Google: cinque click gratis, il sesto si paga

Google cede agli editori Usa e si inventa una curiosa formula di gestione degli accessi ai siti di news. Ora tutti si chiedono che farà l’utente quando avrà esaurito la quotidiana razione di click su di un sito: passerà a pagare o passerà a un altro sito  ?

Alla fine ha vinto Murdoch. Google si arrende: gli scrocconi del web dovranno fermarsi dopo cinque articoli, addio alle notizie gratis. L’annuncio è arrivato ieri da un blog di Google proprio mentre a Washington lui, SuperRupert, discuteva davanti alla Federal Trade Commission del futuro dei giornali e di Internet e la trattativa del mega-accordo in vista tra News Corp e Bing di Microsoft subiva una prima battuta d’arresto.

La guerra delle notizie era scoppiata qualche settimana fa. Il più grande imprenditore della comunicazione al mondo aveva aperto le ostilità: Google non può continuare a pubblicare i contenuti dei giornali senza metterci un dollaro. L’ha ripetuto ancora ieri a Washington: “I creatori dei contenuti sopportano tutti i costi, gli aggregatori godono dei benefici. E questo, nel lungo termine, è insostenibile”. Ma quel termine non sarà evidentemente così lungo.

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Arianna Huffington a Murdoch: esci pure da Google …

Via Paidcontent

Arianna Huffington used her 25 minutes at the FTC’s How Will Journalism Survive The Internet Age? conference to take News Corp  CEO Rupert Murdoch and his executives to task for their remarks comparing news aggregators to “parasites,” “tech tapeworms,” and “thieves:” “Apparently, some in the old media have decided that it is, in fact, an either/or game and that the best way to save, if not journalism, at least themselves, is by pointing fingers and calling names,” she said. “In most industries, if your customers were leaving in droves, you would try to figure out what to do to get them back.”

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Press divide: finalmente qualcuno se ne accorge

Via Repubblica

La diffusione di Internet segna un po’ il passo, la lettura di libri e giornali regredisce di qualche punto percentuale, ma guadagna molto terreno l’entusiasmo per i social network, che hanno contagiato 19 milioni di italiani: è lo scenario che emerge dal rapporto sui consumi mediatici del Censis. In cima alla top five italiana c’è Facebook, noto al 61,6% degli italiani, seguono Youtube (60,9%), Messenger (50,5%), Skype (37,6%) e Myspace (31,8%). Naturalmente sono soprattutto i giovani a frequentare questo tipo di comunità.

Arretra la lettura dei quotidiani. La lettura dei quotidiani a pagamento almeno una volta alla settimana passa dal 67% al 54,8%, invertendo una tendenza leggermente positiva che si era registrata negli anni immediatamente precedenti al 2007. Se poi si guarda agli utenti abituali, ovvero quelli che il giornale lo prendono in mano almeno tre volte in sette giorni, si passa dal 51,1% del 2007 al 34,5% del 2009. Una flessione non è compensata neanche dalla free press che rimane stabile (passa dal 34,7% dell’utenza al 35,7%) anche se l’incremento registrato tra i lettori più istruiti fa pensare che ci sia stata una migrazione da quelli a pagamento a quelli gratuiti. Per quanto riguarda i periodici lo scenario non migliora: nel 2009 li legge il 26,1% degli italiani (-14,2%) e quella dei mensili il 18,6% (-8,1%).

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Bisanzio di carta

Via Dario Salvelli Qualche giorno fa Condè Nast ha annunciato la chiusura di Gourmet Magazine ed altri giornali. Kevin Demaria lavorava in Gourmet ed ha pubblicato Last Days of Gourmet, alcune eloquenti foto sull’ultimo giorno di lavoro in Gourmet. Devo dire che danno un quadro dell’editoria cartacea abbastanza negativo e deprimente ma in fondo reale.

Jimbo Wales e la strage dei coccodrilli di Wikipedia

Una intelligente riflessione con proposta operativa di Marco Pratellesi Chi ha ucciso il coccodrillo? Jimmy Wales, detto Jimbo, quarantatreenne imprenditore americano, uno dei fondatori dell’enciclopedia digitale Wikipedia, è fra i principali indiziati. La vittima non è ovviamente un esemplare di alligatore, che pure vivono in Florida dove Wales ha casa, ma il “coccodrillo” inteso come … Leggi tutto

Carta quotidianamente da macero

Pazzo per Repubblica riporta a galla l’insana pratica dei quotidiani che per per aumentare  la loro diffusione fanno omaggi tipo freepress che sostanzialmente finiscono in buona parte nella raccolta carta riciclata, nel caso ambientalmente più fortunato. Nel caso è Repubblica ad esssere stata beccata sul fatto, ma praticamente tutti i maggiori quotidiani lavorano alla stessa … Leggi tutto