Inquieta notare che la notizia della maxi multa al gruppo Repubblica – Espresso è passata semi nascosta in molti giornali mainstream radical chic. Dotti direttori e caporedattori noteranno che la notiziabilità di una multa da 225 milioni di euro è molto inferiore che so io a una notiziona austera come Per Belen e il superdotato tatuaggio con le rispettive iniziali.
La Commissione Tributaria Regionale di Roma ha condannato il Gruppo Editoriale L’Espresso a un multa di circa 455 miliardi di lire (circa 225 mln di euro) per fatti risalenti al 1991. Lo ha reso noto la societa’, precisando che la Commissione Tributaria Regionale si e’ pronunciata sugli accertamenti emessi dalla Agenzia delle Entrate nei confronti della societa’ per fatti risalenti all’esercizio 1991. Il Gruppo Editoriale L’Espresso fara’ ricorso in Cassazione.
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Le mani in tasca ai cittadini sono quelle degli evasori fiscali
Quando Mario Monti dice frasi storiche … (via AGI) L’espressione ‘mettere le mani nelle tasche degli italiani’, divenuta corrente in questi anni, non mi ha mai persuaso e, comunque, e’ un’espressione incompleta, perche’ ci sono anche altri atti che entrano nelle tasche degli italiani e sono quelli compiuti dagli evasori rispetto ai contribuenti onesti”. Lo … Leggi tutto
Quando i dubbi di tutti si fanno realtà: l’evasione di chi sospettavamo da tempo
Gianni Barbacetto Via Il Fatto Quotidiano
Eccoli, i risultati del blitz di fine anno nella vippissima Cortina. “Operazione mediatica”, aveva subito tuonato il presidente dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto. “Roba da Stato di polizia fiscale”, aveva protestato Maurizio Fugatti, capogruppo della Lega alla commissione Finanze della Camera. Il 30 dicembre, poco dopo Natale e due giorni prima di Capodanno, 80 funzionari dell’Agenzia delle entrate erano sbarcati a Cortina per un controllo fiscale.
Non proprio un cinepanettone (“Vacanze a Cortina”? “Sotto lo scontrino niente”? “Innocenti evasioni”?), ma un’operazione di verifica nella perla delle Dolomiti, e nel periodo più glamour dell’anno. Immediatamente criticata da una parte della politica come esibizione di forza, come esempio di vessazione dei poveri cittadini indifesi.
Svenare a oltranza quelli meno influenti
Via Alessandro Gilioli Diciamolo pure chiaro: il super prelievo l’hanno cancellato perché l’establishment dei manager importanti e dei giornalisti in alto grado – cioè quelli più influenti – si sedasse e la smettesse di parlar male della manovra. Sì, siamo al limite della corruzione. Lo stesso vale per le province: rinviata a un’improbabilissima revisione costituzionale … Leggi tutto
E rimettere online i redditi degli italiani ?
Via ZeusNews Per ora lo ha chiesto pubblicamente solo il vicepresidente del Senato Vannino Chiti, del Pd; Tremonti sembra assolutamente indifferente alla cosa. Rimettere on line tutte le dichiarazioni dei redditi, aggiornate, trasparenti, accessibili gratuitamente a tutti: lo aveva fatto Visco nel 2007, provocando le reazioni di tanta parte della politica e del mondo economico … Leggi tutto
Google, le tasse, i paradisi fiscali, le quotazioni azionarie
Non è evasione fiscale, ma a sentire la agenzia di notizie finanziarie ed economiche Bloomberg, quella fondata dal sindaco di New York Mike Bloomberg, il risultato è lo stesso. Google pagherebbe quest’anno al fisco americano solo il 2,4 per cento del reddito, anziché il previsto 35 per cento, e sarebbe perfettamente legale. L’anno scorso, aggiunge la Bloomberg, la Google pagò il 22 per cento, e nel 2008 poco più. In un triennio, avrebbe risparmiato oltre 3 miliardi di dollari. Il suo successo avrebbe indotto Facebook, uno dei siti più popolari, a intraprendere la stessa strada. Non sarebbe un’anomalia. Secondo la Bloomberg, anche la Microsoft di Bill Gates e altre protagoniste dell’informatica pagano molto meno tasse di quanto dovrebbero teoricamente, sebbene nel loro caso quel «meno» non sia di pubblico dominio.
Riferisce l’agenzia di notizie che Google negoziò con il fisco americano prima di rischiarne le ire. Ottenne di stabilire il centro delle sue operazioni globali in una filiale in Irlanda, dove le tasse sulle compagnie sono solo il 12,5 per cento del reddito. E, sfruttandone le leggi, ottenne anche di evitare in parte anche quelle tramite un’altra filiale in Olanda, cui avrebbe potuto e potrebbe tuttora trasferire i suoi guadagni. Dall’Olanda, i guadagni sarebbero finiti e finirebbero sempre legalmente alle Bermuda, uno dei tanti paradisi fiscali internazionali. Questa complessa manovra, battezzata «il sandwich olandese», sarebbe però adesso di nuovo all’esame del fisco.
Berlusconi, l’evasione fiscale, i sondaggi e Ballarò
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Nuovi business: rivendere le liste degli evasori
Via Giornalettismo Sul cd della discordia non si hanno al momento informazioni precise. Secondo indiscrezioni della stampa, le autorità tedesche avrebbero sborsato 2,5 milioni di euro per averlo. evasione tributaria roma Svizzera, le liste degli evasori diventano un businessApparentemente conterrebbe i nomi di 1?500 cittadini germanici con conti in Svizzera, ma non si sa né … Leggi tutto