Il vescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, ha utilizzato venerdì 23 dicembre un “hangout” di Google (un collegamento video con più sedi contemporaneamente) per rispondere, tramite il sito di Quotidiano piemontese, a domande giunte in diretta attraverso Twitter e Facebook. È la prima volta in Italia che un vescovo utilizza questo strumento a scopi pastorali e, ovviamente, la notizia ha avuto una certa risonanza nel web. I cybernauti torinesi non si sono tirati indietro di fronte all’opportunità offerta loro, ponendo anche domande impegnative scottanti come quella sull’accoglienza della comunità somala che è in città o la richiesta giunta da un tale Luca, musulmano, che chiede come possano convivere appartenenti a religioni diverse:
chiesa cattolica
E ora abbiamo anche la preghiera del giornalista che vale più di 4 chili di carte ordinistiche
L’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, in occasione della festività del patrono dei giornalisti San Francesco di Sales, che ricorre il 24 gennaio, ha scritto una preghiera per la categoria. “Ho pensato – scrive monsignor Forte in una nota – di scrivere per Voi una preghiera, che Vi offro in segno di stima e di amicizia, … Leggi tutto
I soliti comunistoidi di Famiglia Cristiana ora si mettono a raccontare storie di vescovi che fanno videochat
Destini incrociati con Cesare Nosiglia … fino all’idea della videochat
Ho iniziato a sentir parlare di Cesare Nosiglia due anni fa. Ero stato invitato a Vicenza a raccontare cose sul giornalismo digitale ai giornali cattolici locali. Ricordo che arrivai a Vicenza ancora con i sacchi di sacchi intorno al Bacchiglione dopo l’alluvione. Il caso volle che Nosiglia fosse stato da poco nominato vescovo a Torino e che abbia passato buona parte di quel giorno con una persona che lo conosceva bene che mi raccontò di un sacerdote molto presente e molte attivo per i problemi sociali. Così scoprii che Nosiglia è nato a Rossiglione borgo delizioso sull’appennino fra Liguria e Piemonte e che ha iniziato il suo percorso da sacerdote nell’amatissima Acqui Terme (adottiva per parte di moglie).
Così quando è arrivato a Torino ho iniziato a seguirlo e mi è piaciuto da subito. Poco sensibile alla facile celebrità, attivissimo per essere dalla parte degli ultimi dai poveri, ai rom, dai giovani ai cassintegrati e ottimo comunicatore (che non guasta).
Adethic: quando la publicità in rete vuole promuovere eticità, solidarietà e sociale
Nasce il primo social network cattolico, realtà di condivisione e dialogo a livello globale su questioni di fede, vita e società per i cercatori della verità. E’ così che si definisce Aleteia che verrà presentato nei prossimi giorni e che raccoglie le migliori produzioni di istituzioni e media cattolici del mondo. Ad Aleteia hanno già aderito finora, come membri, oltre mille tra siti web, radio e tv, istituzioni cattoliche e movimenti da tutto il mondo. “Si tratta di un’occasione formidabile per la Chiesa di ampliare il dialogo con cattolici, cristiani, credenti di tutte le religioni e anche non credenti, perché Aleteia offre risorse a tutti i ‘cercatori della verita””, spiega il presidente Jesus Colina, già animatore di varie iniziative cattoliche nel mondo dei media a livello internazionale. “Per questo motivo – aggiunge – Aleteia gode del patrocinio e dell’incoraggiamento dei Pontifici Consigli per le Comunicazioni sociali e per la Promozione della Nuova evangelizzazione”. Aleteia è anche la prima iniziativa lanciata dalla Fondazione per l’Evangelizzazione attraverso i Media (Fem). Inizierà la sua attività in sei lingue: italiano, arabo, inglese, francese, portoghese e spagnolo. Insieme alla presentazione di Aleteia, giovedì 20 settembre alle 11.30 nel Centro Russia Ecumenica a Roma, verrà annunciato anche il primo servizio mondiale di raccolta pubblicitaria online basatosu valori etici e solidali .Non solo pubblicità per il profitto, ma pubblicità per creare solidarietà e carità.
Il calo dell’8 per mille alla Chiesa di Roma
Tutti i giornali riportano la ricognizione prevista dalla legge sull’8xmille che prevede la chiusura contabile e la conseguente ripartizione delle quote ogni tre anni. Nell’anno 2010 si chiude la partita del 2007, relativa all’anno fiscale del 2006. Questo tempo è necessario perché lo Stato non ha la certezza contabile delle sue entrate immediatamente, ma gli occorrono tre anni, segno inequivocabile di un carrozzone che non è certo nemmeno se è vivo o morto. Così vano le cose. Al comando però c’è «il governo del fare»! Cosa succederebbe se ci fosse un governo appena normale?
