sempre più un magazine senza anima e illeggibile. Sempre peggio. Fino ad arrivare, finalmente e in ritardo, … Leggi tutto

Continua la caduta libera dei giornali cartacei

Via Pazzo per Repubblica Secondo i dati trasmessi dagli editori alla Fieg, il mese di giugno si conferma negativo per le diffusioni dei quotidiani. Nonostante il clamore per i festini a Villa Certosa e Palazzo Grazioli, La Repubblica (che ha seguito giorno per giorno le note vicende che hanno visto coinvolto il presidente del Consiglio) … Leggi tutto

70% di costi di struttura: ecco perchè l’editoria deve virare al digitale

Via LSDI

La natura della struttura dei costi dell’ industria dei giornali sta provocando le attuali sofferenze del settore,  che richiede invece una profonda trasformazione per ridurre i costi fissi e spostare all’ esterno la stampa. Sono i risultati di una analisi di Moody’s Investors Service, citata da Sfnblog.

La struttura dei costi attuale – spiega Sfnblog – vede mediamente il 14% dedicato alla creazione dei contenuti, il 16% alla vendita della pubblicità, mentre tutto il restante 70%  va a stampa, distribuzione e mantenimento della struttura aziendale. Moody’s vede in questo squilibrio la causa della mancanza di flessibilità del settore.

“Questa situazione è una eredità dell’ integrazione verticale fra il momento della creazione dei contenuti e la produzione e distribuzione dei giornali’’, ha spiegato John Puchalla, vicepresidente di Moody’s  e senior newspaper analyst, secondo un articolo del CoStar Group. Tra l’ altro, mentre i ricavi pubblicitari continuano a calare, la crescita dei costi di stampa sta creando dei grossi problemi di liquidità per i giornali.

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IIl NYT ragiona sul far pagare 5$ al mese per l’accesso al sito

Via Bloomberg

New York Times Co. said in a survey of print subscribers that it’s considering a $5 monthly fee for access to its namesake newspaper’s Web site.

Times Co. also asked whether subscribers would be willing to pay a discounted fee of $2.50 a month for access to the site, in the poll confirmed today by Catherine Mathis, a company spokeswoman. Nytimes.com, the most visited among newspapers’ sites, is currently free.

Times Co. is contemplating additional sources of revenue as marketers slow spending on the Internet. Ad sales at the publisher’s sites, also including about.com and boston.com, fell 8 percent and 3.5 percent in the first quarter and fourth quarter of 2008 respectively. They gained 6.5 percent last year.

“The question here for consumers is the psychological barrier of now paying when you were getting it for free before, and you’re going to lose some readers as a result,” said Ken Doctor, an analyst at Outsell Inc. in Burlingame, California. “The New York Times will also have to evaluate what this means for ad rates as they lose readers.”

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Faccio cose, vedo gente, acquisto pagine

Un indicatore di come stiamo nel mondo dell’informazione in Italia è rapresentato dalla serializzazione dl fenomeno dell’acquisto di pagine sui quotidiano per far valere le proprie ragioni o per far sentire il proprio pensiero. Prima il raggrupparsi in rete di cittadini per comprare una pagina su Repubblica, poi Di Pietro che acquista una pagina dell’Herald … Leggi tutto