Cavalcando maliziosamente l’illusione ottica che in apparenza rende uguali soggetti diversi, qualcuno cerca di cavalcare il malcontento chiamando i lettori allo sciopero contro gli editori il 7 e 8 ottobre, per la “Carta di Firenze”. Forse per evitare che si scioperi contro il vero responsabile, un sindacato inadeguato e colpevole.
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Gli editori fanno ciò che il quadro normativo gli consente. Allora la colpa è loro o di chi dovrebbe garantire una tutela ai lavoratori, cioè il legislatore e il sindacato? Il 50% del pubblicato è frutto di “precari dell’informazione”? Ma quando mai. Qui si confonde il precariato con la precarietà. I precari sono i titolari di un contratto a termine, una categoria ben precisa. Non sono “precari” né i collaboratori esterni, né i liberi professionisti. Sono forse precari i “falsi freelance”, cioè i giornalisti che per continuare a lavorare con l’unica testata per la quale scrivono hanno scelto e/o sono stati costretti a prendere una partita iva (questo è in vero punto dolente, vedi qui).
Risultato di tanto caos concettuale?
fnsi
Giornalisti, Ordine ed editori (5)
Via LSDI Il dibattito si sta animando su LSDI dopo l’incontro svoltosi al festival del Giornalismo di Perugia. E’ cosa positiva che finalmente si affronti “a cielo aperto” le tematiche del precariato e della legalità del giornalismo italiano. Per quanto non personalmente non possa condividere diversi aspetti dell’intervento del presidente ODG Iacopino occorre riconoscere che … Leggi tutto
Giornalisti, Ordine ed editori (4)
Il presidente Jacopino risponde Via LSDI
Mi chiede un segnale forte. Credo di darlo, so di darlo grazie al conforto che mi viene da centinaia e centinaia di giovani sfruttati da quei ladri di sogni e di verità che ci sono tra gli editori.
La risposta al suo quesito di fondo è NO. Un no netto, chiaro. Non baratterò il dovere della denuncia del comportamento vergognoso di molti editori, i loro furti di dignità che perpetuano con la schiavitù del precariato con il miraggio di una carota, il colloquio con gli editori.
In questa vicenda ci sono in campo due parti: una i giornalisti, in particolare i più giovani; l’altra gli editori, impegnati solo in logiche mercantili. Non mi chieda, né lei né altri, di stare in mezzo. La mia scelta è netta ed è con i primi, non perché sono gli ultimi (non mi condiziona il mio essere cattolico) e neanche per una logica di casta. Ma per ragioni morali.
In una sua recente performance, il presidente della Fieg si è gloriato di risultati che vanno un po’ meglio, sorvolando su una riduzione del costo del lavoro del 9,6 per cento. Siamo stati noi, con il sacrificio di centinaia di professionisti, rottamati senza ritegno, a dare un contributo fondamentale se non unico. Carlo Malinconico parla solo e sempre di soldi, in tutte le occasioni. E’ stato inutile chiedergli una presa di distanze da quanti tra gli editori si comportano in maniera scorretta. Inutile. Per il presidente della Fieg non è mai “la sede giusta”.
Giornalisti, Ordine ed editori (2)
Nel corso dell’ incontro ci sono stati momenti di tensione per l’ intervento di Marco Renzi, giornalista digitale e componente della redazione di Lsdi che ora, con una lettera aperta al presidente dell’ Ordine, rilancia le questioni sollevate e cerca di chiarire la sua posizione. Sostenendo che in un momento come questo uno scontro senza quartiere fra editori e istituzioni giornalistiche servirebbe a poco. Il momento è tale – sostiene Renzi – che una presa di posizione solo in questa direzione, si rivelerebbe ‘’non solo fuori tempo massimo, ma anche inutile e poco interessante ai fini di una seria riorganizzazione, meglio, rifondazione, del sistema dell’ informazione professionale’’.
Ecco la lettera di Renzi.
Giornalisti, Ordine ed editori (1)
Come è possibile concludere un ciclo di appuntamenti – quelli del Journalism Lab a cura di Vittorio Pasteris all’interno del Festival di Perugia – in cui in modo brillante e appassionato per giorni si è parlato di nuove iniziative digitali, blog, social media, di modelli di business sostenibili, discutendo di precariato e di compensi che oggi i giornalisti freelance ricevono in Italia?
Significa che il giornalismo italiano non è pronto per una sana e qualitativa rivoluzione digitale dell’informazione e che alla base del sistema c’è qualcosa che non funziona.