La ricognizione contabile ha sancito che in modo uniforme e costante sono diminuite le firme a favore della Chiesa cattolica e anche le offerte liberali direttamente deducibili sono calate di circa 100 mila unità. Un salasso che preoccupa la gerarchia cattolica, unica responsabile e colpevole. Se la presidenza della Cei fosse onesta, dovrebbe far pagare i 35 milioni in meno a Ruini, a Bagnasco, a Bertone e loro collaboratori perché responsabili «in solido» per le loro continue ingerenze destabilizzanti nella vita democratica della Nazione italiana.
Testimoni digitali
Anche la Chiesa Cattolica si butta senpre di più in rete. Quelli che fanno cultura e comunicazione all’interno delle comunità cristiane sono cresciuti, sono maturati, aumentati in numero e competenze e sono pronti a diventare sempre più Testimoni digitali , il tema dell’incontro promosso dalla Cei, che si terrà a Roma dal 22 al 24 … Leggi tutto
Vatican fact checking
Top Vatican officials — including the future Pope Benedict XVI — did not defrock a priest who molested as many as 200 deaf boys, even though several American bishops repeatedly warned them that failure to act on the matter could embarrass the church, according to church files newly unearthed as part of a lawsuit.
The internal correspondence from bishops in Wisconsin directly to Cardinal Joseph Ratzinger, the future pope, shows that while church officials tussled over whether the priest should be dismissed, their highest priority was protecting the church from scandal.
The documents emerge as Pope Benedict is facing other accusations that he and direct subordinates often did not alert civilian authorities or discipline priests involved in sexual abuse when he served as an archbishop in Germany and as the Vatican’s chief doctrinal enforcer.
Anche la CEI contro il decreto salvaliste
Via corriere.it ; UPDATE; la CEI ha precisato che “le questioni di procedura elettorale hanno natura squisitamente tecnico-giuridica” Il decreto “salvaliste” non è passato inosservato anche in Vaticano. E monsignor Domenico Mogavero, responsabile della Conferenza episcopale italiana per gli affari giuridici, ai microfoni della Radio Vaticana ha osservato che «cambiare le regole del gioco mentre … Leggi tutto
Croce fisso
Il fatto che la notizia del giorno di buona parte dei media italiani sia stata oggi la sentenza della Corte Europea sulla presenza del crocefisso nelle aule scolastiche italiane è un segnale di molte cose.
- L’Italia ha un sistema dell’informazione non laico che ama guardarsi l’ombelico
- L’Italia non è un paese neanche lontanamente laico in molte sue strutture
- I cristiani veri non hanno alcun interesse a vedere i crodifissi in aula e sperano umamente di vivere in un paese laico
- Le perplessità dei politici italiani sulla sentenza della Corte hanno giustificazioni imbarazzanti
«La presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo accogliendo il ricorso presentato da una cittadina italiana. Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini in una nota annuncia che «il governo ha presentato ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo». Se la Corte accoglierà il ricorso, il caso verrà ridiscusso nella Grande Camera (organo della Corte chiamato a pronunciarsi su un caso che solleva una grave questione relativa all’interpretazione o all’applicazione della Convenzione o dei Protocolli, oppure un’importante questione di carattere generale). Qualora invece il ricorso non dovesse essere accolto, la sentenza diverrà definitiva tra tre mesi, e allora spetterà al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa decidere, entro sei mesi, quali azioni il governo italiano deve prendere per non incorrere in ulteriori violazioni. Il Vaticano ha espresso «stupore e del rammarico» per una sentenza «miope e sbagliata». Netta la presa di posizione della Cei che boccia la sentenza parlando di «visione parziale e ideologica».
La Voce del Popolo esce dalle chiese e va in edicola
La crisi dell’editoria tradizionale non preoccupa la diocesi torinese «La Voce del Popolo», il settimanale della Diocesi nato nel 1876, da oggi è in vendita anche in edicola. La sua diffusione si è basata finora solo sulle chiese: in vendita «self-service» nell’espositore della stampa cattolica. A volere il salto di qualità è stato il cardinale … Leggi tutto
Fisichella e la Ferrari
Via fuochi di Sant’Elmo Va bene che il Vaticano è parte integrante della vita collettiva italiana. Ma affidare la Ferrari a Monsignor Fisichella mi è parsa un’esagerazione.