La verità è che gli editori si rivolgono ai propri clienti parlando lingue diverse a seconda che i loro spettabili interlocutori si trovino nel salotto, in cucina o nel bagno di casa proprio e questa o è una miopia formidabile o va archiviata nella ormai corposa cartelletta denominata “furbetti del quartierino”. Se il principio secondo il quale ognuno ha diritto di disporre commercialmente di ciò che produce nelle maniere che meglio ritiene è vero, è contemporaneamente difficile da accettare che lo stesso bene abbia così ampi margini di remunerazione dentro un sistema (la rete Internet) che è ormai sostanzialmente omogeneo. Nessuno paga volentieri tre volte per lo stesso bene, nessun editore può essere così ingenuo da credere che i propri utenti su iPhone o sul web, su Kindle o su carta siano persone completamente differenti.
Già i modelli di business basati sul fee sono molto difficili da accettare dopo un decennio di accesso gratuito alle notizie, se a questo si aggiunge la scarsa capacità di organizzare una sola offerta credibile per i propri clienti nel momento in cui si decide di cambiare strategia, allora davvero le possibilità di successo si riducono al lumicino.
I primi 10 anni di Metro
Metro compie 10 anni in Italia e li ricorda con i pensieri dei suoi lettori Metro compie 10 anni, da allora il nostro motto resta sempre lo stesso. Raccogliamo in questo articolo gi interventi più significativi di chi ha contribuito in questi 10 anni di storia a fare di METRO un immancabile, gratuito, appuntamento quotidiano. … Leggi tutto