In Germania un giornalista freelance percepisce in media 2147.00 euro al mese (dato dell’associazione dei giornalisti in Germania) e 127 euro al giorno per un reportage; in Inghilterra si parla di 170 sterline a pezzo, in Svizzera per un normalissimo pezzo di cronaca, diciamo di 3.500 battute, siamo sui 78 euro, 200 euro o più se si tratta invece di un reportage. E in Italia? In Italia come ha recitato il presidente dell’Ordine dei giornalisti Enzo Jacopino, ci sono testate che retribuiscono i loro collaboratori 4.30 euro al pezzo lordi o 325.00 euro lordi per due mesi di lavoro al Mattino di Napoli. E parliamo della carta stampata perchè per l’online c’è chi sostiene che non ci sia nemmeno bisogno di pagare un giornalista perchè in fondo gli si dà visibilità.
Un piano nazionale contro il precariato
Via Ansa Un piano straordinario per l’uscita del precariato»: è l’obiettivo al quale punta la Federazione nazionale della stampa, alla vigilia della riunione del tavolo di confronto con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria, Paolo Bonaiuti, previsto per martedì 19 aprile. Lo ha spiegato oggi il presidente del sindacato dei giornalisti, Roberto … Leggi tutto
Storia di un trombato dal sindacato giornalistico raccontato dallo stesso medesimo
Stefano Tesi ha raccontato nel suo blog la storia di Stefano Fabbri.
Poiche’ alcuni mi chiedono della mia “trombatura” nelle elezioni per il Consiglio nazionale della Fnsi, invece di spiegarlo al telefono lo faccio qui. Ovviamente sui contenuti del Congresso mi riservo di dedicare una nota a parte, anche se rischia di essere molto, molto piu’ breve per assenza oggettiva di materia prima.
Allora, e’ andata cosi’. I diari si cominciano dal primo giorno, ma intanto vi dico invece come e’ finita con tre brevi ‘morali’ la cui spiegazione trovate nelle righe che seguono:
a) se i giornalisti italiani sapessero e vedessero cosa accade nei retrobottega (ma in fondo anche nelle vetrine) delle loro assise sindacali nazionali, rincorrerebbero con il forcone tutti coloro che vi partecipano. Lo dico senza fare la vergine dal candido manto, visto che sono al mio terzo congresso della Fnsi, e senza pensare alla (triste?) sorte di trombato che la (triste, senza punto interrogativo) Bergamo mi ha riservato.
L’online, convitato di pietra al Congresso Fnsi
Il Congresso della Fnsi (numero 26) svoltosi nei giorni scorsi a Bergamo, c’era un ospite segreto, un convitato di pietra sempre presente eppure non ufficialmente convocato, un mondo intero cui pensare di affidare il futuro dell’intera professione, eppure ancora lontano da una seppur minima, e necessaria rappresentanza sindacale, ma anche professionale: l’on line.
Nessun intento polemico e tono critico da parte mia, non fraintendetemi, solo una constatazione dei fatti, realizzata da un partecipante interessato, e francamente assai coinvolto, ai lavori del Congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.
Di giornalismo on-line hanno parlato gli ospiti, prestigiosi, convenuti a Bergamo nei 4 giorni della kermesse.
Di informazione sulla rete hanno discusso i delegati sindacali, o almeno la maggior parte di essi, nel corso dei loro interventi al microfono del palco della Sala Alabastro del Centro Congressi Papa Giovanni XXIII.
La scure degli editori si abbatte sui freelance e sulla legalità
Documento della commissione lavoro autonomo per il congresso Fnsi Via Refusi: Oggi in Italia essere giornalisti freelance non è quasi mai una libera scelta, e spesso è solo una costrizione, a causa di condizioni di mercato che raramente offrono la possibilità di assunzioni o prospettive di stabilità e a volte spingono all’apertura – controvoglia – … Leggi tutto
Franco Siddi rieletto segretario FNSI
Franco Siddi è stato confermato segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Lo ha eletto, al primo scrutinio, il ventiseiesimo Congresso Nazionale della Stampa Italiana, con 221 voti su 306 votanti. Hanno riportato un voto Franco Abruzzo, Mariagrazia Molinari, Roberto Natale e Luigi Ronsisvalle. 42 le schede bianche, 39 le nulle. UPDATE: Roberto Natale … Leggi tutto
Un giornalista blogger al Congresso FNSI
Gli avanzi psico fisici influenzali del bloggante titolare saranno oggi a Bergamo, ospiti del Congresso FNSI per vedere l’aria che tira e dire 4 parole in giro, finchè la voce e il fisico reggono (pochissimo). Se le tecnologie reggono, possibili aggiornamenti via Twitter.
Congresso FNSI numero 26 in versione multimediale live
Oggi parte il congresso numero 26 del sindacato dei giornalisti italiani (FNSI). I lavori saranno disponibili di diretta streaming Con Mario Tedeschini ci siamo inventati un hashtag #FNSI. Aggiuornamenti assortiti via twitter nei 4 giorni